economia

Lavoro femminile in Umbria: meno assunzioni rispetto agli uomini, più precarietà e settori limitati

sabato 8 marzo 2025

Il report della Camera di Commercio dell’Umbria rivela che nella regione l’occupazione femminile rimane inferiore a quella maschile, con forti squilibri nella distribuzione settoriale e una maggiore incidenza di contratti precari. Le donne trovano spazio soprattutto nei servizi e nel commercio, ma restano marginali nei ruoli tecnici e specializzati.

noltre, i dati evidenziano un divario nelle possibilità di accesso al mercato del lavoro, con solo il 19% delle assunzioni esplicitamente destinate alle donne, contro il 34% riservato agli uomini. Per quanto riguarda le imprese femminili umbre, che rappresentano un quarto delle imprese totali, il 28% ha intrapreso iniziative orientate alla sostenibilità ambientale, con una particolare concentrazione nella provincia di Terni. Ma il loro numero è in calo.

I dati sulle assunzioni delle donne da parte delle imprese sono del Rapporto per l’intero anno 2024, curato dal Sistema Informativo Excelsior e dal Ministero del Lavoro.  Excelsior è ormai un cult, un vero e proprio punto di riferimento sulle previsioni di assunzioni da parte delle imprese a livello nazionale, regionale e provinciale.

"Ci sono ancora molte ombre, e a diversi livelli - dichiara Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio dell’Umbria - sia nell’accesso al lavoro, sia nel tasso di precarietà, sia nei percorsi di retribuzione al lavoro delle donne rispetto agli uomini. Ma passi avanti sono stati fatti nel ridurre, con l’obiettivo finale di cancellarlo, il gender gap nel mondo del lavoro a cominciare dall’aumento del tasso di occupazione femminile, ossia quante donne lavorano sul totale delle donne in età da lavoro, che tuttavia resta ancora più basso di quello degli uomini.

E qui mi piace sottolineare che l’Umbria brilla, perché il tasso di occupazione femminile nella nostra regione è oggi del 63,8% (ossia lavorano 63,8 donne su 100 in età da lavoro), contro il 53,6% della media nazionale e il 60,8% del Centro. E mi piace sottolineare, sul fronte delle imprese, che non solo un quarto delle aziende umbre sono femminile, la quarta percentuale più alta d’Italia, ma che il 28% delle imprese femminili umbre ha intrapreso iniziative orientate alla sostenibilità ambientale, con una particolare concentrazione nella provincia di Terni, dove tale percentuale raggiunge il 35%.​

Questo per dire, nel giorno della Giornata Internazionale della Donna 2025, che occorre certamente guardare alle ombre e rinnovare l’impegno a dissolverle per un’effettiva pari opportunità tra donne e uomini, ma che occorre anche guardare a qualche traguardo che è stato intanto raggiunto. La Camera è attentissima a questi fenomeni e al suo interno può contare sul CIF (Comitato per l’Imprenditoria Femminile), il cui ottimo lavoro di animazione e formazione è prezioso per monitorare la situazione e accompagnare l’imprenditoria femminile umbra nel suo percorso di crescita e crescente qualificazione”.

Donne e uomini nel mercato del lavoro: i numeri del 2024

Nel 2024, in Umbria sono previste 64.540 assunzioni, ma il divario di genere nelle opportunità lavorative è ancora evidente:
- assunzioni femminili dichiarate: 19%
- assunzioni maschili dichiarate: 34%
- posizioni aperte a entrambi i generi: 47%

Questi dati mostrano come il mercato del lavoro umbro offra minori opportunità alle donne, con una predominanza di impieghi destinati agli uomini. Se da un lato quasi la metà delle posizioni è considerata "neutra", dall’altro la quota di assunzioni femminili rimane nettamente inferiore a quella maschile.

Dove trovano lavoro le donne? Settori e professioni più richieste

L’occupazione femminile si concentra principalmente in settori legati ai servizi, al commercio e al turismo. I comparti con la maggiore presenza di donne sono:

I settori con la maggiore percentuale di assunzioni femminili sono:
- servizi finanziari e assicurativi (49% di assunzioni femminili)
- industrie tessili, abbigliamento e calzature (47% di assunzioni femminili)
- servizi culturali, sportivi e alla persona (43% di assunzioni femminili)

Tuttavia, le donne sono ancora molto meno rappresentate in industria, costruzioni e settori tecnici, dove la percentuale di assunzioni femminili scende sotto il 10%. 

Questo conferma che la segmentazione del mercato del lavoro per genere è ancora molto marcata. Questi settori offrono un’occupazione più accessibile per le donne, ma presentano spesso contratti a tempo determinato e minori possibilità di crescita professionale.

Chi assume di più? Il ruolo delle piccole imprese 

Le piccole imprese (1-49 dipendenti) sono le principali datrici di lavoro sia per le donne che per gli uomini, assorbendo oltre 47.000 assunzioni su 64.540 totali.

Ecco la distribuzione delle assunzioni per classe dimensionale:

Piccole imprese (1-49 dipendenti): 47.000 assunzioni (72,8% del totale)
Medie imprese (50-249 dipendenti): 11.030 assunzioni (17,1%)
Grandi imprese (oltre 250 dipendenti): 6.510 assunzioni (10,1%)
Il fatto che la maggior parte delle donne, come la maggior parte degli uomini, trovi impiego nelle piccole imprese implica una maggiore vulnerabilità contrattuale, poiché queste aziende sono anche quelle con maggiore incidenza di contratti a termine e retribuzioni inferiori rispetto alle grandi realtà industriali.

La precarietà del lavoro femminile: meno stabilità, più contratti a termine

Un altro elemento di forte disuguaglianza riguarda la tipologia contrattuale. In Umbria:

  •  Le assunzioni femminili avvengono per il 51,3% con contratti a tempo determinato, una quota leggermente inferiore alla media nazionale ma più alta rispetto ai lavoratori uomini, che hanno maggiori possibilità di contratti stabili. 
  • Solo il 16,6% delle donne assunte ottiene un contratto a tempo indeterminato, mentre per gli uomini questa percentuale è più alta grazie alla maggiore presenza nei settori industriali e tecnici. 
  • Il 13,4% delle donne è assunto con contratti di somministrazione, una forma contrattuale che spesso non garantisce continuità lavorativa e stabilità economica.

Le donne, essendo impiegate prevalentemente nei servizi, dove la stabilità contrattuale è minore, sono più esposte al rischio di precarietà rispetto agli uomini, che trovano maggiori opportunità nei settori tecnici e industriali, dove la contrattualizzazione a lungo termine è più diffusa.

Istruzione e competenze: le laureate trovano più lavoro?

Uno dei dati più significativi riguarda il rapporto tra istruzione e occupabilità. Il 31% delle assunzioni previste riguarda laureati o diplomati ITS Academy, ma con forti differenze tra uomini e donne.

Le lauree più richieste in Umbria riguardano:
- ambito economico e gestionale
- turismo, enogastronomia e ospitalità
- settore sanitario e paramedico
Questi percorsi accademici sono quelli in cui le donne sono maggiormente presenti. Tuttavia, nei settori tecnici e scientifici – dove la domanda di lavoro è elevata – la presenza femminile resta marginale.

Inoltre, la difficoltà di reperire laureati per le imprese umbre è del 55%, segnalando un mismatch tra formazione e richieste del mercato. 

Più in generale, al di là della questione laureati:

·      Il 33% delle assunzioni in Umbria riguarda giovani sotto i 29 anni, ma le donne in questa fascia di età incontrano difficoltà di accesso maggiori rispetto ai loro coetanei uomini. 

·      I ruoli tecnici e operai, che hanno un’elevata richiesta di giovani lavoratori, restano poco accessibili alle donne. Ad esempio, per i tecnici ingegneristici e i fabbri, il tasso di difficoltà di reperimento arriva all’85%, ma si tratta di impieghi prevalentemente maschili. 

·      Anche le professioni non qualificate (dove la presenza femminile è più alta) registrano difficoltà di reperimento, segnalando un problema strutturale di mismatch formativo che penalizza le donne.

Verso il futuro: digitalizzazione e nuove opportunità per le donne
Un aspetto positivo per l’occupazione femminile è rappresentato dagli investimenti delle imprese umbre in digitalizzazione e formazione. Nel 2024 in Umbria:
- il 70% delle aziende ha investito in strumenti di gestione e analisi dei dati;
- il 43% ha investito in sicurezza informatica;
- il 40% ha adottato sistemi gestionali avanzati.
Questa transizione digitale potrebbe aprire nuove possibilità di impiego per le donne, specialmente nei settori tecnologici e amministrativi. Inoltre, il 51% delle imprese ha dichiarato di aver svolto attività formative per i propri dipendenti, segno che la riqualificazione professionale sta diventando una leva strategica per affrontare il mismatch tra domanda e offerta di lavoro.

Disuguaglianze
Il lavoro femminile in Umbria continua a mostrare forti criticità rispetto a quello maschile: le donne vengono assunte meno, con contratti più precari e in settori con prospettive di crescita limitate. Il 2024 conferma che il mismatch tra formazione e richieste del mercato penalizza soprattutto le donne, che restano escluse dai ruoli tecnici e operai, pur essendo questi tra i più richiesti dalle imprese.

Se da un lato le competenze digitali potrebbero rappresentare un’opportunità per colmare il divario di genere, dall’altro è evidente che senza un rafforzamento della formazione tecnico-scientifica e politiche di sostegno all’occupazione femminile, il gap tra uomini e donne nel mercato del lavoro umbro resterà difficile da colmare.

Per ridurre le disuguaglianze, sarà fondamentale:
✔ Incentivare percorsi STEM e formazione digitale per le donne, rendendo più accessibili i settori con alta domanda di lavoro.
✔ Promuovere misure per la stabilizzazione contrattuale, garantendo più assunzioni a tempo indeterminato per le lavoratrici.
✔ Sostenere l’ingresso delle donne nei settori industriali e tecnici, eliminando gli ostacoli alla loro partecipazione e colmando il deficit di competenze.

Il 2024 rappresenta un anno chiave per valutare se l’Umbria sarà in grado di costruire un mercato del lavoro più equo e inclusivo, dove le donne possano avere le stesse opportunità degli uomini.

Imprenditoria femminile in Umbria: una panoramica aggiornata

L’Umbria si distingue nel panorama nazionale per una significativa presenza di imprese femminili. Le imprese guidate da donne nella regione erano supera le 23mila, rappresentando il 24,8% del totale delle imprese umbre. Questo tasso di femminilizzazione colloca l’Umbria al quarto posto tra le regioni italiane, preceduta solo da Molise (27,4%), Basilicata (26,5%) e Abruzzo (25,4%).

Trend e variazioni nel tempo

Nonostante la rilevante presenza, tra il 2014 e il 2023, il numero delle imprese femminili in Umbria è diminuito del 2,8%, mentre a livello nazionale si è osservata una leggera crescita.

Fonte: Camera di Commercio dell'Umbria 
 

Distribuzione territoriale e settoriale

La provincia di Terni presenta un’incidenza di imprese femminili superiore alla media regionale e nazionale. Le imprese femminili umbre sono prevalentemente concentrate nel settore dei servizi, con una presenza significativa in:

Altre attività di servizi alla persona: Una parte rilevante delle imprese femminili opera in questo settore, che include attività come parrucchiere, estetiste e organizzazione di eventi .​ 
Settore moda: un’altra corposa fetta delle imprese femminili è attivo in questo comparto.​
Inoltre, il 28% delle imprese femminili umbre ha intrapreso iniziative orientate alla sostenibilità ambientale, con una particolare concentrazione nella provincia di Terni, dove tale percentuale raggiunge il 35%.​ 

 
Dimensioni e forme giuridiche

Le imprese femminili in Umbria sono caratterizzate da una prevalenza di microimprese. In particolare, il 96,4% delle imprese femminili umbre è costituito da microimprese, una percentuale leggermente superiore a quella delle imprese non femminili (94,3%). Per quanto riguarda la forma giuridica, si osserva una tendenza all’aumento delle società di capitale femminili (+11% dal 2019 al 2023) e delle cooperative (+3%), mentre si registra una diminuzione delle società di persone (-8%) e delle ditte individuali (-4%).​ 

 

Allegati:

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