cultura

Cinque donne e tre secoli, dal Rinascimento al Barocco, raccontati attraverso la storia del costume

martedì 14 dicembre 2021

Caterina Sforza (1463-1509), sperimentatrice di belletti in total black. Lucrezia Borgia (1480-1519) dalle bionde chiome, seducente, spirituale, vituperata. Isabella d'Este (1474-1539), influencer ante litteram tra acconciature e profumi. Vittoria Colonna (1490-1547), sposa senza marito e madre senza figli, poeta. Olimpia Maidalchini Pamphilj (1591-1657), filantropa e riedificatrice dal look austero. Sono le donne di potere e di governo uscite, per scelta o giocoforza, dal ruolo di figlie, mogli e madri imposto loro dalla società, che hanno imparato presto ad usare la propria immagine personale a scopo pubblico, nella funzione assegnata loro dalla storia.

La loro personalità è stata passata al vaglio della documentazione coeva e appresa da Elisabetta Gnignera, nota nel panorama accademico internazionale quale storica specialista del costume e delle acconciature medioevali e rinascimentali italiane, attraverso le sfumature di senso che trapelano da lettere e cronache, accostando, come in un puzzle, tessere diverse a comporre un'immagine inedita. Figure complesse come, del resto tale, fu la stagione che si trovarono a vivere le cinque donne-simbolo, intorno alle quali si articolano cronologicamente le 350 pagine del volume, e in cui le apparenze erano ben più di ciò che il termine vuole ancora significare.

Già nel titolo – "Segnora Illustrissima. Stile e vesti delle clarae donne del Rinascimento e del Barocco italiani" – il volume edito da Intermedia Edizioni parla delle complesse ed articolate gerarchie vigenti nell’epoca di interesse quando, specie se destinata a figure orbitanti in contesti centro-meridionali, la corrispondenza corrente registra titoli di ossequio e cortesia. Il libro sarà presentato venerdì 17 dicembre alle 17 nella Sala Nobile del Palazzo Comunale di Nepi e poi domenica 19 dicembre alle 11 a Ferrara, nel Salone d'Onore del Museo di Casa Romei, in concomitanza con la riapertura della Sala delle Tramezze, a cura del Gruppo Archeologico Ferrarese APS, in collaborazione con la Libreria Sognalibro.

Si tratta del primo titolo della neonata collana “Habitus” ideata in collaborazione con l’autrice che ne è anche la direttrice editoriale. La collana si propone di indagare da una prospettiva inedita, fenomeni sociali che hanno fatto la storia dell’abbigliamento e plasmato l’estetica del loro tempo. Per raccontare le vite straordinarie delle donne di potere, Gnignera ha esplorato le fonti documentali. E si è concentrata su aspetti ascrivibili ad un femminino percepito frivolo, mettendo in luce la profondità e facendole parlare in quelle che ha chiamato "biografie vestimentarie". All’iconografia dei ritratti ha aggiunto inventari e note spesa per l’acquisto di tessuti, abiti, gioielli, ricette per belletti e tinture di capelli.

Da lettere e biglietti ha fatto emergere relazioni di cortesia e amicizia che passano per il dono di lozioni, di stoffe pregiate o di una veste all’ultima moda. Da quella, nel doppio significato di abito e immagine, sorge l'essenza di cinque diverse declinazioni dell'essere "Segnora" in un universo fatto da e per i "Segnori". Accanto ad una sintetica cronologia della vita di ognuna, la storica del costume ha fatto scorrere, seguendo gli eventi accaduti, una serie di testimonianze documentarie relative sì alle vesti, ma capaci di gettare una luce nuova sulla società di quel momento storico dove l’apparenza era già sostanza e le mode si imponevano con una perentorietà dettata dalla difficoltà di circolazione delle stesse.

E in corti la cui esiguità territoriale nulla toglieva alla capacità delle loro nobili rettrici, di porsi come vere e proprie influencer del loro tempo. Proprio attraverso quello che resta delle loro apparenze, ognuna di queste cinque donne consentirà al lettore di immergersi nelle atmosfere del Rinascimento e Barocco italiani, a cavallo di tre secoli che hanno gettato le basi di quella eccellenza artigianale e manufatturiera in grado ancora oggi di incantare il mondo. Si tratta della capacità, tutta italiana, di creare "raffinamento esteriore", sollecitata dalla "vanità" ma anche da esigenze politico-diplomatiche e di decoro manifestate a vari livelli dalle varie casate magnatizie.

Che, di fatto, "codificava" un saper fare di eccellenza dove arte, artigianato e tecnologia si fondevano insieme per ottenere risultati stupefacenti. Elisabetta Gnignera ha all’attivo decine di saggi vpubblicati in riviste e cataloghi d’arte e conferenze tematiche sull’abbigliamento italiano del Medioevo e Rinascimento. Tra i suoi studi, le implicazioni vestimentarie scaturite dalle scoperte dell'ingegnere Pascal Cotte, inventore della tecnologia multispettrale Lam, in seguito alla scansione dei dipinti de "La Dama con l'ermellino" e "La Gioconda" di Leonardo da Vinci, ricostruendo le vesti raffigurate nel pre-esistente ritratto di giovane donna ricostruito sotto la superficie pittorica della Monna Lisa conservata al Louvre.

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