Lo Zar presenta "Mia". A Panorama d'Italia, Ivan Zazzaroni intervista Ivan Zaytsev

"Mia" è la parola per reclamare il possesso della palla. "Mia" è la sua storia – iniziata nel 1988 – di "determinazione e successo, di sacrifici e colpi di testa, di battaglie dentro al campo e di grandi amicizie fuori". Lui è Ivan Zaytsev, pallavolista russo nato da genitori sportivi e naturalizzato italiano. Umbro di Spoleto, per tutti "lo Zar", secondo il soprannome coniato da un capo ultrà della Roma, dove giocava, simbolo della Nazionale di volley.
"Perché la pallavolo non è meno fisica del rugby, non è meno muscolare della pallanuoto, non è meno diretta del pugilato, non è meno bombarola e bombardiera del basket, non è meno intelligente della vela, non è meno geniale degli scacchi, non è meno di nessun altro sport, ma di più, molto di più, perché dentro c’è tutto, gambe e testa, cuore e fegato, polpastrelli e alluci, e poi responsabilità, coscienza, strategia, coraggio, e una voglia illimitata, bollente, focosa, cocente, incendiaria".
Così annota nella quarta di copertina del libro "Mia. Come sono diventato lo Zar fra pallavolo e beach volley, amore e guerre" (Rizzoli, 2017), scritto con la penna coinvolgente di Marco Pastonesi, firma della Gazzetta dello Sport, in risposta all'esigenza di raccontarsi. Aggiungendo che "un campione è una miscela di forza fisica, agilità, intelligenza tattica, determinazione e, soprattutto, di passio-ne. Quella passione travolgente che ti fa saltare più in alto a rete, che ti fa schiacciare più forte sull’avversario, che ti fa rialzare dopo ogni tuffo sul parquet, che ti fa piazzare un ace a cento chilometri all’ora quando la partita sembra già decisa". Ed è questa passione che lo ha mosso finora.
Nelle vene dello Zar scorre sangue d’atleta. Suo padre era un fortissimo palleggiatore e sua madre una grande nuotatrice. Campione olimpico, il primo. Primatista mondiale, la seconda. "Lui ha cominciato con il minivolley a San Pietroburgo ed è passato poi alle giovanili a Perugia e da allora non si è più fermato fino ad arrivare a giocarsi il primo posto alle Olimpiadi di Rio 2016 aggiudicandosi, con la squadra italiana, un argento che è solo la spinta più forte verso il prossimo oro".
Il libro in cui parla delle avventure sportive, racconta le partite colpo dopo colpo, portando sugli spalti a tifare, sul campo a sentire lo schiaffo delle sue battute, a murare una schiacciata venerdì 9 giugno alle 19 lo vedrà protagonista al Teatro Romano di Spoleto di un incontro d'autore ad ingresso gratuito e aperto con un altro giornalista, un altro Ivan – Zazzaroni – nel contesto della tappa umbra dell'evento "Panorama d'Italia”, il tour del popolare settimanale che fa il giro del Paese alla scoperta del “meglio visto da vicino”.
Parte dei proventi della vendita del libro saranno devoluti al progetto "Pasti a Scuola" del World Food Programme che ogni anno garantisce cibo e istruzione a 20 milioni di bambini. Nelle parole dello Zar rivivono anche "la bellissima storia d’amore con sua moglie Ashling e tutta la tenerezza per Sasha, il loro bambino". Meglio di una favola.
Per ulteriori informazioni:
www.panoramaditalia.it

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