economia

Tartufo, Coldiretti Umbria: "Bene gli emendamenti alla legge regionale"

lunedì 7 ottobre 2024

Coldiretti Umbria, con una lettera inviata a tutti i consiglieri regionali, ha espresso il proprio favore all’approvazione della modifica del testo unico dell’agricoltura in tema di tartufi, in particolare laddove viene previsto che nelle aziende agrituristico venatorie e nelle aziende faunistico venatorie la raccolta di tartufi è consentita previo accordo con il titolare delle stesse o con il concessionario. 

"Tali emendamenti - si evince dalla lettera inviata da Coldiretti - rispondono alle esigenze dei titolari dei fondi, che troppo spesso si trovano a gestire la presenza di liberi cercatori su terreni destinati ad altra attività, con rischi anche sul versante della sicurezza". "Il patrimonio tartuficolo, costituisce una risorsa importante suscettibile di sfruttamento, che  - spiega Coldiretti - deve essere però portato avanti in maniera razionale ed equilibrata con la tutela del libero godimento della proprietà privata".

"Le modifiche - aggiunge Coldiretti - vanno nella direzione del raggiungimento di quel delicato equilibrio tra libertà di raccolta e tutela degli interessi del proprietario del fondo, auspicata già da una pronuncia della Corte Costituzionale. Con gli emendamenti, infatti, la libertà di accesso al fondo viene mantenuta, con l’introduzione di un accordo preventivo con il titolare della azienda, anche al fine di garantire la sicurezza, specie in questo periodo dove lo sforzo venatorio è importante anche ai fini di arginare la Peste Suina Africana".

Coldiretti Umbria evidenzia, infine, come la superficie eventualmente interessata dalle disposizioni in esame sarebbe minima, in quanto i territori delle aziende faunistico venatorie e delle aziende agrituristico venatorie, interessano il 5% della superficie agro-silvo-pastorale regionale, dal quale vanno escluse le aree non vocate al tartufo ed anche i terreni seminativi presenti nelle AATV e AFV. Pertanto realisticamente l’areale sul quale la norma impatterebbe sarebbe inferiore al 2% della superficie boschiva vocata al tartufo.

"Rimane alta l’attenzione - conclude Coldiretti - per conciliare la tutela della libera cerca e le attività dei titolari delle AATV e AFV, preziose pure per la funzione di tutela ambientale e presidio del territorio, nell’ambito di un comparto dalle grandi potenzialità, rilevante per molte aree rurali svantaggiate".