Il regista Pupi Avati è "Etrusco d'Oro 2024"
"Ma questi sono i miei film!". Lo ha detto Pupi Avati, entrando nella sede della Pro Ponte, allestita come ristorante ma anche come sala cinematografica con quattro maxi schermi e due proiettori giganti dove erano proposti in serie film e documentari firmati dal grande regista. "Ma dove avete trovato tutto questo materiale?! Bellissima idea, anche i film giovanili! Complimenti, mi sento a mio agio come in un set cinematografico. Bravi!". Pupi Avati succede, nel ricevere il riconoscimento a Nicoletta Spagnoli e Simona Marchini, ma l’albo inizia con Filippo Timi e Enrico Vaime, i primi due. L’idea di assegnare a lui, bolognese di nascita, residente a Roma, è nata quando si è scoperto che l’estate la trascorreva in Umbria a Cecanibbi, un passo da Todi. C’è da dire che Pupi etrusco lo è dalla nascita in quanto Ocno, fratello di Euliste, partì da Perugia per fondare Felsina, l’odierna Bologna.
Tanta partecipazione di pubblico e grande disponibilità dell’ospite a familiarizzare con quanti avevano risposto all’invito della Pro Ponte prima che Guido Barlozzetti, al termine della “cena del Lucumone”, salisse sul palco a dialogare con il neo Etrusco d’oro che si è raccontato da par suo come attore, intrattenitore e regista: la sua vita, la sua famiglia, le sue esperienze di venditore, la “fulminazione” di fare un film con un gruppo di amici, i primi insuccessi e poi i successi. Il pubblico in religioso silenzio ad ascoltare lui e a immaginare, attraverso le sue parole, le varie scene descritte. “Io ho cercato sempre o almeno spesso di mettere nei film anche episodi della mia vita, magari con conclusioni diverse, quelle che avevo immaginato, ma che solo nel film sono riuscito a concretizzare”.
Il pubblico avrebbe ascoltato fino all’alba l’illustre ospite, ma c’era da consegnargli l’onorificenza e poi il rientro a Roma. Sul palco è salita la sindaca Vittoria Ferdinandi accanto ad Antonello Palmerini a consegnare l’”Etrusco d’oro”, opera dell’ artigiano orafo Renzo Ercolani, a Pupi Avati. Nella pergamena la motivazione: “A Pupi Avati, Etrusco d’Oro 2024, per la sua sensibilità e professionalità che ha portato la terra etrusca nelle sale cinematografiche di tutto il mondo, raccontando la vita, le storie e le emozioni di tante generazioni, con tatto e intelligenza artistica”.
Avati ha ringraziato dicendo di essere stato felice di aver girato il suo “Dante” completamente nella nostra regione ricca di quelle scenografie naturali e non ricreate in stabilimenti cinematografici e si è complementato con Antonello Palmerini e con i suoi collaboratori per il contesto in cui si è trovato che rispecchia il mistero che alita attorno al popolo etrusco. “Questo premio è estremamente significativo per la mia carriera, grazie”! Un lungo e caloroso applauso ha salutato l’ospite ma anche gli organizzatori che dopo gli importantissimi personaggi delle passate edizioni sono riusciti a concludere la 22esima edizione di Velimna gli Etruschi del Fiume che come argomento aveva “Il Mito in Etruria”, consegnando il riconoscimento a un MITO del cinema e della cultura: “più mito di così”, direbbe Frassica!