cultura

Con "Ogni promessa è debito" Vincenzo Salemme conquista ancora il Mancinelli

domenica 23 febbraio 2025
di Federica Sartori

Vincenzo Salemme ama Orvieto. Orvieto ama Vincenzo Salemme. Sono ormai trent'anni che il poliedrico attore napoletano sceglie la città del Duomo, e il Teatro Mancinelli, per il suo debutto nazionale. E il pubblico orvietano, spettacolo sold-out da mesi per il debutto di sabato 22 e per il pomeriggio di domenica 23 febbraio, ricambia con la folta presenza, gli applausi, l'affetto sincero tributato a tutti gli attori sul palco al termine di "Ogni promessa è debito".

Due date nella città umbra e poi la compagnia inizia la tournée che li vedrà salire sui palchi dei più importanti teatri d'Italia. La scenografia, accurata. La musica, coinvolgente. I personaggi, ben delineati. La storia, brillante. Gli attori, bravissimi. Vincenzo Salemme mattatore indiscusso, con accanto interpreti eccellenti. Essendo una prima nazionale chi scrive non può parlare troppo della trama e men che meno 'spoilerare' il finale, ma può raccontare che il protagonista è Benedetto Croce, un pizzaiolo sui sessant'anni, vedovo e padre di due figli. Dopo un naufragio fa un voto a Sant'Anna perché salvi la propria famiglia e il cameriere che si trovano con lui. 

Così avviene. La paura è stata così forte che la promessa alla Santa è stata altrettanto importante (un'ingente somma di denaro) e, al rientro a Bacoli, tante sono le persone che a vario titolo, gli chiedono di mantenerla.  Viene travolto da un continuo di richieste da parte di chi si arroga il diritto di beneficiare del giuramento effettuato. La coppia che ha tratto in salvo i naufraghi, il parroco, il sindaco, il fratello, l'impiegato della banca presso la quale ha un consistente debito. 

La voce della coscienza, la dignità, la riflessione verso la quale lo spinge il nuovo comandante dei carabinieri, ma anche il conflitto tra onestà e opportunismo, tra lealtà e furbizia, tra fede e fanatismo religioso, i dialoghi con i due figli, sono elementi che lo fanno sbandare prima di orientarlo verso una scelta ben definita. Il pizzaiolo, grato alla Santa per aver salvato la propria famiglia, si ritrova catapultato in un mondo che giudica, che pretende, che porta non sollievo, non serenità ma confusione e indecisione. 

Poi il colpo di scena. Importante. Risolutivo. Il miracolo accadrà davvero? Saprà Benedetto Croce cogliere il significato di quello che è accaduto? Saprà fare la scelta giusta? Saprà essere un uomo diverso, se non migliore?  Una commedia il cui titolo è perfetto per descrivere ciò che accade, che fa ridere, fa applaudire il pubblico, ma spinge anche a riflettere traendo spunto dal colloquio tra Benedetto e il maresciallo in cui reciprocamente si interrogano «Voi che fareste al mio posto?».

Una domanda che porta con sé una riflessione interiore non semplice, non scontata e che potrebbe rimanere in linea con il carattere del protagonista ma anche spingerlo verso una scelta opposta. Nulla da aggiungere, come già scritto, della bravura di Vincenzo Salemme, attore che ancora una volta cura anche una regia attenta, spigliata, protagonista anch'essa dello spettacolo. Una prima nazionale che ha convinto il pubblico portandolo a ridere, applaudire, sorridere, riflettere. Una commedia profonda, una commedia intelligente. E solo con un testo che provoca divertimento e riflessione, si entra e si resta nel cuore degli spettatori.

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