Così la Musica salvò Orvieto. David Zarko esalta la spiritualità dell'uomo

Ha suscitato grande commozione l'annunciata riproposizione di "Colloquia. Come la Musica salvò Orvieto", nelle tre recite - tutte seguitissime - ospitate da giovedì 4 a sabato 6 luglio al Teatro del Carmine. L'opera originale del regista e attore statunitense David Zarko ha mostrato appieno il suo indiscutibile valore drammaturgico, ispirato da un accadimento storico che ebbe luogo sulla Rupe nella prima parte del 1944.
Due uomini, ognuno personaggio del proprio mondo (il vescovo Francesco Pieri e l’ufficiale tedesco Alfred Lersen) e delle proprie regole, si confrontano crudamente, senza esclusione di colpi e coscienze, attraverso dialoghi espressi in un efficacissimo italiano, merito dell’attenta ed espressiva versione curata da Andrea Brugnera, che è anche uno dei due interpreti, assieme a Lorenzo Bartoli.
La regia di Francesco Bolo Rossini punta sull’esiguità di mezzi tecnici ed arredi per esaltare la parola ed il gesto. Scelta indovinata: ne guadagna la forza espressiva di una narrazione perfettamente ritmica, quasi febbrile, che tiene incollati alle sedie gli attenti spettatori del Carmine, distribuendo copiosamente attimi indimenticabili e spunti di riflessione.
Splendida la prova di Brugnera, un gigante sul palcoscenico, che tratteggia un Oberleutnant della Luftwaffe credibilissimo nelle sue peregrinazioni intellettuali e spirituali alla ricerca della propria salvezza, utilizzando, per tal fine, ogni fibra del proprio corpo. Recitazione diafana e lucidissima, che si contrappone al vescovo Pieri del Bartoli, abile a rendere la delicata, ma mai debole, coerenza di un uomo di fede chiamato a difendere un’intera comunità assieme ai suoi tesori artistici.
Potente il richiamo salvifico attribuito alla musica organistica di Johann Sebastian Bach, capace di incarnare bellezza e spirito e di smuovere verso il bene la coscienza degli uomini di guerra. Suggestivo e di rara efficacia il repertorio musicale selezionato dal Maestro Riccardo Cambri. Con "Colloquia", Orvieto trova il suo canto, quel formidabile poema drammatico che ne esprime il millenario valore in tutta la sua irripetibile possenza.

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