cultura

Con Massimo Dapporto e Fabio Troiano, al Mancinelli Pirandello è pulp

sabato 22 marzo 2025
di Federica Sartori

Un'altra serata di scroscianti applausi al Teatro Mancinelli ha salutato venerdì 21 marzo l'annunciata commedia "Pirandello Pulp" con Massimo Dapporto e Fabio Troiano. Gli elementi perché il pubblico uscisse dopo un'ora e mezza di risate, sbalordimento, empatia e simpatia nei confronti dei due protagonisti, c'erano tutti: Luigi Pirandello, autore siciliano prolifico e amatissimo; Massimo Dapporto, una carriera superlativa sul piccolo e grande schermo e un'esperienza infinita sui palcoscenici di tutta Italia; Fabio Troiano, brillante attore sul palco e sui set ma anche apprezzato, intelligente e curioso conduttore televisivo di programmi di viaggio, tra arte, natura e curiosità.

I due attori, formatisi all'Accademia d'Arte Drammatica "Silvio D'Amico" il primo e al Teatro Stabile di Torino diretto da Luca Ronconi il secondo, hanno regalato un esempio di grande teatro grazie alla loro bravura, espressività, simpatia, padronanza della scena e a un testo che porta alla luce le debolezze umane, i segreti, le preoccupazioni, la verità. L'incontro sul palco tra Maurizio, il regista che sta per mettere in scena 'Il gioco delle parti', e Carmine, il tecnico che si deve occupare del montaggio delle luci, sarà l'inizio di una seri di momenti inaspettati, coinvolgenti, intriganti. Le prove diventano tutt'altro rispetto allo spettacolo perché ben presto sul palcoscenico non ci sono più un regista e un tecnico ma due persone che si scontrano, si scambiano i ruoli, si confessano e giustificano e accusano.

Carmine non sa nulla della commedia, pertanto il regista gliene deve parlare in modo che le luci siano adeguate. Ma per Carmine c'è un'altra cosa, per assurdo, ancora più importante: soffre di vertigini. Pertanto chi salirà sulla scala per montare le luci? Non si può fare a meno dell'illuminazione e sulla scala sale Maurizio, perché 'il regista è colui che sta in alto!' . Carmine approfitta di quel momento per scendere dalla scala, distrarre il regista ponendo domande sulla commedia e soprattutto dando la propria opinione in merito. Ed ecco che il 'Gioco delle Parti' prima ancora che portato in scena dagli attori che si dovranno esibire, si manifesta tra tecnico e regista.

La commedia scritta da Edoardo Erba parte da Pirandello, smonta i protagonisti invertendo i ruoli, si allontana dal testo dell'autore siciliano per farvi ritorno in modo inaspettato. Maurizio e Carmine argomentano, si confrontano e discutono sul come mettere in scena la commedia. Le visioni sono diverse, opposte, ma si mescolano confondendo entrambi fino a portarli fuori dal testo classico e creare così un 'Pirandello Pulp'. I protagonisti di Pirandello, Leone, Silia e Guido, vengono trasportati nel mondo attuale, con i propri ruoli che adesso si intersecano con quelli di Carmine e Maurizio. È il tecnico delle luci che prende il sopravvento cancellando buona parte dei dialoghi, inserendo alcuni personaggi e togliendo quelli del drammaturgo siciliano con il regista via via sempre meno perplesso.

Commedia ironica, irresistibile, surreale. Che spinge gli spettatori a entrare nel crescente cambiamento apportato da Carmine. L'atmosfera coinvolge, le battute degli attori e dei personaggi si uniscono e confondono e si fondono unendo Pirandello, la commedia, la fantasia e la vita di Maurizio e Carmine. Un Gioco delle parti cresciuto con continui capovolgimenti di ruoli fino ai colpi di scena di un finale inaspettato.

I due attori meritano i lunghi minuti di applausi e i 'bravi… bravi' che si alzano a più voci quando al Mancinelli si accendono le luci. È evidente che in questa ora e mezza per primi si sono divertiti Troiano e Dapporto ed è stato il valore aggiunto al testo brillante e a una, pardon, due mimiche facciali incredibili. C'è Pirandello, c'è la commedia di Edoardo Erba dentro alla commedia 'Il gioco delle Parti', ci sono Dapporto e Troiano in stato di grazia. Tutto sotto la sapiente, solare e vivace regia di Gioele Dix.

 

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