Vino sotto attacco? L'allarme di Confcooperative-Fedagripesca Umbria
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Il settore vitivinicolo nazionale e umbro si trova di fronte a due sfide preoccupanti: da un lato, l’imposizione di dazi da parte degli Stati Uniti che potrebbe penalizzare l’export, dall’altro, la proposta di etichette allarmistico-salutistiche dell’Unione Europea che rischiano di equiparare il vino a prodotti notoriamente nocivi. Ne abbiamo parlato con Massimo Sepiacci, presidente regionale di Confcooperative-Fedagripesca Umbria, di Umbriatop Wines che promuove tutti i vini umbri nelle più importanti fiere del mondo e con Lorenzo Mariani, direttore regionale di Confcooperative-Fedagripesca, che associa e rappresenta tutte le Cantine Cooperative dell'Umbria che esprimono circa la metà della produzione vitivinicola regionale.
Vino nazionale e regionale sotto attacco? Presidente Sepiacci, qual è la vostra posizione sulle etichette salutistiche proposte dall’UE?
"Anche come produttore e Presidente della Cantina Cooperativa Duca della Corgna so bene quanta passione e quanto amore mettono tutti i viticoltori in ogni bottiglia di vino. Pertanto, riteniamo inaccettabile essere considerati alla stregua di chi produce e commercializza prodotti il cui consumo, anche minimo, determina sicuramente effetti nocivi. Il vino, se consumato con moderazione, non è un pericolo per la salute, anzi: è parte integrante della nostra cultura mediterranea e di un’alimentazione equilibrata. Dietro l’etichetta di una bottiglia c’è uno studio volto a valorizzare la sua qualità e l’anima del territorio dove viene prodotto. È assurdo sporcarla con contenuti allarmistici e non veritieri per chi ne fa un consumo adeguato e consapevole."
Un colpo alla tradizione e all’economia locale. Direttore Mariani, qual è l’impatto di queste misure sul settore cooperativo umbro?
"Il vino è cultura, passione, innovazione e tradizione. E nel caso delle cantine cooperative umbre, alle quali conferiscono le loro uve migliaia di soci, ogni bicchiere diventa anche ambasciatore d'interi territori. Se passano queste etichette allarmistiche, si rischia di danneggiare un’eccellenza che rappresenta l’Umbria nel mondo, mettendo in difficoltà aziende che hanno costruito il loro successo investendo su qualità e sostenibilità."
Dazi USA: un pericolo concreto per l’export
Oltre alla questione delle etichette UE, un altro tema preoccupa il settore: i dazi imposti dagli Stati Uniti. L’export verso gli USA rappresenta una quota importante per molte cantine umbre, e un aumento delle tasse doganali potrebbe ridurre la competitività dei vini italiani rispetto a quelli di altri Paesi produttori.
Presidente Sepiacci, quanto pesano i dazi USA sulle vostre previsioni di vendita?
"Siamo molto preoccupati. Il mercato statunitense è strategico per il nostro settore, e qualsiasi barriera tariffaria rischia di penalizzarci a vantaggio di competitor meno colpiti. È necessario che le istituzioni italiane ed europee facciano il possibile per difendere i nostri produttori. Non possiamo permetterci di perdere posizioni in un mercato così importante."
Quali soluzioni per il futuro Presidente Sepiacci e Direttore Mariani?
“Confcooperative-Fedagripesca Umbria chiede alle istituzioni italiane ed europee di difendere il settore vitivinicolo con azioni concrete: dal contrasto ai dazi alla revisione delle normative sulle etichette. Il vino non è solo un prodotto commerciale, ma un simbolo della nostra identità. Penalizzarlo con etichette fuorvianti o barriere commerciali significa colpire intere comunità e una tradizione secolare. Chiediamo attenzione e misure adeguate per proteggere questo patrimonio. L’auspicio del settore è che la politica europea, nazionale e regionale sappia ascoltare e intervenire prima che sia troppo tardi. Noi, nel nostro piccolo sottoporremo queste preoccupazioni all’Assessore Regionale Simona Meloni, con la quale si è attivato fin da subito un ottimo livello di confronto”.
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