"Quello che non riesci a vedere". Mostra di Outsider Art alla Biblioteca Fumi
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Sabato 22 giugno dalle 17 negli spazi esterni della Nuova Biblioteca Pubblica "Luigi Fumi" di Orvieto si inaugura la mostra dei lavori del Laboratorio di Comunicazione Inclusiva a cui hanno partecipato i ragazzi e le ragazze della Comunità Lahuén in collaborazione con l'Associazione NoGap.
La mostra "Quello che non riesci a vedere", curata dalla filosofa e responsabile della comunicazione per l'Associazione NoGap Ginestra Bacchio e dall’artista romana Flaminia Verdoni, presenta i lavori delle ragazze e dei ragazzi che fra gennaio e giugno 2024 hanno frequentato il Laboratorio di Comunicazione Inclusiva tenuto dalle stesse curatrici della mostra con il supporto degli operatori e dalle operatrici della Comunità.
Durante il laboratorio le ragazze e i ragazzi hanno avuto modo di esplorare varie tecniche artistiche, in particolare il disegno e la pittura, il collage e le tecniche miste, guidati nell’apprendimento e nell’esplorazione creativa delle tecniche proposte attraverso precise tematiche e esercizi di arteterapia, con risultati interessanti e sorprendenti.
"Occupandoci, tra i vari temi, del reinserimento sociale e lavorativo di giovani in doppia diagnosi - scrive Ginestra Bacchio nel catalogo della mostra - l'idea germinale del progetto era quella di coinvolgere i ragazzi e le ragazze ospiti della comunità nella creazione di immagini da utilizzare come contenuti per i canali social e per le campagne di comunicazione della nostra associazione. A tal fine abbiamo ideato e strutturato un corso di disegno e pittura della durata di sei mesi nel quale i giovani coinvolti hanno avuto l’occasione di sperimentare nuove tecniche, così da ampliare le loro possibilità espressive".
Ricorrente l'associazione ai principi dell’Art Brut, o Arte Grezza, termine coniato dall’artista Jean Dubuffet, una delle correnti più note dell’arte figurativa novecentesca. Caratteristica principale di questa corrente erano non tanto i concetti o la forma utilizzati quanto gli artisti stessi, persone in condizione di disagio o malattia mentale che grazie al veicolo dell’arte riuscivano ad esprimere la propria condizione e visione del mondo. È proprio quello che queste ragazze e questi ragazzi propongono alla mostra, una visione, un modo di essere parallelo ai canoni mentali più convenzionali. È possibile restare informati sul programma e le attività dell’associazione NoGap seguendola sui suoi canali, ai seguenti indirizzi:
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Instagram: @nogap_associazione
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