Collocato nel Pozzo della Cava "L'Angelo del Mattino", è lui l'escluso del 35esimo Presepe
Appeso ad una corda, sospeso in uno strapiombo, ad oltre trenta metri dalla sorgente. Di nuovo lì, per rispettare un impegno ed onorare una tradizione, di famiglia e cittadina, avviata nel 1989. Nel pomeriggio di lunedì 16 dicembre, lo speleologo Filippo Baldini – membro del Treeclimbing Team-b, nonché figlio di Francesco, ideatore del primo Presepe nel Pozzo – si è nuovamente calato nelle profondità di quest'ultimo per "agevolare" l'arrivo di quell'iconico e amatissimo angelo azzurro, apparso per la prima volta venticinque anni fa, che torna puntuale ogni cinque. Unico tema ricorrente, sebbene con soluzioni sempre diverse.
Cade nel 40ennale della riscoperta del Pozzo della Cava, la 35esima edizione di quel piccolo grande capolavoro di passione e follia che, ogni anno, propone un allestimento originale con un tema sempre nuovo, mescolando testi sacri e Vangeli Apocrifi, verità storiche e miti senza tempo. Stavolta appartiene a "L'Angelo del Mattino", il preferito dell'Onnipotente, portatore di luce – "Lucifero", appunto – talmente luminoso da vedersi pure dopo il sorgere del sole, così bello da provare a sfidare il Creatore e ribelle fino ad essere cacciato dal Paradiso, l'insolita voce che racconta il primo Natale, anche attraverso i suoi piani per sabotare il progetto divino della salvezza.
Nelle prime cavità sotterranee, diorami e installazioni di introduzione al presepio vero e proprio allestito nell’ultima grande grotta di origine etrusca, alta 14 metri, scenografica cornice botanica per un finale tutt'altro che scontato. Ennesima scommessa per un evento che non ha mai smesso di rinnovarsi, anche attraverso contaminazioni contemporanee a sottolineare l’attualità di storie e temi insoliti, ma decisamente coinvolgenti. Prosegue così il ciclo de "Gli Esclusi", inaugurato da Artaban e proseguito con Erode. Testimoni che, per vari motivi, non hanno potuto assistere dal vivo al Mistero della Natività, qui rievocata con personaggi semoventi a grandezza naturale.
Realizzati con materiali e tecniche impiegati negli effetti speciali tridimensionali degli spettacoli teatrali e delle riprese televisive e cinematografiche. La riproduzione della pelle umana e dei musi degli animali che tanto incanta i visitatori, specie i più piccoli, viene eseguita utilizzando speciali gomme, silicone, lattice e resine, basandosi su calchi fatti dal vero o su sculture iper-realistiche appositamente realizzate. Elementi che, insieme all'originalità dell'ambientazione – tra i ritrovamenti etruschi, medievali e rinascimentali delle nove grotte del complesso archeologico ipogeo orvietano – concorrono a fare del Presepe nel Pozzo uno degli eventi più suggestivi d'Italia.
"Lucifero pecca di presunzione – anticipa l'ideatore, Marco Sciarra – e mal tollera che Dio abbia deciso di affidare la Terra a creature prive di ali, incapaci di librarsi e quindi limitate come gli umani. Tenta di portare con sé tutti gli altri angeli che, però, non sposano la causa, ma anzi si coalizzano contro di lui creando uno squarcio di luce nelle tenebre, così come tenterà Eva. E poi ci sono i maghi – tre, come gli elementi della tradizione ebraica – che sanno bene che la mirra attira l'acqua, l'oro attira il fuoco e l'incenso attira l'aria – e come i colori primari. Se il racconto, rispetto ad altre edizioni, è lineare, nella colonna sonora è inserita un'Ave Maria cantata con registro di fischio.
Ancora più alto del falsetto, acutissimo, quasi disturbante perché questa Natività è l'estremo disturbo per Lucifero che, intenzionato a condannare il genere umano alla perdizione, si trova sconfitto, e l'estrema bellezza arcana di un ambiente in cui la magia si fonde nella terra, crogiolo di elementi. Il percorso è disseminato di opere d'arte contemporanea rivisitate, anche scimmiottate in un certo senso. Un quadro è realizzato con formelle di argilla, quindi terra – lavorata solo con le penne d'oca da persone diversamente abili nei laboratori dell'Associazione Andromeda – unita all'energia del cielo per proteggere un neonato indifeso, come il mondo".
Il Presepe nel Pozzo 2024/2025 sarà visitabile da lunedì 23 dicembre a domenica 12 gennaio, dalle 10 alle 20 – ultimo ingresso alle 19.45 – consentendo anche di ammirare i ritrovamenti archeologici senza alcuna maggiorazione sui biglietti di ingresso al complesso di Via della Cava 28, entrato nel 2023 nella Rete dei Musei dell'Acqua dell'Unesco e nel 2024 nella lista dei monumenti a marchio “Umbria Culture for Family”. Ovvero 4 euro intero, 2,50 euro ridotto per bambini, studenti, anziani, soci TCI o FAI, possessori dei biglietti di funicolare, parcheggio di Campo della Fiera, Pozzo di San Patrizio, Orvieto Underground o del presepio degli anni passati, gratuito sotto i 5 anni di età.
Incluso nella Carta Unica e realizzato con il contributo della Regione Umbria, rientra nei programmi “A Natale regalati Orvieto” del Comune, che ha concesso il patrocinio non oneroso, "Natale alla Cava” dell’Associazione “La Cava e i Cavajoli" e "Musei in Rete per il Territorio". Sabato 28 dicembre alle 11 e alle 11.30 – al costo di 2,50 euro, su prenotazione al numero telefonico 338.7323884 – il Presepe nel Pozzo sarà anche meta dell’ultima tappa dell'anno di "Tesori dell’Urbe", il ciclo di visite dell'Unitre Orvieto coordinato dal presidente Riccardo Cambri che propone la riscoperta di siti, monumenti, scorci e ambienti del centro storico insoliti di particolare pregio. A curare la visita sarà personalmente Marco Sciarra.
Per ulteriori informazioni:
0763.342373 – presepe@pozzodellacava.it
www.pozzodellacava.it/presepe