economia

Imprese in affanno. Carloni (CNA): "Servono nuove politiche di sviluppo"

venerdì 17 gennaio 2025

"Le previsioni dell’Istat dei giorni scorsi, che rivedono nettamente al ribasso le già scarse previsioni di crescita dell’Italia sulle quali il Governo ha costruito la legge di bilancio 2025, e i segnali in arrivo da alcuni settori, gettano ombre minacciose sull’anno in corso e richiedono una decisa revisione delle politiche industriali, sia in Europa che nel Paese". Il presidente di CNA Umbria, Michele Carloni, guarda con preoccupazione ad alcune dinamiche economiche in atto e prova a individuare i correttivi possibili.

“Non possiamo essere allegri se l’Istat prevede che l’1% di crescita che il Governo ha stimato per l’Italia per il 2025 debba essere visto al ribasso. Perché dietro questa previsione ci sono segnali concreti che disegnano una situazione a macchia di leopardo in tutti i settori produttivi. Innanzitutto siamo preoccupati per la crisi europea dell’automotive che sta colpendo anche molte imprese umbre (- 30% del fatturato nel 2024), e che è strettamente legata alla scelta dell’UE di puntare solo sulle auto elettriche.

Noi crediamo che l’Unione Europea debba perlomeno rivedere le tempistiche entro le quali centrare gli obiettivi sulla riduzione delle emissioni inquinanti derivanti dalla mobilità, spostando il traguardo dal 2035 al 2050, come già avvenuto con la direttiva sulle case green. Ma siamo anche convinti, oggi più che mai, che ci sia bisogno di affermare il principio della neutralità tecnologica, senza escludere la possibilità di utilizzare anche altre soluzioni per arrivare alla riduzione delle emissioni inquinanti, che comunque è quantomai mai necessaria considerati gli effetti devastanti della crisi climatica in atto e che, spogliata da sovrastrutture ideologiche, noi crediamo che non sia in contrapposizione con la crescita economica”. 

Per Carloni l’altra fonte di preoccupazione arriva da ciò che sta accadendo nel settore della moda, investito da perdite consistenti. “L’Umbria è caratterizzata essenzialmente dalla presenza di imprese subfornitrici. Qui, accanto ad alcune aziende che lavorano per grandi marchi locali di alta moda che stanno registrando fatturati in sensibile aumento, ce ne sono molte che risentono della crisi di altri brand importanti, i cui fatturati, invece, si sono ridotti già nel 2024. Se è vero che l’alta moda rappresenta una nicchia dalla quale sarebbe impensabile uscire, è altrettanto vero che il settore dovrà rivedere le proprie strategie. Un aiuto potrebbe arrivare dalle politiche a sostegno dell’innovazione delle imprese, specialmente se si andasse finalmente verso una semplificazione significativa di Industria 5.0 che potrebbe stimolare nuovi investimenti in macchinari e ricerca”.

Ma anche dal settore delle Costruzioni arrivano segnali di crisi. “Negli ultimi mesi del 2024 il comparto ha iniziato a perdere occupati, un risultato atteso dopo la riduzione dei bonus casa. Se però pensiamo che la diminuzione delle emissioni passa anche dalla riqualificazione delle abitazioni, c’è bisogno che il Governo riveda al più presto tutto il pacchetto dei bonus casa, rimodulato con nella legge di Bilancio e del tutto insufficiente a rilanciare le ristrutturazioni, che andrebbe anche a rafforzare l’intenzione di risparmiare suolo”.

Infine c’è il tasto dolente dei costi energetici. “Come se non bastasse – va avanti il presidente di CNA Umbria -, i rialzi del costo del gas e dell’energia già in atto e previsti in ulteriore aumento, incideranno in modo pesante su una manifattura in decrescita da oltre un anno. Se mettiamo insieme tutti questi elementi, il rischio che si vada verso una recessione è molto concreto. Una prospettiva, peraltro, che vanificherebbe tutte le politiche per mantenere in equilibrio i conti dello Stato. Quindi servono subito nuove politiche di sviluppo europee che vadano nella direzione tracciata dal rapporto Draghi, a cui affiancare incentivi nazionali all’economia. Infine – conclude Michele Carloni - in uno scenario così fosco, ci auguriamo che la neo giunta regionale si avvii presto verso una interlocuzione con tutti gli attori del sistema economico e sociale, per individuare traiettorie condivise utili ad affrontare la situazione e, soprattutto, a migliorare la competitività territoriale dell’Umbria”.