"Microstoria e storia della vita quotidiana. Dalla documentazione dei monasteri di clausura femminili XV-XIX secc."

Spiegare la "storia della vita di ogni giorno" attraverso la microstoria, le contingenze, le realtà, i casi particolari, il generale tramite il particolare, l’umano e il quotidiano anche attraverso il religioso, come le esperienze tipiche e peculiari della vita in un monastero, della cultura delle monache, anche di clausura, della religiosità. Utilizzare la temporalità e la materialità attraverso la spiritualità, la macro-storia e le questioni generali, anche attraverso la documentazione prodotta direttamente dalle monache, per dare risposte esistenziali e non solo a vicende umane e storiche, tentando di ricostruire le azioni, i comportamenti, le relazioni sociali, i sentimenti delle varie epoche e persino i cambiamenti storici che ne sono derivati.
Mostrare come il mondo della clausura sia aperto, ricco di relazioni con il mondo esterno, a dispetto di quanto comunemente ritenuto. Questi gli obiettivi del convegno internazionale di studi che si terrà a Viterbo, nel Monastero di Santa Rosa, nel fine settimana. Il titolo già racchiude in sé gli intenti "Microstoria e storia della vita quotidiana. Dalla documentazione dei monasteri di clausura femminili XV-XIX secc.". Un evento di ampio respiro che si apre sabato 20 novembre con la prolusione della professoressa Gabriella Zarri dell’Università di Firenze e l’introduzione domenica 21 novembre della professoressa Francesca Sbardella dell’Università di Bologna, per concludersi lo stesso giorno con la professoressa Frances Andrews dell’Università di St. Andrews.
Attraverso questo incontro, ideato e organizzato dal Centro Studi Santa Rosa da Viterbo grazie al contributo concesso dalla Direzione Generale Educazione, Ricerca e Istituti Culturali del Ministero della Cultura, si intende riflettere su aspetti della vita quotidiana che hanno maggiore attinenza con le attività produttive e gli aspetti più materiali dell’esistenza, utilizzando quanto più possibile la documentazione prodotta direttamente dalle monache: documentazione cartacea (registri, libri, scritture) per un verso, documentazione materiale (oggetti e ambienti) dall’altra. E questo riconduce alle intenzioni del convegno, quelle di spiegare la realtà e le vicende storiche locali e nazionali attraverso la documentazione rinvenuta delle monache di clausura e dei monasteri delle zone più disparate d'Italia, offrendo una panoramica vasta che va dai monasteri perugini di Santa Giuliana e di Santa Maria di Monteluce ai monasteri femminili pisani e veneziani fino ad arrivare a quello Santa Rosa a Viterbo.
Non solo informazioni, aneddoti, scambi epistolari, ma anche le abitudini alimentari possono raccontare la società dell’epoca, come dimostreranno - per un verso - le fonti documentarie presenti nei monasteri di Santa Rosa a Viterbo e di Serra de’ Conti, in provincia di Ancona nelle Marche, e le fonti materiali, come le ceramiche rinvenute in alcuni contesti di scavo come quello delle Clarisse di Finale Emilia, in provincia di Modena, o presso lo stesso monastero di Santa Rosa a Viterbo, per l'altro.

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