"La Fracci è arte che brilla, Orvieto deve essere punto nevralgico per la produzione audiovisiva"

Ingresso, palco e Ridotto del Mancinelli sono diventati gli spazi della Scuola di Ballo dell'Accademia Teatro alla Scala dove, giovanissima, Carolina – scomparsa a maggio all'età di 84 anni e prima donna ad essere tumulata al Famedio del Cimitero Monumentale di Milano – viene portata dal padre tranviere, Luigi, e dove, nel corso del racconto, si incontra con le colleghe, il futuro marito Beppe Menegatti e dà l'annuncio della sua maternità. Le suggestioni della campagna lombarda rivivono sulle sponde del Laghetto di Sugano, con la cascina dei nonni a fare da sfondo.
Negli spazi dell'ex Caserma Piave sono state allestite, invece, la sala prove e i camerini del teatro ma anche la balera dove la regina del balletto acclamata in tutto il mondo "scopre di avere la musicalità" e decide che la danza è il suo futuro. All'Hotel Reale è stata ricreata la stanza d'ospedale dove Carla dà alla luce il figlio Francesco. A Palazzo Monaldeschi della Cervara, nel vicino comune di Lubriano, invece, è ambientata la casa del ballerino Rudolf Nureyev, che le propone di preparare la coreografia de "Lo Schiaccianoci" in soli cinque giorni.
Eccoli i luoghi del luogo trasformati in location, insieme ad appartamenti privati utilizzati per altri adattamenti e a quelli di Roma e Milano, per il film tv da 100 minuti "Carla", distribuito da QMI e co-prodotto da Rai Fiction ed Anele con il contributo del Ministero della Cultura, il patrocinio della Regione Lombardia e la collaborazione del Comune di Orvieto. Qui cast e troupe – per un totale di circa cento persone – hanno girato per tre settimane, tra febbraio e marzo, a ridosso del secondo lockdown, ricreando ambientazioni e atmosfere tra gli anni '50 e gli anni '70.
Oltre duecento le comparse locali impiegate. Insieme alle maestranze sono state coinvolte anche le scuole di danza ed altre realtà nonché alberghi e ristoranti per i servizi di ospitalità e vitto, in un periodo di restrizioni legate alla pandemia. Liberamente ispirata all'autobiografia "Passo dopo passo. La mia storia" (Mondadori, 2013) curata da Enrico Rotelli – "Più luminosa di una stella. Una storia di danza, sogni e amicizia" (Piemme, 2021), il libro per bambini pubblicato a settembre – la pellicola arriverà finalmente nelle sale cinematografiche d'Italia da lunedì 8 a mercoledì 10 novembre.
E poi domenica 5 dicembre alla prima serata televisiva di Raiuno. Giusto un mese prima – nella serata di venerdì 5 novembre, dopo l'anteprima di mercoledì 27 ottobre alla Scala – è stato il pubblico di Orvieto ad applaudire il film in quel Mancinelli che gli ha fatto da "controfigura", finalmente pieno in tutti suoi ordini, al termine di una giornata-evento, dove non è mancato un brindisi beneaugurante con i vini del Consorzio Vino Orvieto. E che a Palazzo Negroni, nella sede della Fondazione per il Centro Studi Città di Orvieto, ha visto anche l'Open Day del corso 2022 di Filmaker Factory con il coordinamento didattico di Giovanni Bufalini.
In questa occasione è stata annunciata la collaborazione con la Scuola di Creatività Digitale "Artithesi". A conferma della volontà dell'Amministrazione Comunale di credere nelle potenzialità dell'audiovisivo e dell'indotto economico che ruota intorno alla "polvere di stelle". Una vera e propria festa per la città. Applausi, malgrado un'imprevista interruzione. E fiori bianchi per la piccola Elisa Proietti, Carla bambina. "Orvieto – ha detto il sindaco, Roberta Tardani – ha dimostrato di essere una città accogliente, attrattiva e funzionale dal punto di vista della logistica per produzioni di qualità.
Per questo stiamo lavorando insieme alla Regione affinché ce ne siano altre. Rappresentare la città alla Scala, in una serata dedicata ad un'icona di grazia, forza e bellezza come è stata Carla Fracci è stato emozionante, così come rivedere insieme ai concittadini angoli della nostra Orvieto sul grande schermo". "Insieme ad Anci e ai Comuni di Perugia e Terni – ha aggiunto l'assessore regionale alla Cultura e al Turismo, Paola Agabiti Urbani – abbiamo finalmente dato vita ad Umbria Film Commission.
Uno strumento che, insieme ad ulteriori investimenti in arrivo, ci aiuterà a far conoscere e riconoscere il territorio regionale, e quindi anche Orvieto, che è una location naturale adatta ad ospitare produzioni e meritevole di maggiore centralità". Soddisfazione ed entusiasmo anche nelle parole dell'attore Pietro Ragusa – nel cast, insieme, a Stefano Rossi Giordiani, Maria Amelia Monti, Gabriele Rossi ed Euridice Axen – che nel film ha prestato "dolcezza alla figura paterna in una Milano operaia che non c'è più", e del produttore esecutivo di Anele, Tore Sansonetti.
"Adoro questa città – ha detto, portando i saluti della produttrice, Gloria Giorgianni – e so della sua qualità della vita. Orvieto deve essere un punto nevralgico per la produzione audiovisiva. Vorrei fosse l'inizio di qualcosa di grande. Tra i tanti ringraziamenti che mi sento di fare, c'è uno speciale per Sonia Broccatelli, production coordinator e location manager". Architetto specializzato in restauro, ma presto prestato al cinema lo scenografo Fabio Vitale si è divertito, con il supporto di tanti, a trovare soluzioni sceniche, soprattutto all'interno dell'ala dismessa dell'ex Caserma Piave.
"Un volume con spazi enormi adattabili – ha detto – che sarebbero ideali per ospitare un teatro di posa, come lo è l'intera città. Magia del cinema e dei suoi effetti digitali che permettono di fantasticare, inventare, moltiplicare e non rimanere fermi a ciò che si può diventare". La stessa impiegata dal regista Emanuele Imbucci accostandosi ad un personaggio dalla forte personalità, dopo le biografie di Nilde Iotti e Michelangelo, per romanzare consapevolmente in fiction "una storia ricca di spunti che meritava di essere raccontata non solo come percorso professionale, ma anche umano.
Un ritratto al femminile di una donna reticente e testarda, talentuosa e severa che, prima di salire sulle punte, è stata una bambina in cerca di equilibrio ed armonia, capace di muoversi come una libellula, elegantissima e forte. Una storia enorme, la sua, da far parlare in formato piccolo per comprendere la forza che l'ha portata a dimostrare che un'étoile può essere anche mamma, quando in tanti prospettavano la fine della sua carriera. Una decisione rivoluzionaria per l'epoca che oggi è contemporanea. Solo con sincerità si arriva all'emozione.
Ed io porterò sempre con me la grande emozione di quando la signora Fracci è venuta ad assistere alle nostre riprese insieme al marito e alla loro affezionata collaboratrice, Luisa Graziadei. Ho impressa in mente l'espressione della somigliante Alessandra Mastronardi che, con tanto impegno e passione, si è avvicinata a questo ruolo, mentre ascoltava i suoi consigli sul palco, e ricordo bene lo sguardo che le aveva restituito da dietro alla mascherina. Anche ora che non c'è più, la sua è arte che brilla per questo abbiamo aggiunto la piccola dedica finale 'A te, étoile per sempre'".
Affidato ad un video messaggio il saluto di Alessandra Mastronardi, trattenuta a Roma da impegni di lavoro. "Volevo far sentire comunque la mia presenza per ringraziare la città di Orvieto – ha detto – e tutte le persone che ci hanno aiutato a portare in scena questa bellissima storia di vita. Siamo stati accolti con tanto calore in un periodo storico molto complicato e ci siamo sentiti davvero a casa. Auguro di amare questo film come lo abbiamo amato noi e spero che gli insegnamenti di Carla possano un domani ispirare giovani al mondo della danza e non solo".

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