"Sant'Antonio Abate: la vita, l'iconografia, il folklore e le tradizioni scaturite dalla religiosità popolare"
Patrono degli animali e protettore del fuoco, a "Sant'Antonio Abate: la vita, l’iconografia, il folklore e le tradizioni scaturite dalla religiosità popolare. Metamorfosi di una devozione che affonda le sue radici nella civiltà contadina" è dedicata la conferenza di don Mario Brizi inserita nella rassegna “Incontri a Palazzo Papale”. L'appuntamento, ad ingresso libero, è per martedì 14 gennaio alle 16 nella Sala Osbat del Palazzo Papale di Viterbo, sede del Centro Diocesano di Documentazione per la Storia e la Cultura Religiosa, al civico 6/A di Piazza San Lorenzo. Un approfondimento, alla vigilia della ricorrenza, su uno dei protagonisti del Cattolicesimo.
Noto anche come Sant’Antonio il Grande o Sant’Antonio del Deserto, è infatti una delle figure più venerate. Nato intorno al 251 d.C. a Coma, in Egitto, è considerato il padre del Monachesimo Cristiano e un esempio di dedizione alla fede e alla vita ascetica. Secondo la biografia scritta da Sant'Atanasio, abbandonò la sua ricca famiglia dopo aver ascoltato il Vangelo di Matteo. Si ritirò nel deserto, vivendo in solitudine e preghiera, combattendo tentazioni demoniache e approfondendo la sua relazione con Dio. Con il tempo, divenne una guida spirituale per molti monaci che si ispiravano alla sua vita, dando origine al monachesimo anacoretico.
Vissuto oltre cent'anni – è morto nel 356 d.C. – è spesso raffigurato con un bastone a forma di Tau (T), simbolo di protezione, e accanto a un maialino che rappresenta il legame del santo con gli animali e il suo ruolo di protettore del bestiame. La sua festa si celebra il 17 gennaio ed è caratterizzata da benedizioni degli animali domestici, fuochi e grandi falò accesi nelle piazze. Uno su tutti il Focarone, o Sacro Fuoco, di Bagnaia che arde tutta la notte. In molte località italiane, questa festa è un’occasione per invocare la protezione del santo sulla comunità e sul bestiame.
Oltre ad essere patrono degli animali, Sant'Antonio Abate è considerato anche protettore contro il cosiddetto "Fuoco di Sant'Antonio", un termine popolare per l'herpes zoster, una dolorosa infezione virale. Già nel Medioevo, gli Antoniani, un ordine religioso a lui dedicato, si occupavano della cura di questa malattia. Sant’Antonio Abate incarna, infine, il valore della rinuncia ai beni materiali per dedicarsi interamente a Dio. La sua vita rappresenta un esempio di forza, fede e perseveranza nelle prove spirituali. Ancora oggi, il suo messaggio di sacrificio e contemplazione continua ad ispirare fedeli in tutto il mondo, rendendolo una delle figure più amate della tradizione cristiana.