economia

Spreco alimentare, Bartolini (Cia): "Appello alla spesa consapevole e al valore del cibo come bene da condividere"

giovedì 6 febbraio 2025

"Il cibo continua a essere sprecato in quantità preoccupanti e oggi siamo tutti chiamati a promuovere la cultura della spesa consapevole, modificando radicalmente il valore che attribuiamo al cibo e ripensandolo come un bene da rispettare e condividere". Con queste parole, Matteo Bartolini, presidente di Cia Agricoltori Italiani dell’Umbria e vicepresidente nazionale, sottolinea l'urgenza di un cambiamento di mentalità in occasione della Giornata Nazionale per la Prevenzione contro lo Spreco Alimentare che cade il 5 febbraio.

A tracciare il quadro è il rapporto dell’Osservatorio Waste Watcher International. Stando ai dati elaborati da Ipsos e Università di Bologna tale spreco in Italia è aumentato e rappresenta ormai un valore di 14,1 miliardi di euro, pari 4,5 milioni di tonnellate di prodotti. In termini pro capite, parliamo di 139,7 euro all'anno per il 2024, contro i 126 euro del 2023. 

"Uno spreco di cibo, significa spreco di risorse economiche, di beni naturali, quali suolo e l'acqua. Ma anche svalutare il ruolo e la dignità degli agricoltori, custodi di ambiente e territorio. La rivoluzione alimentare spetta a noi e ora, più che mai, serve rafforzare l’impegno di tutti, istituzioni comprese, nel diffondere una nuova coscienza civica in relazione al cibo e ad una spesa consapevole. È fondamentale riflettere sul valore che attribuiamo al cibo.

Il primo passo è quello di ripensare al suo significato, andando oltre la visione di un semplice prodotto commerciale. Finché il cibo sarà considerato esclusivamente una merce da acquistare e vendere, priva di un legame profondo con le nostre tradizioni e il benessere collettivo, lo spreco resterà un problema difficile da sconfiggere. Il cibo, infatti, non è solo un bene di consumo, ma rappresenta un elemento che ci connette alle nostre radici, alle comunità e alla natura. T

rattarlo come un bene da condividere vuol dire riconoscerne il valore che va oltre il prezzo di mercato: esso è un mezzo per nutrirci, per educarci e, soprattutto, in tempi come questi, per rafforzare i legami sociali e il tessuto comunitario. È quello che stiamo facendo, mettendo insieme produttori, trasformatori e cittadini per costruire filiere alternative del cibo. Come a Perugia con la food coop di via Birago e l’appuntamento settimanale con il Mercato dell’Arco Etrusco (ogni venerdì in Piazza Puletti dalle 9.30 alle 15.30) e l’esperienza del villaggio del cibo a Montone".