cultura

Omaggio a Pasolini al Museo Faina. In mostra "Oriente Occidente" di Salvatore Ravo

martedì 29 novembre 2022
di D.P.

Un viaggio reale, a bordo di autobus e treni, lungo le strade polverose del subcontinente. Ed uno interiore, per perdersi e ritrovarsi. Il silenzio notturno. E poi il brulicare di folle in mercati e stazioni dove sciama un'umanità meticcia. Pace e inquietudine di anime che altalenano tra buio e luce abbacinante. Palme e tramonti, contrasti e assenza di contorni. Voli di rondini, a ricordare che sopra il mare c'è sempre un cielo. Sfumato, indistinto ma autentico come il mistero che avvolge persone, luoghi, animali e piante. Il senso di scoperta che porta con se ogni nuova avventura e la sensibilità come ricetrasmittente delle emozioni. Il ricordo, il ritorno a quel "sapore dolce salato".

E "L'odore dell'India" che Salvatore Ravo ha respirato davvero per un anno, vivendo al Kanoria Art Center della città di Ahmedabad. A condurlo lì, nel 1996, la voglia di conoscere il mondo, una borsa di studio per artisti e l'omonimo volume di Pier Paolo Pasolini, ripubblicato due anni prima da Guanda, consigliatogli da un lungimirante libraio di Napoli. Quel diario di viaggio divenuto libro di culto porta su carta le suggestioni e l'incanto seduttivo di una terra ammaliante – scoperta per la prima volta nel 1961 in compagnia di Alberto Moravia ed Elsa Morante – e l'orrore dell'esistenza che qui più che altrove vi si può condurre.

Quella stessa realtà, caotica e quieta, ha ispirato le opere che andranno in mostra da venerdì 2 dicembre – vernissage alle 11 – a domenica 8 gennaio negli spazi espositivi del Museo Etrusco "Claudio Faina", dirimpettaio al Duomo di Orvieto, città a cui Pasolini ha prestato attenzione e versi e che Ravo ha scelto come luogo dell'anima e di residenza, lasciando un segno importante della propria opera. Nel 2015 ha attivato un laboratorio nella Casa di Reclusione, realizzando 3.000 metri quadri di affreschi insieme ai detenuti, che oggi abbattono metaforicamente le pareti degli spazi comuni, auspicando che possa diventare un modello da esportare in tutte le carceri italiane.

"Oriente Occidente", il titolo della mostra a sottolineare un dialogo necessario tra continenti. A dialogare nel nome dell'arte anche pittura e scrittura. Perché "le emozioni divennero un'architettura fondata su quelle parole". I disegni sono stati realizzati, infatti, direttamente sulle pagine del testo letterario durante quel viaggio di formazione. Trenta, le tele già esposte in Italia e all'estero. La ricorrenza del centenario della nascita dello scrittore, poeta, saggista e regista bolognese offre il pretesto al pittore partenopeo per riproporre l'esposizione, integrata con opere nuove, come l'acquerello su carta "Passaggi", serigrafia numerata che è un omaggio anche a Orvieto.

E, durante il periodo di apertura, organizzare laboratori didattici. Se arte e poesia ispirano, la tecnologia concorre ad arricchire l'esperienza rendendola estetica, musicale, unica e personale per gli spett-attori. Merito di "DeepSoundMe", progetto di Sebastiano Deva, prodotto da Innereo Srl, che consente di dare vita ad una vera installazione. Durante l'osservazione, a partire dal rilevamento istantaneo di Elettrodermical Data Skin, si genererà una musica che risulterà dalla combinazione di più di 33.000 patterns musicali. Ciascuna sessione di ascolto non sarà mai uguale ad un'altra e sempre diversa per ogni utente contribuendo ad agevolare l'immersione.

Per ulteriori informazioni:
www.salvatoreravo.com