Consiglio Direttivo Coldiretti: "Un anno a difesa dei redditi delle imprese"
Si sono svolti mercoledì 18 dicembre a Perugia i Consigli Direttivi riuniti di Coldiretti Umbria, Perugia e Terni, con i dirigenti provenienti dalle campagne della regione che hanno ripercorso un anno di attività dell’Organizzazione agricola, confrontandosi sui temi di maggiore attualità, dai costi di produzione all’impatto dei cambiamenti climatici, dall’innovazione e competitività delle imprese, alle politiche europee e filiere agroalimentari. Un’occasione per fare il punto sulla situazione del settore primario umbro con gli interventi del Presidente regionale Coldiretti Albano Agabiti, di quelli della Coldiretti Perugia e Terni, Anna Chiacchierini e Dominga Cotarella, oltre che del Direttore regionale Coldiretti Mario Rossi.
Un 2024 caratterizzato dai primi 80 anni della Coldiretti festeggiati ribadendo il nostro ruolo di Forza Sociale Amica del Paese, che si contraddistingue per l’impegno a tutela del lavoro e dei redditi delle imprese, mettendo in campo tutte le possibili azioni in difesa del vero Made in Italy - ha sottolineato Albano Agabiti Presidente Coldiretti Umbria. Resta prioritaria l’esigenza di una giusta ed adeguata remunerazione per il lavoro dei produttori - ha aggiunto Agabiti - senza la quale verrebbe meno uno dei motori principali di crescita, quella filiera agroalimentare allargata, che vale oltre 620 miliardi di euro e rappresenta la prima ricchezza del Paese.
Veniamo da un altro anno difficile in cui siamo tornati di nuovo in Piazza in Umbria, per denunciare alcune croniche criticità, ottenendo prime importanti risposte: per frenare l’invasione dei cinghiali, per alleggerire la troppa burocrazia, ma anche per supportare le nostre filiere a cominciare da quella zootecnica. Ma ci siamo mobilitati anche in Europa e al Brennero, per chiedere risposte esaustive per le nostre aziende e scardinare quei regolamenti che non hanno senso e per difendere il principio di reciprocità delle regole, contrastando quella concorrenza sleale, che mette a rischio la salute dei cittadini e la sopravvivenza delle imprese agricole. Ora il nostro netto no all’accordo Ue-Mercosur.
Senza un equo riconoscimento economico per il lavoro di agricoltori e allevatori - ha ribadito Anna Chiacchierini Presidente Coldiretti Perugia - non potrà più esistere quel Made in Italy agroalimentare diventato uno dei perni di sviluppo. Ma serve proteggere la distintività dei nostri prodotti: da qui la nostra grande mobilitazione #nofakeinitaly per una proposta di legge europea di iniziativa popolare sulla trasparenza di quanto portiamo in tavola; per dire basta ai cibi importati e camuffati come italiani, estendendo l’obbligo dell’indicazione di origine in etichetta a tutti i prodotti alimentari in commercio nell’Ue.
Sviluppo di filiere distintive e locali, potenziamento del ruolo multifunzionale delle imprese, così come di formazione e innovazione - ha evidenziato Dominga Cotarella Presidente Coldiretti Terni - sono solo alcune delle tante sfide che attendono il nostro settore. Un cibo “giusto” da dover difendere con forza nel prossimo futuro, pure da quello sintetico e ultraprocessato, reali minacce per la salute e per le imprese agricole.
È stato un anno particolare e difficile, per la congiuntura economica in atto e per la situazione internazionale - ha riferito il Direttore regionale Coldiretti Mario Rossi - che ci ha comunque permesso di confrontarci continuamente con i nostri imprenditori, oltre cinquemila quelli incontrati sui territori con “Orgoglio Coldiretti”. Un periodo caratterizzato dalla costante vicinanza alle nostre imprese, alle loro esigenze, in tutti i territori. Occorre ritrovare anche a livello locale, quell’eccezionalismo agricolo che a metà Novecento mise al centro della costruzione europea l’agricoltura, la sovranità alimentare, il cibo. Il 2025 della Coldiretti sarà un altro anno da vivere al fianco dei nostri imprenditori e in cui ci confronteremo con una nuova amministrazione regionale, cui chiederemo di porre il settore primario al centro dell’agenda politica, data la strategicità raggiunta per l’intera collettività, per l’economia e per la tenuta sociale e ambientale.