Il docufilm sulla Villa Romana di Poggio Gramignano al "Firenze Archeofilm 2025"

Dopo la partecipazione al Ram Festival di Rovereto, ad ottobre, il docufilm "Lugnano in Teverina: la vita lungo il fiume Tevere 2000 anni fa", voluto e ideato dall’archeologo David Soren, l’archeologo statunitense dell’Università dell’Arizona che fu il primo a scavare a Lugnano in Teverina nel 1988, e diretto nel 2024 da Ermanno Betti sarà proiettato al Firenze Archeofilm 2025, Festival Internazionale del Cinema di Archeologia Arte Ambiente.
La pellicola, che in 25 minuti racconta la straordinaria storia di questo antico insediamento sulle rive del Tevere, sarà proiettata venerdì 7 marzo alle 10 nella Sala Grande, alla presenza di Luca Mandolesi ed Ermanno Betti, protagonisti della produzione The Joseph and Mary Cacioppo Foundation, David Soren, Luca Mandolesi – Flyover by adArte Srl
Il docufilm è interamente dedicato alla storica villa romana di Poggio Gramignano. Il progetto è stato finanziato dalla Fondazione Joseph e Mary Cacioppo e il soggetto è stato scritto dal professor David Soren. Combina analisi scientifica e narrazione romanzata ed è arricchito da spettacolari ricostruzioni in 3D e mira a raccontare la storia del sito attraverso una fusione di realtà e finzione dove il passato della villa viene vivificato mediante avanzate tecnologie di visualizzazione 3D.
"Iniziati nel 1988 - ricorda il sindaco di Lugnano in Teverina, Alessandro Dimiziani gli scavi condotti da Soren hanno portato alla luce una serie di scoperte significative, inclusa una vasta villa rustica del I° secolo a.C. e una necropoli di bambini, rivelazioni che hanno posto Poggio Gramignano al centro dell’attenzione archeologica in Umbria. Il docufilm sulla villa di Poggio Gramignano, vede la partecipazione di Roberto Montagnetti, archeologo originario di Lugnano, che ha dedicato la sua carriera allo studio delle rovine di Poggio Gramignano.
Montagnetti offre il suo punto di vista scientifico e partecipa anche come attore, interpretando se stesso nel ruolo di archeologo nel corso delle ricostruzioni drammatizzate. La produzione ha coinvolto attivamente la comunità locale di Lugnano, con molti residenti, soprattutto bambini, che hanno partecipato come comparse. Il docufilm esplora anche le implicazioni delle recenti campagne di scavo che si sono succedute dal 2016 e che hanno portato a nuove scoperte e interpretazioni che verranno dettagliate in pubblicazioni previste per la fine dell’anno.
Il docufilm darà un apporto importante, in termini culturali ma anche turistici, a Poggio Gramignano che rappresenta un sito di grande interesse capace di attrarre curiosi e turisti da tutta Italia. In questo senso, il documentario offrirà un ponte tra passato e presente, mostrando come la tecnologia moderna possa illuminare le scoperte del passato e coinvolgere una comunità intera nella valorizzazione e nella celebrazione della propria eredità storica.
Originariamente concepita come una residenza rustica, la Villa di Poggio Gramignano si trasformò nel corso dei secoli in un complesso di grande lusso. Le strutture comprendevano ampie aree residenziali, termali e produttive, testimoniando l’importanza economica e sociale di questo sito nel tessuto rurale dell’antica Roma. Le ricerche hanno rivelato non solo la grandezza architettonica del sito, ma anche aspetti della vita quotidiana degli antichi Romani, grazie al ritrovamento di oggetti domestici, decorazioni e mosaici.
Quest'anno inoltre a luglio, ripartiranno gli scavi alla Villa Romana con gli archeologi dell'Università dell'Arizona e lo staff di archeologi italiani, pronti a scoprire nuove testimonianze e nuovi misteri che senza dubbio sono immersi sotto il vecchio colle di Poggio Gramignano".

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