cultura

Lucia Custodi, dalla biologia alle buone pratiche. Chiuso con successo il corso "Bon dice a Ton"

lunedì 15 aprile 2024
di Federica Sartori

Classe 5C - Scuola Primaria Sette Martiri – Ciconia

Abbiamo voluto scambiare alcune riflessioni con la professoressa Lucia Custodi, una carriera da insegnante di biologia nelle scuole secondarie di secondo grado e negli ultimi sette anni docente di buone maniere presso “Intrecci - Accademia Europea di Alta Formazione di Sala". La biologa orvietana, già atleta di successo e presidente del Club Panathlon di Orvieto, da sempre coglie ogni occasione per insegnare e propagandare la buona educazione, il galateo, il bon ton.

Impegno scolastico significa anche educazione, rispetto, buone maniere. Non solo conoscenza delle singole materie, vero?
«Certamente. Alla base della vita di ciascuna persona c’è il sapersi relazionare con gli altri, il conoscere come comportarsi nelle varie circostante in ogni fascia d’età, in qualsiasi ambiente, in qualsivoglia situazione. Queste conoscenze arrivano principalmente dalla famiglia e dalla scuola per poi riversarsi nella società intera».

Da dove nasce il progetto "Bon dice a Ton"?
«Dalle mie due grandi passioni: l’insegnamento e tutto ciò che è il ‘sapersi comportare’. Dopo tanti anni quale insegnante delle scuole superiori, sette anni fa ho accettato di buon grado la proposta della famiglia Cotarella di tenere lezioni di buone maniere presso l’Accademia di Alta Formazione di Sala ‘Intrecci’, a Montecchio, dove la fascia d’età è dai diciotto ai trent’anni».

L’insegnamento negli istituti superiori, poi nella “Scuola di Alta Formazione Intrecci”. Come arriva l’idea della scuola primaria e secondaria?
«Sono convinta che le piante vadano curate dalla radice. E ho creduto fosse stimolante portare il progetto delle regole di buone pratiche confrontandomi con bambini e ragazzi. Le dirigenti dell’Istituto Comprensivo Orvieto-Montecchio e dell’Istituto Comprensivo Orvieto-Baschi, insieme alle insegnanti, hanno apprezzato il progetto da me presentato proponendolo ai genitori degli studenti. L’immediata approvazione, riponendo in me stima e fiducia, mi ha reso orgogliosa e impaziente di iniziare i corsi. Gli alunni hanno risposto con entusiasmo all’iniziativa e si sono impegnati a fondo, costituendo un esempio di buona educazione, rispetto, conoscenza delle regole apprese dal libro da me scritto “Bon dice a Ton”. Nelle classi dove ho sperimentato il corso, ogni ragazzo aveva un cartoncino con un aggettivo per calarsi meglio nell’aspetto pratico delle lezioni. Ed ecco quindi il signor Stile, la signorina Accortezza, il signor Gentile, la signorina Cortesia e così via. L’obiettivo era quello di far scoprire, sin da piccoli, il valore delle buone maniere. Dalle parole degli insegnanti e dei genitori è chiaro che sia stato raggiunto».

Dopo aver conosciuto il significato degli aggettivi associati al comportamento, tutti gli alunni sono entrati nella parte del ‘personaggio’ che hanno scelto mettendo in pratica fin dalla prima lezione le indicazioni ricevute. Subito coinvolti e poi convinti promulgatori delle buone maniere a casa, con gli amici, con i compagni di scuola. Il gioco ‘da farsi e non da farsi’ li ha portati a riflettere sui propri comportamenti quotidiani cambiando le abitudini e acquisendo alcuni valori fondamentali come tenere pulita la mensa, l’aula, la propria cameretta fino ad arrivare a farlo ovunque. Ogni aggettivo scritto sul cartellino ha un valore sia per l’alunno che lo indossa sia per tutti gli altri, diventando così uno scambievole invito ad aiutare chi è in difficoltà, a rispettare la natura, a trattare bene gli animali, a non sprecare il cibo.

La fiducia di insegnanti e genitori rivolta sia alla professoressa Custodi che ai bambini e ragazzi è stata ampiamente soddisfatta. Quando si uniscono le forze, quando l’obiettivo è alto, quando le volontà sono profonde, nulla è impossibile. Il giusto equilibrio tra teoria e pratica, la varietà degli argomenti, la molteplicità dei luoghi in cui applicare le ‘regoline’, sono stati il motivo del successo del corso che ha visto, al termine delle lezioni, la meritata consegna dell’Attestato di Partecipazione. Il riconoscimento non è tanto, o quantomeno non solo, la pergamena ricevuta ma aver appreso alcuni comportamenti e nozioni che i ragazzi stanno portando avanti nella vita di tutti i giorni.

A casa, a scuola, dai nonni, nelle associazioni sportive. Modulare il tono della voce, come sedersi sulle sedie, la disposizione delle posate nell’apparecchiare la tavola sono importanti se non restano fini a sé stessi. E il corso è riuscito in questo. Ha messo le basi che poi verranno applicate in qualsiasi situazione. Sono le piccole cose, le accortezze, che fanno la differenza: non entrare al cinema quando il film è iniziato, saper cogliere la bellezza architettonica di un teatro oltre al valore dello spettacolo a cui si assiste, visitare un museo con attenzione e parlando a voce bassa. Su queste basi, sapranno comportarsi in modo gentile e rispettoso in molte altre situazioni. Ed è stata l’occasione per introdurre anche il grave argomento del bullismo, odioso trattamento che nasce proprio dalla mancanza di rispetto, di gentilezza, di empatia.

«I risultati si sono visti subito e continuano nel tempo perché ricevo spesso brevi video da parte dei genitori dei ‘miei’ alunni mentre apparecchiano la tavola facendo attenzione alla disposizione dei vari elementi, mentre leggono un libro al nonno, mentre seduti in una sala cinematografica fanno attenzione a non sgranocchiare rumorosamente pop-corn e a non farli cadere».

Un corso innovativo, unico nel suo genere, che coinvolgendo gli studenti in prima persona indirettamente porta risultati all’interno delle famiglie ma anche in altri ambiti. Piccole regole di base che vengono acquisite unendo impegno e leggerezza, scrupolo e fantasia, curiosità e simpatia, così da diventare poi gesti naturali. Sarà difficile vedere questi ragazzi con i gomiti sul tavolo, rispondere negativamente all’invito ad aiutare, a non portare rispetto verso la dedizione e il lavoro altrui.

Genitori e insegnanti parlano già di apprezzabili passi avanti in casa, nella mensa, nell’aula, nelle società sportive, nei negozi, negli ambienti di aggregazione. La filastrocca che aiuta a memorizzare i vari comportamenti, le prove pratiche esposte dalla professoressa Custodi, la lettura del libricino “Bon dice a Ton” sempre con garbo e un sorriso sulle labbra, sono state la miglior ricetta per portare più gentilezza nella vita di tutti i giorni.

Lucia Custodi conclude con un largo sorriso soddisfatto «Sono da sempre nel mondo della scuola e propensa a dar fiducia ai ragazzi, ma devo riconoscere che mi sono meravigliata per la loro rapidità e volontà di apprendere alcuni corretti comportamenti e trasmetterli agli altri, compresi i familiari. Voglio sottolineare ancora che tutto è stato possibile in virtù dell’approvazione del mio progetto da parte delle Dirigente scolastiche e delle insegnanti. Non nascondo che mi farebbe piacere se, visto il buon esito di questi primi tre anni, il corso fosse preso in considerazione da altri distretti scolastici regionali e nazionali».

Disponibilità e impegno sono state le parole chiave emerse dal comportamento di tutti gli alunni, senza alcuna differenza tra maschi e femmine, che hanno immediatamente messo in pratica gli insegnamenti suggeriti nel libro "Bon dice a Ton" che ha il valore aggiunto della traduzione del testo in inglese affiancata a quello in italiano.

Le lezioni sono terminate con la consegna degli attestati di partecipazione e, quale dimostrazione pratica dell’insegnamento ricevuto, i ragazzi hanno omaggiato la professoressa Custodi, le insegnanti di classe e le dirigenti scolastiche con un colorato e delicato mazzo di fiori.