"In viaggio a colori" ascoltando le emozioni alla Scuola Primaria "Gianni Rodari"

Arte intesa come dialogo aperto, respiro comune, modo di vedere e raccontare il mondo e non semplice esercizio tecnico. Pensiero, parole, movimento e non solo pennelli e matite a ricordare che gli strumenti della creatività sono molteplici e la meta non sempre definita. Perché ci sono viaggi che lasciano segni, colori e immagini che si misurano in emozioni e non in chilometri. È stato così per Salvatore Ravo, pittore e formatore artistico, e Agnieszka Zawisza, autrice di libri illustrati per l’infanzia, usciti a loro volta emotivamente arricchiti dal laboratorio "In viaggio a colori" tenuto insieme a bambine e bambini della classe IV A della Scuola Primaria "Gianni Rodari" di Orvieto Scalo.
D’intesa con la dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo Statale Orvieto-Montecchio Isabella Olimpieri e in stretta collaborazione con le maestre Cinzia Cerchecci, Stefania Loro, Caterina Simoncini, Federica Ubaldini, Daniela Petrangeli e Ilaria Cavalloro, che hanno accompagnato con passione e dedizione il percorso, quest’ultimo si è rivelato una vera e propria esplorazione attraverso il linguaggio dell’arte, un cammino fatto di gesti, segni, riflessioni e condivisioni che ha messo nelle mani dei più piccoli il potere della creazione che conferisce forma e spazio a storie dipinte, racconti illustrati, pagine vive di un grande libro collettivo, simbolo di un’esperienza.
"Ognuno – riferiscono i formatori – ha aggiunto il proprio tassello, in una dimensione personale e collettiva. Abbiamo coltivato insieme la capacità di esprimere sentimenti, osservare le differenze senza paura, sperimentare e lasciarsi sorprendere. In un tempo liquido in cui tutto sembra veloce e fugace, abbiamo rallentato e ascoltato i bambini. Li abbiamo visti riflettere, mettersi alla prova, sostenersi l’un l’altro. L’arte, ancora una volta, si è rivelata uno strumento potente per costruire comunità, per allenare il rispetto, la gentilezza, il senso di appartenenza. E soprattutto per dare voce a ciò che spesso resta in silenzio. Il nostro viaggio si conclude, ma il segno rimane.
Negli sguardi e nelle mani che hanno dato forma a un’esperienza vera che, ci auguriamo, possa trovare sempre più spazio nelle scuole, perché l’arte è necessità, urgenza, vita. Non un lusso, non un passatempo. Restano i colori impressi sulle pagine del grande libro. Resta la gratitudine a bambine e bambini, maestre e a chi ha creduto e crede che l’arte possa essere ancora un ponte, un mezzo per conoscersi, riconoscersi e accogliersi. E resta la voglia di rimettersi di nuovo in marcia". Viaggiano, è il caso di dirlo, sulla stessa lunghezza d’onda le insegnanti, piacevolmente travolte da quel vortice di emozioni dal quale si sono lasciate a loro volta trasportare.
"Certi incontri – confida la maestra Cinzia – aiutano ad abbassare ogni barriera e permettono di creare connessioni emotive con gli altri e questo è ciò che è accaduto nel corso del progetto. Ciascuno si è sentito libero di esprimere la propria creatività. La scuola è un luogo di apprendimento disciplinare, ma soprattutto di crescita personale ed emotiva. È un viaggio – sì, ancora – che inizia da piccolissimi e si conclude, generalmente, in età matura o forse mai perché come nel nostro caso diventa parte integrante della vita. Abbiamo incontrato persone che ci hanno accolte nel loro viaggio e ci hanno permesso, attraverso la libera espressione di condividere straordinarie emozioni che i bambini hanno rielaborato trascrivendo sui loro quaderni o semplicemente parlandone in classe apertamente.
Mai come oggi è fondamentale educare al rispetto, alla gentilezza, all’inclusione, all’empatia e soprattutto alla gratitudine. Durante le diverse attività proposte, tutte queste tematiche sono state toccate e ci siamo ritrovati spesso a ringraziare e a ringraziarci per i bei momenti vissuti insieme, comprese noi insegnanti che abbiamo fatto esattamente le stesse attività proposte ai bambini, divertendoci un mondo. Maria Montessori diceva 'Per insegnare bisogna emozionare'. E i bambini hanno insegnato a noi adulti ad emozionarci. Ci guidano, ci parlano, ci guardano, ci osservano e ci rallentano con i loro ritmi senza la paura di perdere tempo, sta a noi ascoltarli e comprendere il loro mondo fatto, fortunatamente ancora, di leggerezza, spontaneità e spensieratezza".

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