economia

Coldiretti Umbria, Afta Bovini invita a tenere alta la guardia

giovedì 16 gennaio 2025

Con l’aumento lo scorso anno di quasi il 70% delle importazioni di animali vivi dalla Germania, tra mucche, pecore e maiali, è importante tenere alta la guardia contro i rischi legati alla diffusione dell’afta epizootica, a partire da un aumento dei controlli alle frontiere. A lanciare l’allarme è la Coldiretti dopo che il Regno Unito ha annunciato il bando temporaneo dell’import delle carni bovine, suine e ovine tedesche a causa dei recenti focolai della malattia riscontrati nel Paese teutonico.

"Seppur non pericolosa per gli esseri umani, l’afta epizootica - spiega Coldiretti - è una malattia devastante per gli animali, che si manifesta con vesciche dolorose sulla bocca, sulla lingua, sul muso e sulle zampe, rendendo difficile ai capi cibarsi o addirittura camminare e imponendone l’isolamento o l’abbattimento.

La diffusione di una nuova epidemia sarebbe un ulteriore colpo per gli allevatori italiani dopo un’annata tra le più difficili mai vissute, tra peste suina africana e lingua blu, arrivata peraltro proprio dal Nord Europa. Ma a pesare sono anche i focolai di influenza aviaria negli allevamenti avicoli, anche qui con pesanti ripercussioni per le aziende colpite". 

"Per tutelare gli allevatori italiani occorre dunque impedire - sottolinea Coldiretti - ogni rischio di diffusione dell’afta, effettuando controlli serrati sulle importazioni di animali vivi dall’estero, anche attraverso triangolazioni tra i Paesi. Attualmente la malattia è endemica in Medio Oriente, Africa, alcune zone dell’America e in diversi Stati asiatici. In Europa l’ultimo focolaio si è verificato in Bulgaria nel 2011; precedentemente, nel 2001, una grave epidemia aveva coinvolto dapprima il Regno Unito e successivamente Francia, Irlanda e Paesi Bassi".

"Specie con l’attuale congiuntura economica, che penalizza anche la zootecnia umbra - spiega Stefano De Carolis, vicepresidente Coldiretti Perugia e allevatore di Cascia - occorre tenere alta l’attenzione in tutto il Paese. Tra aumento dei costi e bilanci in rosso, si tratterebbe di un ulteriore grave problema per il nostro settore. Specie nelle zone più marginali e svantaggiate come le nostre, dove la zootecnia ricopre un importante ruolo economico riuscendo ad apportare un aumento del valore aggiunto ad ettaro, ma anche di presidio ambientale e di argine allo spopolamento".

"Contiamo - riferisce Alessandro Salvatori, allevatore di Norcia - sull’efficacia dei sistemi di sorveglianza, affinché questa possibile minaccia non colpisca il nostro settore zootecnico, rilevante per tutta l’economia agricola dei nostri territori e già alle prese, da tempo, con tante problematiche che scoraggiano il nostro lavoro".