"Acqua ad Orvieto", il volume di Gianluca Antoniella per scoprire un bene prezioso di vita e di storia
Per milioni di anni fu l'acqua l'unico ambiente in cui si manifestò la vita. Poi comparvero i primi ominidi che, come tutti gli altri esseri viventi, dipendevano dall'acqua potabile. Necessità vitale, via di trasporto, regolatrice del clima, risorsa indispensabile, ha influito sulla storia della civiltà in modo indelebile. L'acqua quale elemento fondamentale di vita trova la sua naturale universalità nel minuzioso e mai didascalico racconto di Gianluca Antoniella "Acqua ad Orvieto" (Tipografia Ceccarelli, 2024) che, così come il precedente, "La Nascita di Orvieto", è in distribuzione al costo di 12 euro in alcuni punti vendita della città tra cui l'edicola di Silvia Pollegioni, al civico 304 di Corso Cavour.
Un percorso storico che si snoda tra cisterne, pozzi, lavatoi, caditoi e ovviamente fontane e fontanelle gocciolanti per ripercorrere, a partire dagli Etruschi, il cammino dell'acqua fin sulla Rupe. Un testo che affronta il tema universale e importantissimo di questo elemento cardine della vita dell’individuo e della società. La meraviglia che sta dietro opere d’ingegneria civile come gli acquedotti progettati per prelevare, trasportare e distribuire l'acqua. Di quello medievale orvietano di cui l’autore cerca di ricostruire cronologicamente le sorti e di cui se ne ravvedono le tracce a valle dell'Altopiano dell’Alfina, affacciandosi dalla Rupe sopra i Giardini di Porta Romana.
L'idea di questo lavoro nasce da una passeggiata per i vicoli di Orvieto, scoprendo che una nicchia su un muro altro non era se non un'antica fontanella. Così fonti e fontane tra le 117 pagine, corredate di foto, tornano ad essere elementi urbani che vanno ben al di là della loro funzione di decoro e utilità e diventano elementi architettonici che definiscono un luogo e il suo contesto storico. Come sono stati anche il Pozzo di San Patrizio, nato per volontà di Papa Clemente VII, per garantire ad Orvieto l’approvvigionamento d’acqua anche in caso d’assedio, o la Funicolare Bracci.
Una ricca mappatura di luoghi, anche di quelli più nascosti, punti di incontro tra la città e i suoi abitanti, poco importa se ancora scroscianti di acqua o se ne rievocano solo l'eco. Veri e propri monumenti che testimoniano come l’acqua sia bene prezioso e simbolo di civiltà, capaci di contribuire a creare quella che da sempre viene definita come una "buona prima impressione" per chi arriva nella città alta e strana, non bagnata dal mare.