Mai controcuore, incontro con lo scrittore Massimo Bisotti a "Civita Luogo del Pensare"
"Siamo un controsenso, viviamo controtempo, andiamo contromano, ci mettiamo controvento, ci prendiamo in contropiede. Ma controcuore non possiamo andare". La popolare frase contenuta nel suo romanzo d'esordio, "La luna blu" – prima edizione pubblicata nel 2012 per Psiconline, l'ultima, aggiornata e ampliata, dieci anni dopo per Mondadori con il sottotitolo "Il percorso inverso dei sogni" – ha ispirato anche un'etichetta. È la filosofia del "mai controcuore" che ha coinvolto lettori di diverse età e, grazie ai social network, reso noto al grande pubblico Massimo Bisotti.
A "Foto/grammi dell'anima. Libere [im]perfezioni", un insieme di racconti fiabeschi, pubblicato per la prima volta da Edizioni Smasher nel 2010, all'età di vent'anni, ha fatto seguire casi editoriali e libri di successo come "Il quadro mai dipinto" (Mondadori, 2014), "Un anno per un giorno" (Mondadori, 2016), "Karma City" (HarperCollins Italia, 2019) e "A un millimetro di cuore" (Mondadori, 2020). "Le presenze assenti. Come allontanarsi dal proprio punto felice" è il titolo provvisorio del nuovo libro che sta scrivendo e la cui uscita è attesa per maggio 2025.
"Chi non vuole esserci, non c'è nemmeno se ti ci siedi accanto. Chi c'è, c'è anche quando credi che non ci sia", la frase diffusa in questi giorni su Instagram con un reel e lo sfondo di Civita di Bagnoregio, dove era già stato a novembre 2023 e dove, colpito dalla familiarità, ha scelto di ambientare il libro. Qui e a Roma, dove è nato nel 1979, dove vive e dove ha studiato Lettere. Nel luogo virtuale dei social, in tempi in cui erano "reale veicolo di condivisione”, invece, ha iniziato a pubblicare frammenti dei suoi testi. "Io ci ho messo il cuore – dice – e le persone il motore".
Al punto che c'è anche chi ha scelto di tatuarsi addosso quei pensieri. Ne parlerà meglio lui stesso, raccontando di sé e del suo percorso – dice di avere iniziato a scrivere perché le sue parole rimarginassero le ferite, una su tutte la prematura perdita del padre, quando era molto giovane, e si chiudessero in cicatrici – venerdì 6 settembre alle 21.30 all'Auditorium “Vittorio Taborra” di Bagnoregio come ultimo incontro della quinta, fortunata, edizione del Festival “Civita Luogo del Pensare”, dialogando con il primo cittadino, Luca Profili.
Appassionato di psicologia, nel libro che sta scrivendo parlerà anche di narcisismo patologico, di coazione a ripetere e di tempo interiore da vivere appieno. "La scrittura – spiega – ha sempre scandito la mia vita. Ho scritto tante pagine di diario e consiglio a tutti di mettere su carta pensieri e verità più intime, è una sorta di auto-terapia. A me, che sono cresciuto troppo in fretta, ha permesso di liberarmi dal dolore. Ora cerco di farlo quando ho veramente qualcosa da dire, a prescindere dalle logiche commerciali e dai contratti con le case editrici.
Restare in posti dove non c'è serenità, logora. La fama è effimera, il successo è guardarsi allo specchio e vedere che abbiamo raggiunto qualcosa che ci rende orgogliosi. Non snaturarsi, premia. Mai controcuore è questo: non rinnegare quello che siamo, rimanere autentici e imparare anche dalle perdite e dai fantasmi interiori, quelli che fanno più paura. Per questo quando scrivo parto sempre da esperienze personali, poi lascio che la mia scrittura si contamini. Riprendo, inoltre, sempre una frase dal libro precedente come un ideale fil rouge.
Del borgo di Civita di Bagnoregio, che ho visto in diversi momenti dell'anno e in diversi orari del giorno mi ha affascinato l'idea di un luogo sospeso che, come un umano, ha parti vulnerabili che si sgretolano, ma la resilienza porta a vincere, la fatica che serve per raggiungere la sommità vale la pena e aiuta a carpire i sussurri di chi qui vive o ha vissuto".
L'ingresso è libero.
Per ulteriori informazioni:
www.civitaluogodelpensare.it