Parco Archeologico di Coriglia, riprendono gli scavi. Comune al lavoro per l'esposizione permanente dei reperti
Dopo due anni di forzata interruzione, causa pandemia, riprendono gli scavi presso il Parco Archeologico di Coriglia. I ragazzi del Saint Anselm College (Manchester, New Hampshire) in collaborazione con il Parco Archeologico Ambientale dell'Orvietano, hanno ripreso la campagna di scavo che terminerà alla fine di giugno. I primi ritrovamenti a Coriglia sono dovuti a lavorazioni agricole nel corso degli anni '80 del XX secolo. La Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria esplorò lo scavo fino alla metà degli anni '90.
In seguito il Comune di Castel Viscardo acquistò il terreno e dal 2006 iniziarono e si susseguirono le campagne di scavo annuali. I ritrovamenti indicano che il sito è stato occupato continuativamente dal periodo etrusco fino al tardo impero romano. È collocato su dei terrazzamenti che si affacciano sul Fiume Paglia e a meno di un chilometro di distanza da sorgenti di acque termali che hanno influito sulle forme insediative della zona.
Un recente finanziamento ottenuto attraverso la Strategia delle Aree Interne (Area Interna Sud Ovest Orvietano) Sezione Attrattori Culturali ha permesso al Comune di Castel Viscardo di lavorare al fine di trasformare il sito in Parco Archeologico e di adibire una delle sale del Museo Etnografico e del Cotto di Castel Viscardo all’esposizione permanente dei reperti provenienti dalle due aree archeologiche presenti sul territorio comunale: Coriglia e Necropoli Etrusca delle Caldane. L'Amministrazione Comunale sta lavorando al fine di renderli a breve fruibili.