Franco Nero al PalaPapini. "Django e gli altri. Molte storie, una vita"
Al secolo è Francesco Clemente Giuseppe Sparanero, ma gli inconfondibili occhi ghiaccio sono quelli di Franco Nero. Anzi di "Django", il suo personaggio più celebre uscito dall'omonimo western all'italiana del 1966. In un ideale dialogo con quest'ultimo, l'attore – classe 1941 – ripercorre la propria vita, densa di vicende professionali e private che raccontano gli anni d'oro del cinema e il passaggio dalla fine del Novecento all'inizio del terzo millennio. È nato così il libro "Django e gli altri. Molte storie, una vita", scritto insieme a Lorenzo De Luca e pubblicato a maggio da Rai Libri.
Delle 352 pagine ha fatto dono lui stesso al sindaco Roberta Tardani, venerdì 30 settembre, al PalaPapini in occasione dell'annunciato "Judo Scuola Day", la manifestazione promossa dall'Asds Judo Yawara Kumiai con il patrocinio di Comune, Coni, Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali – Comitato Regionale Umbria, Centro Sportivo Educativo Nazionale, Croce Rossa e Protezione Civile di Orvieto. In questa occasione, fra targhe e diplomi di benemerenza, il Maestro Franco Penna gli ha consegnato la cintura nera ad honorem Csen – analoga a quella del primo cittadino – in qualità di socio fondatore del Judo Yawara Kumiai.
"Sono sempre stato amante del judo – ha raccontato l'attore e regista – e questa disciplina olimpica è stata anche al centro de 'L'Invincibile Ninja', un film statunitense diretto da Menahem Golan nel 1981 e girato nelle Filippine e in Corea. Il protagonista avrebbe dovuto essere l'allora campione del mondo, Mike Stone, accanto al campione giapponese ShÅ Kosugi. Durante la lavorazione del film, però, mi fu chiesto dal produttore di subentrare nel ruolo di protagonista. Stone sarebbe stato, comunque, la mia controfigura per le scene più estreme come un salto mortale dall'altezza di 70 metri".
Accanto alla carriera cinematografica iniziata nel 1962 con "Pelle Fina" e passata per circa 250 pellicole girate in più di 30 Paesi come attore – oltre ai film d'azione, il filone più intenso resta quello dei gialli a sfondo politico – alle quali vanno aggiunte quelle come regista e ancora le esperienze televisive, le partecipazioni a kolossal internazionali come "La Bibbia" e premi come il Globo d'Oro alla Carriera riconosciutogli dall'Associazione della Stampa Estera in Italia e, proprio quest'anno il Premio alla Carriera al Costa Rossa Festival delle Arti, infatti ci sono le passioni e gli amori.
Da sinistra: Franco Penna, Franco Nero, Gianfranco Greco, Roberta Tardani
Compreso quello antico per il judo che, prima ancora di essere disciplina sportiva da combattimento e metodo di difesa personale, è un metodo educativo in grado di "formare corpo e spirito e lavorare in maniera armonica sul controllo di sé, sull'autostima, l'altruismo e l'empatia, contenendo momenti di rabbia e ribellione, prevenendo prevaricazioni e provocazioni fino a fenomeni violenti come il bullismo". Questo anche lo spirito di trasmissione dei valori che ha scandito la giornata dedicata a (e animata da oltre 400) bambini e ragazzi che sono saliti sul tatami insieme a judoka e tecnici.
Preziosi in questo senso, oltre alle testimonianze de "l'attore italiano che più lavora all'estero", i contributi del Maestro Renato Vinassa, direttore sportivo del Gruppo Kumiai Italia, già tecnico judo delle Fiamme Azzurre, pluricampione italiano e istruttore di terzo livello del Metodo Globale di Autodifesa, Massimiliano Pasca, direttore tecnico del Judo Yawara Kumiai di Orvieto e capo allenatore della Nazionale Italiana Cadetti, il Maestro Gianfranco Greco, presidente e tecnico del Judo Yawara Kumiai, e del Maestro Franco Penna, responsabile nazionale del settore judo del Csen.
Da sinistra: Kuma, Renato Vinassa, Franco Nero, Ilenya Delogu, Gianfranco Greco, Massimiliano Pasca
E ancora del presidente del Coni, Giovanni Malagò, e del colonnello dei Carabinieri, Giuseppe Matera, vicepresidente della Federazione Italiana Judo Lotta Karate ed Arti Marziali, che hanno fatto giungere i loro saluti attraverso dei contributi video, a ribadire che "i grandi campioni nascono e partono dalle associazioni sportive dilettantistiche". Di qui l'auspicio, esternato anche all'Amministrazione Comunale, di lavorare insieme affinché il judo che, ad Orvieto, mancava da circa trent'anni torni ad essere punto di riferimento per i giovani nella società civile locale.
E per tutti coloro che vogliano sviluppare le qualità che può insegnare. "Non meno importanti e determinanti per il raggiungimento di questi obiettivi – è stato ribadito – sono le istituzioni locali, Comune o altri enti, chiamate ad adoperarsi al meglio per trovare sedi sportive adeguate alle associazioni dilettantistiche che praticano il judo, dal momento che nel territorio provinciale c'è una notevole carenza di impianti sportivi con tatami permanenti" dove, magari, potrà fare nuove incursioni anche la maschera animata dell'Orso Kuma, mascotte del Judo Yawara Kumiai, che ha dispensato autografi. Come una star di Hollywood. Secondo solo a Franco Nero.