cultura

Arte antica e preziosa, il Merletto Orvietano va in mostra a Palazzo Coelli

giovedì 22 dicembre 2022
di Davide Pompei

Prima il disegno su carta, che poi si riporta su una tela di cotone. Quindi l’ornato solitamente fatto di fiori, foglie ed uccelli che, seguendo le linee, consente di imbastirla. Applicati puntina e tondini, si esegue il fondo che può essere girato a stanghe nell'ornato e a tulle tra i tondini. È solo a questo punto che si toglie l'imbastitura, si inumidisce con amido diluito nell’acqua, si stira a rovescio e con ferro, arrotondato in punta e scaldato, si dà rilievo ai tondini.

Operazioni tecniche, queste, che fanno del Merletto Orvietano un'arte antica e preziosa pronta a mettersi in mostra nelle sale espositive di Palazzo Coelli, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto che, insieme al Comune, ha concesso il patrocinio all'iniziativa promossa dal Lions Club, sotto la presidenza di Alessandra Cannistrà. In esposizione, da mercoledì 28 dicembre a venerdì 6 gennaio, dalle 11 alle 17, una trentina di autentici capolavori realizzati all'uncinetto.

Veri e propri quadri d’autore che testimoniano la maestria artigianale di chi li ha realizzati dando conto di un'affascinante tradizione e continuità al grande lavoro di documentazione avviato nel 2016 con il service che ha tirato fuori dai cassetti di case, palazzi istituzionali e luoghi di culto le opere in merletto ancora reperibili. Dai più ricchi tovagliati ai più modesti fazzoletti da taschino, le oltre 700 foto scattate hanno trovato forma nel catalogo generale che sarà disponibile alla mostra.

Quest'ultima è concepita come "un percorso assolutamente unico ed emozionante, dove si viene rapiti dalla bellezza di centrini e altre realizzazioni di grande pregio". "Abbiamo voluto realizzarla – spiega Franco Barbabella, vice presidente del Lions Club Orvieto – per rendere omaggio e dare il giusto risalto ad un’arte unica che risale al 1800 e che, credo, dovremmo adoperarci tutti affinché non solo non venga perduta, ma rilanciata anche attraverso le nuove generazioni.

La mostra viene allestita nei giorni in cui arriveranno tanti visitatori per seguire i concerti di Umbria Jazz Winter, appassionati di musica che invitiamo fin da ora a venire ad ammirare questi capolavori, così da portarsi a casa un altro aspetto artistico e culturale della città. Confidiamo soprattutto nella presenza di tanti orvietani e dei più giovani che, magari, si innamoreranno di un’arte che rischia di estinguersi, proponendosi per dare corso a un nuovo slancio.

Ci piace immaginare che l’arte del merletto possa anche costituire un nuovo volano per l’economia turistica e culturale di Orvieto. L’ipotesi della nascita di botteghe artigiane dove produrre tanti nuovi pezzi unici è auspicabile" per dare seguito a quell'Ars Wetana che svolgeva attività di produzione e confezionamento di merletti con particolari richiami ornamentali al Duomo. La bellezza dell’ornato a rilievo era esaltato dalla stiratura che richiamava da vicino i bassorilievi.

Non è un caso se i disegni decorativi riprendono foglie di edera, elementi floreali, figure ed animali che si trovano proprio sui rilievi della Cattedrale. Secondo le indicazioni del generale Renzo Marziantonio, contenute nel volume "Orvieto, l'Irlanda e il Merletto" sembra che la storia affondi le sue radici proprio nella trina irlandese. Dall'isola britannica arriva una signora irlandese che lavorava come dama di compagnia presso la famiglia del Conte Edoardo Cahen.

Da qui partì il lavoro all'uncinetto del Merletto d’Irlanda e, su iniziativa di alcuni aristocratici, nacque la società di patronato, una sorta di sindacato iniziale, che si proponeva di dare alle donne del popolo un opportunità di guadagno con un lavoro a domicilio, non particolarmente pesante. L’idea del Conte Eugenio Faina fu realizzata grazie al figlio Claudio che si occupò di individuare un lavoro semplice, ma anche di valore, che le donne potessero svolgere a domicilio.

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