cultura

"Buonanotte, mamma!", Mariangela D'Abbraccio nei panni della figlia: "Un testo più attuale di quando è stato scritto"

sabato 2 marzo 2024
di Livia Di Schino

Una persona che rinuncia, che non ha il coraggio di vivere, non è morta e chi è intorno a lei viene risucchiato in quel vortice di sofferenza solo quando tutto quel dolore che la immobilizza, che non le permette di sopportare l’incertezza che si frappone nell’instabilità tra un passo e l’altro, viene fuori. Viene urlato al mondo. Anzi alla propria madre. In una sera come tante altre. Quando nessuno se lo aspetta.

Mariangela D’Abbraccio rappresenta questo ed altri scorci di oscurità interiore nel proprio complesso personaggio di figlia in "Buonanotte, mamma!", opera della drammaturga statunitense Marsha Norman, premio Pulitzer per la Drammaturgia nel 1983. Con lei sul palco la madre, interpretata da una credibile ed incisiva Marina Confalone che, a differenza della figlia ferma sulla propria posizione, si trova a dare respiro ad un personaggio in progress: incredulità, dolore, disperazione, lacerazione interiore, sfinimento.

Sentimenti che si trovano in progressione nel volto, nei gesti e nelle parole della Confalone che sul finire dello spettacolo sembra quasi non reggere ciò che le sta precipitando addosso e decidere di accasciarsi prima della figlia. Tanta la drammaticità che ha pervaso il Teatro Mancinelli di Orvieto venerdì 1° marzo, che a tratti è sfociata nel grottesco, che riporta alla mente alcune icone di quell’autentico teatro napoletano, alla Eduardo. Entrambe le attrici sul palco, come si sa, sono originarie di Napoli e hanno avuto l’opportunità di conoscere, seppur in tempi e modi diversi, il maestro.

"Questo è un testo che viene proposto un po’ in tutto il mondo – commenta ai nostri microfoni Mariangela D’Abbraccio dopo essere andata in scena –. Mi è sembrato molto attuale, purtroppo. L’altro giorno il Tg mi ha scioccato perché ha confermato che i suicidi sono aumentati, nei giovani tantissimo. Questo purtroppo è molto attuale, più attuale di quando è stato scritto: negli ’80 c’era un gran benessere. L’ubriacatura degli anni '80".

Quali le difficoltà di interpretare la figlia di "Buonanotte, mamma!"?
Lei è una madre, non è una ragazza, ha un figlio almeno di vent’anni che va in giro a far guai. Però è una ragazza come esperienza personale, nel senso che non ha vissuto ancora. Ha cose fallite alle spalle ma non ha questo gran vissuto alle spalle. Infatti dice che la sua vita non ha senso. Per me è un ruolo un po’ insolito. Venendo da altri molto più mattatoriali e anche brillanti. Qua ad Orvieto ho fatto Filumena Marturano, forse anche Napoli Milionaria. Ruoli diversi. Ormai ero arrivata alle mamme e alle nonne. Però questa è una mamma mamma. Adesso scherzo, però mi riporta a fare una cosa insolita. Un ruolo in sottrazione.

Che intende?
Un ruolo che ha già detto tutto. Secondo lei c’è solo da organizzare questa serata. E basta. Quindi non c’è tutta quella visceralità, quel mostrare sentimenti, quel coinvolgere il pubblico. Un ruolo insolito. Infatti, molti si sono stupidi.

Un ruolo che sembra descrivere come quasi cinico...
E sì. Ormai lei non ha più passione: ha già sofferto prima. Quello che vediamo è lei decisa. Lei che non tornerà mai indietro. Quindi è difficile per un’attrice contenere questa cosa.

Prima hai fatto riferimento ad opere di Eduardo…
Sono stata diretta da lui. Eduardo già non recitava più. Però è lui che mi ha portata al teatro.

Che le ha lasciato?
Lui e poi Luca mi hanno dato delle grandi occasioni. Luca, il figlio (di Eduardo, ndr), mi diede la possibilità di fare da Napoli Milionaria a Filomena. Sono entrata nel grande teatro grazie ad Eduardo. Poi chiaramente ho incontrato anche altri grandi personaggi, come Giorgio Albertazzi, che mi ha formato totalmente e tanti registi che ho amato. Come Francesco Losi.

Ci racconta l’incontro con Eduardo…
Mi stavo iscrivendo al Piccolo. Venivo da una famiglia che già si era staccata da Napoli. Tutti napoletani di generazioni: mio nonno primo violino al San Carlo. Quindi strutturati a Napoli che però già vedevano oltre. In quel periodo frequentavo Pino Daniele, in quanto venivo dalla musica. Lui mi disse: “Sei napoletana e vai al Piccolo? Vai alle tue origini”. E quindi incontrai Eduardo. Seguii Pino perché lo ammiravo veramente tanto. Un artista che davvero sentiva oltre. Così andai a cercare Eduardo che stava facendo lezioni di drammaturgia per assistere. Ma non facevo parte del corso e per assistere bisognava chiedere il permesso al direttore, al maestro. Quindi andai là, non so nemmeno cosa ho detto, ma glielo chiesi. Eduardo rispose “Lei è un’attrice, venga domani” e mi diede l’indirizzo di casa. Luca cercava un’attrice per la compagnia che dirigeva lui. Io sono andata a casa di Eduardo e lui mi ha ricevuto nel salotto di casa. Mi vedeva agitata e mi ha offerto un’aranciata. Dopo tre giorni mi trovai in compagna di Luca perché ero in sostituzione e feci due spettacoli con la sua regia. Ho adorato Luca. E’ stato un grandissimo capocomico come Eduardo. Bravissimo attore. Aveva delle qualità rare e ci manca tantissimo. Grazie a Pino, grazie Eduardo!

Nota della Redazione: Orvietonews, giornale online registrato presso il Tribunale di Orvieto (TR) nr. 94 del 14/12/2000, non è una bacheca pubblica. Pur mantenendo fede alla disponibilità e allo spirito di servizio che ci ha sempre contraddistinto risultando di gran lunga l’organo di informazione più seguito e letto del nostro territorio, la pubblicazione di comunicati politici, note stampa e altri contributi inviati alla redazione avviene a discrezione della direzione, che si riserva il diritto di selezionare e modificare i contenuti in base a criteri giornalistici e di rilevanza per i lettori.