Alice Rohrwacher torna a Cannes come presidente di giuria della Caméra d'Or

"Le prime volte sono sempre importanti e ci accompagnano per tutta la vita. Come entrare in una stanza sconosciuta, avvicinarsi alla persona amata per il primo bacio o approdare su una terra straniera. C'è qualcosa di dorato che avvolge questi momenti nella nostra memoria. È per questo che il premio più prestigioso per le opere prime si chiama Caméra d'Or?". Parola di Alice Rohrwacher, scelta dall’organizzazione del 78esimo Festival di Cannes proprio per presiedere la giuria della Caméra d’Or, riconoscimento destinato ad un’opera prima presentata nella Selezione Ufficiale, alla Settimana della Critica o alla Quinzaine des Réalisateurs. Per la regista e sceneggiatrice cresciuta in questo lembo di Umbria si tratta di un ritorno.
Proprio sulla stazione balneare della Costa Azzurra è sbocciato il suo lavoro che ha imposto al pubblico internazionale la sua filmografia che abbraccia cortometraggi, lungometraggi, documentari e fiction contrassegnati da un linguaggio visivo poetico ed onirico ma al tempo stesso realistico e che "dipinge con tocchi sottili il bagliore dorato degli inizi e lo splendore delle prime volte". Era così in "Corpo Celeste", presentato alla Quinzaine des Réalisateurs nel 2011, in cui esplorava un mondo fatto di scoperte e inizi attraverso gli occhi di una 13enne. E ancora ne "Le Meraviglie" del 2014, con cui vinse il Grand Prix, e in "Lazzaro Felice" del 2018, premiato per la Migliore Sceneggiatura in cui sondava "un ideale di innocenza perennemente afflitto della corruzione morale".
Presentato a Cannes nel 2023 anche "La Chimera", considerato dalla regista la conclusione di una trilogia. Meno noti, ma non meno visionari i documentari "Checosamanca" (2006), "9x10 Novanta" (2014) e "Futura" (2021), le opere "Violettina" (2016), "Quattro Strade" (2021), "Le Pupille" (2022), presentata nuovamente a Cannes, e "Un'allegoria urbana" (2024) con JR. Dai podcast in quattro episodi scritti e letti per il periodico "Internazionale" al progetto di tradurre anche in una serie tv per bambini le fiabe italiane. Dalle favole illustrate per i più piccoli, ma non solo – "La Buona Srada" (2023), “Gianni Barba” (2024), "Era Sirena" (2025) – ai progetti "L'Invenzione dell'Amore" (2021) e "Dopo il Cinema. Le domande di una regista" (2023). Ed ora la cerimonia di chiusura del Festival di Cannes, attesa sabato 24 maggio.

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