cultura

"Parlami d'amore", un omaggio alla radio e alle note diffuse in ogni casa

lunedì 3 febbraio 2025
di Federica Sartori

In "Parlami d'amore", lo spettacolo andato in scena al Teatro Mancinelli domenica 2 febbraio, si parla di guerra, di speranza, di morte, di futuro, di amore, durante un periodo specifico dell'Italia, il Ventennio. Il tutto unito dalla musica. La musica che usciva dalla radio. Un elemento importante, la radio, che faceva immaginare così tanto e così bene da condurre l'ascoltare nei luoghi di cui narrava. Si susseguivano la musica classica, l'opera, le canzoni del ventennio e le canzoni popolari. Un omaggio alla radio e alle note che riusciva a diffondere in ogni casa.

La mano dell'autrice del coinvolgente testo teatrale, Costanza Di Quattro, scrive in realtà di un arco temporale di oltre un secolo, fino agli anni '90 del 1900. Racconta dei fratelli Bandiera, eroi del Risorgimento morti nel 1844 per il profondo ideale di unire l'Italia, riportando la poesia di Luigi Mercantini "Una madre veneziana al Campo di San Martino". La musica esce da una radio gracchiante che ha portato nelle case italiane anche la notizia dell'entrata in guerra dell'Italia il 10 giugno del 1940. 

Un testo intenso, che racconta del passato ma così vicino all'oggi, che riesce a saltare da un momento storico a un altro, da un dolore a un sorriso, grazie alla scelta di inserire canzoni che uniscono e rendono unico il filo conduttore. Non è contraddizione, ogni pensiero non è uno strappo dalla frase precedente, ma racconta della vita intera di ogni persona, perché ogni esistenza è appunto l'unione di mille emozioni e situazioni e momenti.

La musica viene suonata dal bravissimo maestro Antonio Vasta che, alternando il pianoforte alla fisarmonica, regala canzoni da canticchiare, su cui ballare, con cui riflettere. La scenografia semplice, basilare, ma piena di significati curata da Paolo Previti. Le luci alternano colori perfettamente assonanti al testo e alle canzoni. La regia pulita e sapiente di un artista orvietano, Pino Strabioli (voce narrante che apre lo spettacolo).

Sul palco un Mario Incudine che è un interprete a tutto tondo. Cantante, attore, ballerino che rapisce il pubblico e lo porta indietro nel tempo, a Roma, a Firenze, nella sua Sicilia. Lo conduce in tante vite, in tanti momenti, in tanti anni diversi. E lo fa emozionando. Una padronanza del testo, della musica, della recitazione che lo rendono un sublime padrone del palcoscenico. È così naturale e convincente, così malinconico e fiducioso, così intenso e allegro che sui volti dei presenti al Teatro Mancinelli nascono sorrisi, serietà, condivisione, risate.

Le mani delle persone che assistono a "Parlami d'amore" si uniscono per applaudire ma anche per battere il tempo di canzoni che sono nel cuore e nella memoria di tutti. E sì, tutti canticchiano anzi cantano proprio, "Tanto pe' cantà" (Nino Manfredi), "Voglio vivere così" (Claudio Villa), "Parlami d'amore Mariù" (Vittorio de Sica) e tante altre canzoni che vanno dal 1932 al 1941 ma di cui se ne conosce e ricorda almeno il ritornello.

Riesce a trasmettere la commozione che nasce dall'ascolto di una canzone dal testo tragico come "Balocchi e profumi" in un modo così autentico, dolce ed empatico da tramutare quella profonda emozione in risata. Ecco, questa è la bravura di un attore! Di un artista completo come Mario Incudine. Poco più di un'ora che riempie molto di più. Riempie il cuore e la testa. Incudine porta metaforicamente il pubblico sul palco con sé invitandolo a cantare e scende, realmente, tra il pubblico stringendo qualche mano, ma raccogliendo a sua volta l'abbraccio dei presenti. 

Tutti tamburellano le mani sui braccioli delle poltrone. Tutti battono il tempo con un piede. Ciascuno canta, magari stona o è fuori tempo, e Incudine è talmente coinvolto e coinvolgente che ferma il pubblico per una, due, tre volte per farlo ripartire con il ritmo giusto. Tra battute e risate. Con la più grande naturalezza e divertimento dell'attore e dei presenti. Alle parole di ogni canzone si fondono le risate e la musica.  Il testo teatrale, la musica, un artista che coinvolgono. Che fanno nascere un sorriso seppur ascoltando parole tristi. Una domenica pomeriggio a teatro che il pubblico di "Parlami d'amore" non dimenticherà.