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cultura

"Ogni parola è una storia" - 10

giovedì 30 giugno 2022

LA PACE È L’UNICA VITTORIA
di Emma Muzi, classe 5B
Scuola Primaria “Erminia Frezzolini” 
Racconto vincitore per le classi quinte
Parola-scintilla: Scoperta
 
Era la notte del 24 febbraio, mi trovavo in Ucraina a Kiev. Stavo dormendo in camera con la mamma e ad un certo punto scattò la sirena. Mi svegliai di soprassalto. Io e la mamma corremmo a nasconderci nelle cantine sotterranee. Avevo paura, non sapevo che cosa stava succedendo e non vedevo il papà da ormai 3 giorni. Sentimmo poi un grande boato, poi delle urla. Una volta finita di suonare la sirena uscimmo e….era tutto distrutto.

Corremmo a casa nostra ma non c’era più niente. La mamma iniziò a piangere ed io ero tanto spaventato. Non sapevamo cosa fare. Poi però la mamma mi prese in braccio, andammo alla stazione e salimmo sul primo treno libero. Viaggiammo per 4 giorni prendendo due treni. Arrivammo così ad Assisi, la città della pace. Era un posto bellissimo: gente che rideva e scherzava ma soprattutto la vera scoperta era che…non c’era la guerra!

Noi non sapevamo l’italiano e non sapevamo comunicare fino a quando non sentimmo un accento simile al nostro, così ci avvicinammo: era una mamma e un bambino. Mi presentai e con Igor, il mio nuovo amico, andai a giocare. Le nostre madri parlarono tanto, era ormai sera e noi non avevamo un posto dove dormire. Così Igor e sua mamma Julia ci ospitarono da loro. Vivevano in una casetta nella piazza principale della città. Era piccola ma carina. C’erano due camere:  in una ci dormiva Igor con la sua mamma, nell’altra ci avremmo dormito noi.

Era tarda notte ed io non riuscivo a prendere sonno. Pensavo sempre alla mia casa e a papà. Alle 8 di mattina sarebbe stato il mio primo giorno di scuola. Ero emozionato ma anche stanco e soprattutto mi sentivo in imbarazzo: non sapevo la lingua e pensavo che nessuno mi avrebbe accettato per come ero. Igor mi prese per mano e insieme entrammo a scuola. Tutti i bambini mi corsero intorno e mi cantarono una bella canzone di benvenuto.

Fu un bellissimo giorno e la settimana volò. Notai che Igor diventava sempre più triste e poi scoppiò a piangere. Lo consolai e gli chiesi che cosa avesse. Lui mi raccontò tutta la sua storia e le sue origini. Mi disse che lui era russo e che si sentiva in colpa per la guerra. Lo tranquillizzai dicendo: “Io sono ucraino, tu sei russo eppure siamo amici! Questo ci insegna che la vera scoperta è che non importa la nazionalità ma la vera e sincera amicizia”. Evitare i contrasti e vivere in pace è già una vittoria.
 
"Ogni parola è una storia" - 9