cultura

Corpus Domini, è il grande giorno

domenica 11 giugno 2023

Domenica 11 giugno, alle 10, dal Palazzo del Capitano del Popolo faranno la loro solenne uscita gli oltre 430 figuranti del 72esimo Corteo Storico che si uniranno in Duomo alla Processione Religiosa per sfilare lungo del vie del centro storico scortando la reliquia del Corporale, fondamento del Miracolo Eucaristico. Occhi puntati sul nuovo mantello del Capitano del Popolo, realizzato con il tessuto "Aquile Bizantine" della Fondazione Arte della Seta Lisio di Firenze.

I festeggiamenti proseguiranno alle 19 in Piazza Duomo con "Camminiamo insieme per la pace", il  tradizionale Concerto del Corpus Domini organizzato dall’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme – Luogotenenza per l’Italia Centrale Appenninicacon la collaborazione del Comune di Orvieto e del Lions Club Orvieto, il patrocinio della Regione Umbria. Partner dell’iniziativa Opera del Duomo e Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto.

Come anticipato quest'anno protagonista sarà la Banda Musicale della Guardia di Finanza. Nata nel 1926, è una delle più prestigiose compagini musicali a livello internazionale con un vasto repertorio che comprende brani originali e trascrizioni e spazia dalla musica di tradizione a quella contemporanea. Oggi è diretta dal maestro Leonardo Laserra Ingrosso, compositore e trascrittore, che collabora da alcuni anni con direttori d’orchestra di fama mondiale come Zubin Mehta, Antonio Pappano e Kent Nagano e in più occasioni con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma per la realizzazione di eventi musicali di levatura internazionale.

Nel programma le musiche del “Te Deum” di Marc Antoine Charpentier, “I Lombardi alla prima crociata” di Giuseppe Verdi,“Cleopatra”, la marcia trionfale del compositore orvietano Luigi Mancinelli, “Fanfare and Hymn for the Peace” di Marco Somadossi,“Mission” di Ennio Morricone, “Libertango” di Astor Piazzolla, “I dont’ mean a thing” di Duke Ellington, “You are the sunshine” di Stevie Wonder e “Il canto degli italiani” di Michele Novaro.