cultura

Horror e inclusione, il 22 marzo il podcast "Nuovi Incubi" sbarca a Orvieto

lunedì 10 marzo 2025
di Pierfrancesco Sampaolo 

Cinema horror, il sostegno al disagio emotivo, un liceo di Orvieto, una libreria e sabato 22 marzo. Cosa hanno in comune tutte queste cose? Lo chiediamo a Marika Paracchini e Laura Patrizi, le due autrici del popolare podcast "Nuovi Incubi" che, appunto, ogni settimana affronta in maniera innovativa e interessante diversi aspetti del cinema horror.

Cosa succederà a Orvieto il prossimo 22 marzo? Come è nata questa iniziativa?

Il 22 marzo saremo a Orvieto per due eventi. Il primo si terrà al Liceo Artistico la mattina, durante il quale prepareremo un episodio del nostro podcast insieme agli studenti, che non solo hanno scelto il tema da affrontare ma che contribuiranno alla puntata con i loro interventi. Il secondo invece si terrà alla Libreria Sovrappensieri e sarà un intervento per parlare insieme del modo in cui il cinema ha usato la possessione demoniaca per parlare di salute mentale. Gli eventi sono infatti finalizzati a sostenere Telefono Amico, una realtà importante proprio per chi ha un momento di difficoltà e necessita di ascolto senza giudizio. L’idea è nata da un’altra associazione, il comitato ciCasco e, soprattutto, da uno dei suoi membri, Leandro Tortolini, che da ascoltatore del podcast ci ha sentite condividere gli stessi valori che sostengono ciCasco.

L'horror è un genere che, in molti casi, viene definito un po’ di nicchia, ossia magari lontano dal grande pubblico, anche perché forse non tutti ne reggono l’impatto. Ma è proprio così oppure, a livello sociale, racconta qualcosa in maniera diversa?

L’horror è un genere di nicchia che, ogni tanto e con pochi film, riesce a sfondare la bolla e a raggiungere un pubblico più ampio. Resta di nicchia anche se si tratta del genere più profittevole in assoluto: girare un horror costa quasi sempre poco, perché di solito si svolge in poche location e non ha bisogno di un cast numericamente massiccio; spesso è anche il genere prediletto da chi esordisce alla regia ed è un trampolino di lancio per future star. È sempre stato una palestra di cinema importantissima.  Non è adatto a tutti per motivi molto semplici: l’horror parla di morte, porta brutte notizie e ha sempre ha che fare con la violenza. Può sottoporre il pubblico a un forte stress psicologico, nonostante la catarsi che ne deriva. Per questo è destinato a essere minoritario. Ma proprio per la sua natura marginale, l’horror può permettersi di dire cose che gli altri generi non dicono, e ci arriva quasi sempre per primo. È un ottimo termometro del clima politico e sociale del momento e, agendo soprattutto per metafore e simbolismi, non ha la necessità di dare troppe spiegazioni. Per questo racconta la contemporaneità in maniera perfetta e spesso ci si stupisce guardando horror di 30 o 40 anni fa, trovandoli attualissimi.

Quanto ha a che vedere con i giovani il cinema horror?

Tantissimo, per non dire tutto. Non solo i giovani sono il target principale del genere, che da sempre è creato tenendo a mente il loro sguardo, ma sono anche il cuore della società, perché ne rappresentano il futuro. Per un genere così attento alla contemporaneità e ai cambiamenti del mondo, è fondamentale parlare a coloro che stanno imparando a conoscerlo e che stanno formando la propria identità in una società che si muove così veloce. Non è un caso, infatti, che i film con protagonisti molto giovani siano innumerevoli, per non dire la maggioranza: possono riconoscere loro stessi, le persone che li circondano e le situazioni che vivono ogni giorno.

Tutti noi ci ricordiamo le favole lette da bambini, da Biancaneve a Hansel e Gretel ma, meno spesso, facciamo caso al fatto che, se fossero rappresentate in un contesto di realtà, sarebbero delle vere e proprie storie horror. Quanto questo stile è dentro le nostre vite senza che noi ce ne rendiamo conto?

Spessissimo, perché la paura è vista come un sentimento negativo, da cui stare lontani. In realtà provarla nei prodotti di finzione è prezioso: ci mette di fronte a circostanze spaventose con la sicurezza del divano di casa o della sala cinematografica, ma aiuta comunque a mettere meglio a fuoco sentimenti molto reali. Aiuta a riconoscere sofferenze condivise e a legittimarci nel provarle. L’orrore mostrato al cinema ha spesso le sembianze di un mostro ma nasconde sempre qualcosa di molto più vicino alla realtà: un lutto, il dolore di un fallimento, le difficoltà delle relazioni umane. È una parte del nostro vissuto che non possiamo cancellare.

Cosa vi ha spinto a creare questo podcast? Dove è possibile ascoltarlo?

L’idea di Nuovi Incubi nasce nell’estate del 2021, anche se la prima puntata del podcast è uscita nell’ottobre dello stesso anno. All’estero è parecchio tempo che la critica specializzata in cinema horror è diventata appannaggio di una pluralità di voci molto diverse tra loro. In Italia, a occuparsi del genere le donne sono sempre state una minoranza molto sparuta. Le cose stanno cambiando negli ultimi anni e soprattutto nelle nuove generazioni esiste una community femminile e queer molto attiva, ma siamo ancora in una fase di passaggio. Nuovi Incubi nasce proprio per dare spazio a voci che, fino a oggi, sono rimaste sullo sfondo. Stiamo provando a fornire un punto di vista fino a ora poco utilizzato. Abbiamo scelto di parlare di horror del XXI secolo proprio perché è stato lì che il genere ha cominciato ad accogliere persone che prima ne erano escluse.  Lo si può ascoltare su Spotify, su Apple Podcast e su ogni piattaforma che ospita i podcast.

 

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