cultura

Venti ricercatori al lavoro alla Necropoli del Vallone di San Lorenzo per la nuova campagna di scavo

mercoledì 10 luglio 2024
di D.P.

Nuova campagna di scavo archeologico alla Necropoli del Vallone di San Lorenzo. Dando seguito al progetto "Montecchio Archaeology Field School" che dal 2017 porta avanti la ricerca, il recupero e la valorizzazione dei beni archeologici presenti su tutto il territorio comunale, da lunedì 1° luglio e per cinque settimane una ventina di ricercatori, americani e italiani, saranno al lavoro rinnovando l'indagine scientifica di carattere archeologico in uno dei siti più importanti di tutta la regione.

L'iniziativa è sostenuta dall’Amministrazione Comunale di Montecchio, a partire dal sindaco Federico Gori, su concessione del Ministero della Cultura, con la supervisione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, in collaborazione con l’Università degli Studi di Perugia, la Kent State University dell’Ohio e l'Associazione Acqua. Archeologi e studenti agiranno sotto la direzione scientifica del professor Gian Luca Grassigli e della professoressa Sarah Harvey.

Gli scavi saranno assistiti dagli archeologi Stefano Spiganti e Francesco Pacelli, fields director delle operazioni sul campo. Il progetto di ricerca è realizzato con la concessione del Ministero e con la stretta collaborazione e supervisione del dottor Luca Pulcinelli della Soprintendenza. Lo scorso anno la campagna di scavo riservò nuove opportunità di studio grazie al ritrovamento di un'inedita tipologia sepolcrale, indice della multiculturalità di un centro umbro fortemente etruschizzato.

Una nuova area indagata tra quelle già interessate dalle campagne 2017-2019 ha consentito l’individuazione di alcune tombe a fossa scavate nell’argilla, con una copertura realizzata con lastre di travertino. Le fosse poco profonde erano contenitive di un ricco corredo. Ogni sepoltura ha restituito, difatti, diverse forme vascolari tra cui olle per utilizzi legati al pasto quotidiano e forme in bucchero di ottima fattura importate da Orvieto, vicino centro egemone dei mercati ceramici.

Altri contenitori sono stati ricondotti ad una produzione locale che, nonostante la minore qualità esecutiva, è tuttavia indice di alto valore culturale della comunità locale. Tra le forme che denotano alcune particolarità è presente un’olla con un foro perfettamente circolare sul fondo utilizzata per rituali legati all'ambito funerario, avvenuti durante l’inumazione del defunto, o utilizzata in vita per i culti demetriaci legati alle pratiche agricole.

Altra particolarità emersa in una fossa, la cui presenza di un pugnale in ferro caratterizzava il genere maschile del proprietario, è il ritrovamento di un altare-mensa quadrangolare di travertino, posto sopra le lastre di copertura della fossa, su cui era stata intenzionalmente lasciata in offerta un’olla in una fase successiva alla prima deposizione. All’interno, ancora presente una sostanza alimentare. Questi materiali sono ancora più antichi di quelli già rinvenuti databili alla fine del VII secolo a.C.

"A Montecchio – sottolineano gli archeologi – si è aperto un nuovo fronte per gli studi sugli Umbri che sta coinvolgendo tutto il nostro territorio. Un punto di partenza per riscoprire quella fondamentale cultura che ha dato il nome alla nostra regione, non escludendo in futuro di organizzare un convegno a livello nazionale proprio su questo argomento. È stato anche sottoscritto un accordo con alcune università per lo studio definitivo delle ossa.

Attraverso radiocarbonio, ricerca degli isotopi e, in alcuni casi, del Dna, che riguarderanno anche l’equino scoperto di recente. Con il passare del tempo il progetto sta diventando sempre più complesso e di esempio per gli altri scavi della regione. Sono state coinvolte tante tipologie di professionalità – archeologi, antropologi, restauratori, paleopatologi, genetisti, archeozoologi – per strutturare uno studio multidisciplinare sulla storia antica di un vasta porzione di territorio".

Al termine delle indagini l'intenzione è quella di pubblicare una monografia dedicata a questo comune del Sud dell'Umbria con risultati chiari e attendibili.