cultura

Per i 45 anni dell'Unitus, il FAI apre i complessi monumentali di Santa Maria in Gradi e San Carlo

venerdì 22 marzo 2024
di D.P.

Ricorre quest'anno il 45esimo anniversario dell’istituzione dell’Università degli Studi della Tuscia e, per festeggiare, l'Ateneo viterbese apre al pubblico i suoi gioielli. L'occasione è offerta dalla 32esima edizione delle Giornate FAI di Primavera, in programma sabato 23 e domenica 24 marzo, con visite senza necessità prenotazione – è chiesto un contributo volontario che verrà impiegato per restauri e manutenzioni dei Beni FAI presenti sul territorio nazionale – dalle 10 alle 17, con una pausa dalle 13 alle 14. Narratori, insieme alla Delegazione FAI Viterbo, gli studenti di Beni Culturali che ripercorreranno le vicende diverse, a volte drammatiche, di due complessi monumentali nati con destinazione religiosa e che ancora oggi costituiscono un punto di riferiento culturale e sociale e che saranno accessibili anche negli spazi normalmente riservati agli addetti ai lavori.

Appena fuori le mura medievali, sorge quello di Santa Maria in Gradi. Oggi sede del Rettorato e del Dipartimento di Scienze Umanistiche, della Comunicazione e del Turismo è un antico convento domenicano edificato nel XIII secolo. La prima fase di vita del monastero si estende dagli anni di Papa Innocenzo III e dell’Imperatore Federico II al periodo in cui Viterbo ospita la Curia Pontificia. Sono gli anni di massimo splendore della città, in piena espansione edilizia e culturale, punto nodale dei traffici commerciali e dei percorsi dei pellegrini verso i luoghi santi. Nel 1878, divenuto bene demaniale, l’intero complesso passa al Ministero dell’Interno che lo destina ad uso carcerario e solo nei primi anni ’90 del secolo scorso viene concesso, ad eccezione della chiesa, all’Università.

Quest'ultima ne attua il recupero, rispettandone la stratificazione storico-artistica. Nel percorso di visita si potrà ascoltare, tra l'altro, un aneddoto sull'origine di Santa Maria in Gradi tramandato dagli scritti domenicani e dal '200 si giungerà alla Seconda Guerra Mondiale e al tragico evento della Shoah di cui questo luogo conserva memoria. Sarà, inoltre, inserito un racconto sulle collezioni in mostra nello Spazio Espositivo del Sistema Museale di Ateneo, collocato in alcuni ambienti storici del complesso, senza tralasciare il Polo Bibliotecario e le celle del vecchio Carcere, come pure lo spazio espositivo del Sistema Museale di Ateneo. Ugualmente ricco di fascino, quello di San Carlo, sede Dipartimento di Studi Linguistico-Letterari, Storico-Filologici e Giuridici, situato nel quartiere di Pianoscarano, parte integrante della visita insieme alla Chiesa di Sant'Andrea, oggetto di un recente restauro pittorico.

Il complesso nei suoi vari edifici storici, oggi ristrutturati, ebbe origine dall’antica Chiesa di San Nicola degli Scolari, che da documenti del 1152 risulta dipendente dall’Abbazia di Farfa. Dell’antico edificio, oggi Aula Magna, rimangono il campanile a vela e la facciata dalla caratteristica decorazione a freccia. La struttura interna presenta tre grosse colonne che sostengono tre archi. Restano tracce di un affresco di fine '400 raffigurante la Vergine. L’intitolazione a San Carlo fu data alla prima metà del Seicento. La chiesa, insieme all’orto e al cortile della casa attigua – oggi giardino – passò alla Confraternita di San Carlo, che vi aprì un ricovero per gli invalidi e gli infermi, rimpiazzato nel 1639 dal cosiddetto Ospizio dei Vecchi ad opera della Congregazione degli Oblati di Maria.

Per ulteriori informazioni:
www.giornatefai.it