"Orvieto in Philosophia 2024" chiude la Decade Kantiana, ma già guarda al futuro
Dieci anni di approfondimenti sulle opere di Immanuel Kant per scoprire e riscoprire quanto sia ancora attuale e moderno il pensiero del grande filosofo tedesco. Con la decima edizione di "Orvieto in Philosophia", che si terrà da martedì 3 a giovedì 5 dicembre, si chiude il progetto della Decade Kantiana avviato nel 2014 che ha visto in questi anni confrontarsi a Orvieto i più importanti filosofi italiani davanti una platea di migliaia di studenti.
Il programma della decima edizione del festival, organizzato dalla Fondazione per il Centro Studi "Città di Orvieto" in collaborazione con l'Università delle Tre Età di Orvieto e la Scuola Comunale di Musica "Adriano Casasole" e con il sostegno e il patrocinio della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto e del Comune di Orvieto, è stato presentato martedì 26 novembre nella Sala DigiPass della Nuova Biblioteca Pubblica "Luigi Fumi".
Ad illustrarlo il coordinatore delle attività di ideazione e realizzazione, Franco Raimondo Barbabella, insieme alla presidente del Csco, Liliana Grasso, al consulente scientifico dell’iniziativa, Massimo Donà, al sindaco di Orvieto, Roberta Tardani, al presidente dell’Unitre Orvieto, Riccardo Cambri e alle dirigenti scolastiche dell'Istituto di Istruzione Superiore Artistica Classica Professionale di Orvieto, Cristiana Casaburo, e dell’Istituto di Istruzione Superiore Scientifico e Tecnico "Majorana-Maitani", Lorella Monichini, le due scuole che unitamente al Liceo Scientifico "Galileo Galilei” di Terni parteciperanno alla manifestazione di quest’anno.
Si inizia martedì 3 dicembre alle 15 all'Auditorium Gioacchino Messina di Palazzo Coelli. All'introduzione di Franco Raimondo Barbabella e Massimo Donà seguiranno le Lectiones Magistrales di Sebastiano Maffettone ("Kant oltre Kant. 300 anni ma non li dimostra) e Massimo Adinolfi ("Relativamente a priori: la curvatura contemporanea della ragione kantiana").
Mercoledì 4 dicembre alle 9.30 nella Sala dei Quattrocento del Palazzo del Capitano del Popolo sarà la volta di Gaetano Rametta ("Concetto cosmico di filosofia e diritto cosmopolitico in Kant") e Francesco Valagussa ("Di quel senso che abbiamo (ancora?) in comune"). Alle 15 all'Auditorium Gioacchino Messina di Palazzo Coelli, Luciano Dottarelli ("Immanuel Kant come maestro di spiritualità e saggezza") e Massimo Marassi ("Kant: una ragione per l'esistenza"). Alle 21.30 al Teatro del Camine il concerto della giovane violinista Carolina Luzi, allieva del Maestro Dino Graziani, accompagnata al pianoforte dal Maestro Riccardo Cambri.
Giovedì 5 dicembre alle 9.30 nella Sala dei Quattrocento del Palazzo del Capitano del Popolo le Lectiones Magistrales saranno quelle di Ilaria Gaspari ("Delusi e quindi guariti") e Lucrezia Ercoli ("Passioni, smanie, malattie: l'etica di Kant e il posto da riservare alle emozioni".
“E’ la conclusione di un percorso iniziato dieci anni fa – ha spiegato Franco Raimondo Barbabella – quando, unica esperienza italiana, decidemmo di dar vita a Orvieto a una decade kantiana sull’esempio di quanto avveniva in Germania in vista del 300esimo anniversario della nascita del filosofo. L’obiettivo era quello di guardare i tempi di oggi con gli occhi di Kant e fare della filosofia uno strumento di riflessione in un periodo in cui sembra invece prevalere la superficialità. E volevamo rivolgerci ai giovani, agli studenti, che in questi dieci anni hanno potuto ascoltare e confrontarsi con i più importanti filosofi di livello nazionale che ci hanno fatto comprendere la modernità del pensiero di Kant”. Gli atti dell’edizione di quest’anno e i principali di quelle precedenti, come ha spiegato Massimo Donà, saranno presto raccolti in una pubblicazione “a testimonianza – ha detto – della rilevanza di quanto fatto a Orvieto in questi dieci anni“.
“Il festival della filosofia – ha detto la presidente Liliana Grasso – è strettamente legato alla mission del Centro studi ovvero far crescere le competenze del territorio. In questi anni sono arrivati a Orvieto 30 relatori di assoluto livello, circa 40 sono stati i docenti degli istituti superiori coinvolti nella preparazione e nell’avvicinamento all’appuntamento a cui hanno partecipato oltre 4.500 studenti e circa 1.000 ne prenderanno parte quest’anno. Ragazze e ragazzi non fruitori ma protagonisti nell’elaborazione di un pensiero critico in un processo in cui si mettono in stretta connessione i tempi del contemporaneo e la filosofia che diventa strumento per elaborare la realtà senza semplificarla. Fare le cose insieme a Orvieto non è mai stato facile – ha aggiunto – ma intorno a questo progetto hanno lavorato tanti soggetti e per noi è grande motivo di orgoglio, non solo in questo caso, essere un elemento di coesione collaborando con tutti gli Enti e le associazioni del territorio ed essere diventati uno strumento di comunità”.
“Questo è un appuntamento che i nostri studenti attendono – ha affermato Lorella Monichini – perché sanno che nel loro percorso di studi si troveranno a che fare con il pensiero di Kant. C’è anche un grande lavoro di preparazione da parte dei nostri docenti che si riflette nei tanti bellissimi interventi fatti dagli studenti in questi anni“. “I nostri ragazzi – ha sottolineato Cristiana Casaburo – hanno bisogno di filosofia, di musica, di etica e di un mondo che non sia solo materiale. E devono imparare a confrontarsi con la realtà ma hanno necessità anche di affrontare ragionamenti complessi“.
“Il festival della filosofia coinvolge tanti soggetti e generazioni diverse – ha concluso il sindaco Roberta Tardani – e testimonia come la città abbia risorse, capacità e competenze elevate che se messe a frutto in maniera collettiva sono capaci di ottenere risultati importanti. Uno degli obiettivi centrati è stato sicuramente quello di far fermare i nostri ragazzi a riflettere in questo mondo che va così veloce e dove spesso non ci sono le occasioni e gli stimoli giusti per approfondire temi rilevanti. L’auspicio è dunque che il progetto possa proseguire anche oltre la decade perché abbiamo bisogno di momenti come questi che possono contribuire anche a far crescere tra i nostri giovani il desiderio di mettersi a disposizione della propria comunità e di impegnarsi nella vita pubblica“.