"Essere se stessi tutti i giorni" di Marco Basili. Pagina dopo pagina, nella ruota della vita
È sera. Fuori è buio e nella stanza le cromature di verde si rincorrono. È il colore preferito di Marco Basili, che siede alla sua scrivania ad un lato della stanza. Nella stanza ci sono un lettino, un divano, sedie e pure Bosco, il suo cane. Il verde non è un coloro a caso, un colore che semplicemente gli piace, ma quello del romanzo della sua vita. Una vita che lo ha visto nascere professionalmente come chef, portandolo a lavorare anche a Parigi e Ginevra, prima di studiare recitazione a Firenze e poi diventare life coach.
E a questo punto che inizia la sua storia di ritorno al territorio, nella sua terra d'origine: il cosiddetto Alto Orvietano. Un lembo di territorio, composto da cinque campanili, che circonda Orvieto. Ad Orvieto, tra l’altro, Basili c’è stato di recente insieme al consulente finanziario Massimiliano Bottoni, co-fondatore del format, e ad alcuni medici, tenendo il secondo incontro ""Emotività & Finanza, l'omeostasi: come raggiungere l'equilibrio fisico, mentale e finanziario", patrocinato da Rotaract Club Orvieto e Rotary Club Orvieto.
"Essere se stessi tutti i giorni" è il suo libro. E proprio per questo siamo curiosi di sapere chi è Marco Basili…
"Questa è una domanda potente. In genere sono io a rivolgerla a chi mi trovo di fronte. La risposta che mi viene da dare è che sono io".
Pone questa domanda a chi ha di fronte, ma esattamente cosa fa un life coach per supportare le persone?
"Il life coach svolge un'attività finalizzata alla crescita personale. Tra le primissime cose deve capire dove si trova la persona che ha di fronte e quali sono i suoi obiettivi. E lo deve scoprire attraverso il racconto. Il life coach non lavora su niente di clinico ma sul potenziale della persona. Sono come Virgilio con Dante" (Marco Basili è tra il serio e lo scherzoso mentre lo dice). "La persona si deve responsabilizzare nel capire come essere se stessa tutti i giorni".
Nella vita lei ha fatto lo chef e poi, ad un certo punto, il life coach. Perché questo cambio di rotta?
"Una vocazione improvvisa. Per dodici anni ho lavorato come chef. Poi arriva l’anno della svolta: il 2017. Sono a Parigi, c’era il festival del teatro italiano e c’era l’Elvira di Toni Servillo. È stato fulminante perché ho iniziato a capire il potere delle parole, della dizione, dello stare davanti al pubblico. Il potere verso se stessi e la possibilità di trasmettere qualcosa agli altri. Quindi decido che voglio fare teatro. Torno in Italia, vado a Firenze, e studio al Teatro a Manovella di Massimo Alì. Nel cambiare voce e dizione mi sono sentito come un supereroe".
E poi la stesura di un libro "Essere se stessi tutti i giorni". Non siamo noi stessi tutti i giorni?
"Dentro di noi sì. Ma quando siamo con gli altri è diverso. Dobbiamo uscire allo scoperto".
"Uno, nessuno e centomila". È per questo che ci sono tutte queste parti vuote, da scrivere, nel libro?
"Esatto. Ognuno ha la sua ruota della vita. Da comprendere e da scrivere".
Come suggerito già dalla copertina. Si realizzano i desideri attraverso l’autostima?
"È necessario capire quale sia l’impedimento per raggiungere l’obiettivo. Il mio compito è quello di aiutare ad attivare il processo creativo per trovare una strada alternativa a quella dove si vede un ostacolo. Il libro diventa uno strumento di lavoro, uno specchio di se stessi per comprendersi, comprendere ed andare verso ciò che si desidera".