Tra intraprendenza e ammirazione, inaspettatamente a cena con Marina Confalone

Tre giornalisti con ancora forte l'emozione nel cuore e nella testa per la magistrale interpretazione da parte di Marina Confalone e Mariangela D’Abbraccio di un dramma quale "Buonanotte, mamma!" raggiungono i camerini trovando l’attrice "figlia" sulla scena che deve ancora cambiarsi ma disponibilissima a scambiare qualche parola. Al termine della piacevole chiacchierata con Mariangela D’Abbraccio, decidiamo di aspettare Marina Confalone, per un paio di domande.
Con un po’ di timore e molta faccia tosta confidiamo che la grande attrice non ci prenda per tre ‘stalker’ ma quando la vita, il teatro e la spontaneità si uniscono… accadono piacevolissimi e inaspettati colpi di scena. Arrivata davanti a noi è gentilissima, con un sorriso si schernisce per i complimenti affermando che non sta bene, che ha la tosse. La rassicuriamo che la profondità e grandezza dell’interpretazione ha pienamente nascosto il raffreddamento.
Chiede la cortesia di poter rispondere a qualche domanda andando al ristorante "Mi hanno detto che ce n’è uno proprio davanti al Teatro". Usciamo con lei e percorsi pochi metri scopriamo che è chiuso. Cerchiamo un’alternativa. Sono passate le ventitre, è inverno, le cucine dei ristornati ormai hanno chiuso. La collega ha l’intuizione che si rivela giusta, telefona per avere la conferma il locale sia aperto, e ci offriamo di accompagnare l’attrice.
Parla con noi amabilmente tenendo a mente la strada percorsa così da non avere problemi per ritrovare l’Albergo. Una volta arrivati siamo combattuti tra il lasciarla cenare in pace dopo un’ora e mezza di palcoscenico in un ruolo intenso nel mezzo di una tournée fitta di date oppure entrare con lei per scambiare ancora due parole.
Avere un “mostro sacro” come Marina Confalone a mezzo metro di distanza, annebbia la lucidità e, forse, anche le regole di buona educazione. È lei che ci toglie d’impaccio, invitandoci a sedere, a cenare con lei (decliniamo visto che tutti e tre abbiamo cenato prima dello spettacolo) o almeno di bere qualcosa con lei.
La conversazione, perché non era più un’intervista, è andata avanti con l’ammissione di una carriera nata “Grazie a Eduardo De Filippo. Devo a lui se sono diventata attrice. Era eccezionale come maestro ma anche come insegnante. Pretendeva il massimo da ogni attore della Compagnia, ma lui era il primo ad essere instancabile".
Il luogo e il modo inusuale per parlare con un’Attrice del calibro di Marina Confalone, porta a chi scrive la ‘leggerezza’ di chiederle se si è mai pentita di un ruolo che non ha accettato e annuisce con una battuta “Ah, io sono la donna delle occasioni perdute. Da ‘Speriamo che sia femmina’, ruolo poi interpretato da Athina Cenci, alla serie ‘Un medico in famiglia’ interpellata per impersonare Cettina, a quando la grande attrice napoletana Lucia Conte ha avuto un problema di salute e la sostituzione sarebbe andata avanti per tutte le repliche di uno spettacolo, a non accettare di essere la ‘valletta’ di Pippo Baudo in Fantastico 6 a metà degli anni ’80. E poi altre proposte che neanche mi vengono in mente. Tutte offerte declinate per motivi diversi e il più delle volte in film e fiction che hanno raggiunto un grande successo.”
Dopo i no che ha pronunciato, inevitabile parlare dei sì e quindi dei prossimi progetti. "Oltre alla tournée con “Buonanotte, mamma!”, ad aprile e maggio sarò impegnata in un film per la tv con la regia di Alessandro Gassmann. E il prossimo anno mi vedrete in tv con un progetto grandioso. Non posso dirvi di più, ma vi assicuro che sarà qualcosa di veramente importante.” Marina Confalone ne parla con una luce che le illumina lo sguardo e un sorriso così affabile e gentile che il giornalista curioso che è dentro di noi non prova a insistere.
Immediata e sicuramente anche scontata, visto il successo ottenuto dalla fiction e dal suo ruolo, è la domanda successiva “Tornerà ad interpretare Olga, la ‘poco affabile’ ma mamma di Serena Rossi nella serie ‘Mina Settembre’?” Ha scosso la testa. Siamo dispiaciute e ammettiamo che quel personaggio obiettivamente poco empatico, da lei caratterizzato in modo sublime da renderlo piacevole, mancherà moltissimo.
È stata poi lei a porci domande sulla programmazione al Mancinelli, dove ha calcato il palcoscenico più volte nel corso degli anni, affermando “Grazie per parlare con amore e interesse per il teatro e avermi fatto conoscere gli spettacoli dei colleghi. Purtroppo troppo spesso manca il tempo per essere spettatore.”
Usciti dal locale, memorizzata la strada percorsa dopo il teatro, vi si stava dirigendo. Ormai il ghiaccio era rotto e le abbiamo chiesto se avesse la necessità di tornare al Mancinelli. “No, no, mi serve solo come riferimento per tornare in albergo.” Domandarle quale hotel la ospitasse è venuto spontaneo e così abbiamo cambiato direzione accompagnandola.
E ancora racconti, ancora domande. È stato naturale per chi scrive fare un collegamento tra Orvieto, Teatro Mancinelli e il direttore artistico Pino Strabioli, sapendo che hanno lavorato insieme. “Abbiamo portato nei teatri di tutta Italia uno spettacolo brillante e divertentissimo. Una commedia dal titolo ‘Capasciacqua’. Un’esperienza che ricordo con soddisfazione e piacere. Pino è un intelligente e piacevolissimo amico e compagno di palcoscenico.”
Siamo arrivati davanti all’albergo, abbiamo anche riso perché non trovava il biglietto sul quale aveva scritto il codice per entrare se fosse arrivata dopo una certa ora, invece il receptionist era ancora presente e la porta automatica si è immediatamente aperta.
Un sorriso, una stretta di mano e un doppio binario di ringraziamenti: “Grazie per la chiacchierata. E ancora complimenti e in bocca al lupo per lo spettacolo.” da un lato e “Grazie per avermi fatto cenare. E per avermi accompagnata in albergo. Buonanotte.” dall’altro.
Buonanotte, grandissima Attrice e magnifica Persona!

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