cultura

Io ci sono per: "L'arte e la cultura possono anche creare economia"

martedì 15 aprile 2025

L'associazione orvietana di promozione sociale "Io ci sono per" è stata invitata ad intervenire durante la Conferenza Programmatica del Pd, che si è svolta venerdì 11 aprile nella Sala dei Quattrocento del Palazzo del Capitano del Popolo. Il focus richiesto per l’intervento era "Come trasformare Orvieto da città culturalmente conservativa a città culturalmente attiva" e la durata prevista di 5 minuti. L’argomento è complesso e andrebbe sviscerato e argomentato in maniera molto più esaustiva ma ci teniamo a pubblicare l’intervento, condividendolo con tutta la comunità, poiché "Io ci sono per" è un’associazione indipendente da qualsiasi partito, aperta e disponibile al confronto, propositiva e con valori chiari che la guidano nell’attività sul territorio.

"Buon pomeriggio a tutte e tutti,
l'associazione di promozione sociale Io ci sono per, che qui rappresento, ringrazia l’organizzazione per l’invito. La nostra associazione, da statuto, è democratica, apartitica, senza fini di lucro e si ispira ai principi di solidarietà, inclusione, pluralismo e sostenibilità. Quindi è molto lontana da partiti e bandiere, che non abbiano questi come valori fondanti…

Anzi a due bandiere è senza dubbio vicina: quella della Palestina, alla quale esprime solidarietà durante un genocidio e un periodo così buio della sua storia e della storia dell’umanità tutta, e la bandiera della Pace, dove per pace si intende il rispetto dei diritti umani, della giustizia sociale, la condanna a qualsiasi forma di riarmo, la tutela delle minoranze, l’autodeterminazione dei popoli e l’uguaglianza reale di fronte alla legge nazionale e internazionale. 

Io ci sono per, da ormai cinque anni, opera sul territorio orvietano in ambito culturale e artistico, promuovendo i linguaggi dello spettacolo dal vivo, con una particolare attenzione alla contemporaneità. E’ costituita da lavoratrici e lavoratori dello spettacolo che, fin dall’inizio, hanno deciso di incontrarsi e impegnarsi affinché il teatro, la danza, la musica, il circo e altre discipline artistiche fossero più presenti sul nostro territorio, avessero più risonanza e incontrassero un pubblico più ampio. 

Quando mi è stato suggerito di riflettere insieme su come trasformare Orvieto da città culturalmente conservativa a città culturalmente produttiva, ho storto un po’ il naso. A noi teatranti non piace molto applicare all’arte e alla cultura il linguaggio economico, ma questa ritrosia iniziale mi ha aiutato a mettere a fuoco quale, secondo me, sia la questione centrale, rispetto al tema. Credo che per far sì che la nostra città diventi un luogo culturalmente più ricco e propositivo, le parole chiave siano rete e sinergia.

Orvieto ha una grande quantità di associazioni, che durante l’anno organizzano moltissime iniziative, ma, nella maggior parte dei casi, si tratta di singole attività promosse da singole associazioni. Questa frammentazione fa sì che l’impegno organizzativo ed economico ricada tutto sull’associazione proponente e che il coinvolgimento del pubblico sia limitato e, spesso, faticoso.

La possibilità che più associazioni si incontrino per fare rete e realizzare insieme una o più iniziative culturali permette sia una maggiore varietà della proposta offerta, magari con un cartellone più ampio, che inviti il pubblico a restare qualche giorno in più in città, sia la condivisione di tutti quegli aspetti economici e burocratici che, nel tempo, sul nostro territorio, hanno causato il naufragio di progetti di grandissimo valore e impatto. 

In che modo è possibile aiutare le associazioni a creare rete e sinergia? Coinvolgendo attivamente la cittadinanza nella progettazione della vita culturale della città, creando occasioni d’incontro e confronto dove sviluppare idee e progetti comuni, mettendo a disposizione luoghi pubblici dove organizzare assemblee, dove esprimere le proprie difficoltà e cercare soluzioni e sostegno. Inoltre offrendo servizi, ad esempio un ufficio per la ricerca di bandi specifici per i diversi settori, l’accompagnamento nella stesura di un bando, la possibilità di accedere a fondi comunali e regionali destinati alla cultura.

Non va dimenticato che le associazioni, anche quelle senza fini di lucro, hanno necessità di risorse economiche per poter progettare e realizzare festival, rassegne, laboratori…E non va neanche dimenticato che l’arte e la cultura possono creare sistemi virtuosi in cui non vengono solamente (e dico solamente con ironia) offerti strumenti culturali, capacità critica, sensibilità umana e artistica, ma l’arte e la cultura, ebbene sì, possono anche creare economia, laddove si ospitano artisti e pubblico nelle strutture ricettive, si portano a mangiare nei ristoranti, si affittano impianti di amplificazione, si intrecciano relazioni con le imprese del territorio senza le quali sarebbe impossibile proporre alcunché. 

Risulta, quindi, necessario che chiunque amministri un territorio tenga a mente l’importanza di tutto ciò, perché organizzare iniziative, promuovere il cinema o lo spettacolo dal vivo, concerti e passeggiate, significa creare comunità, nutrirla, farla crescere, renderla affiatata ed appassionata, affinché ogni individuo possa sentirsi parte di qualcosa di più grande. 

Leo De Berardinis, grande attore, regista e drammaturgo campano diceva: Non si può bluffare se c’è una civiltà teatrale, ed il teatro è una grande forza civile, il teatro toglie la vigliaccheria del vivere, toglie la paura del diverso, dell’altro, dell’ignoto, della vita, della morte. Ecco mi piace concludere il mio intervento con la speranza che la nostra sia sempre di più una civiltà e una comunità teatrale, pronta ad accogliere e capace di sognare".

Livia Bartolucci
Io ci sono per

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