I colori di Salvatore Ravo incontrano i suoni di Francesco Pecorari su vinile
Parlano ciascuno i linguaggi della propria arte. E li fanno dialogare per trovare una voce, policroma e unica come l'opera realizzata. Sono uomini, prima ancora che artisti, che non gareggiano, né duellano. Ma camminano, corrono, danzano in cerca di un passo comune. Equilibrando, con gentilezza, la giusta dose di piacere e tormento necessari a far accendere in loro quel guizzo che amalgama ogni loro progetto. Il primo, nel 2015, per dare "libertà" dietro le sbarre del Carcere di Via Roma. L'ultimo, in ordine di tempo, quello che ha visto luce – ed aria – sul finire di un anno straniante come il 2020.
Ancora una volta, ad incoraggiare le pennellate del pittore Salvatore Ravo, le note del sax di Francesco Pecorari. E viceversa. Il risultato sono due serigrafie: "Il senso e il luogo del tempo" – dove il luogo sono i colori e il tempo è la musica – in cui giallo e blu restituiscono verdi opalescenti – e "La sua musica", che vira all'azzurro più poetico, dal cobalto all'ottanio, dal cielo all'oceano, fino alla vetta di una montagna chiamata vita che, a volte, assomiglia a un'isola. Il tesoro è l'amicizia. Il messaggio, profondo e leggero, la speranza che, mai come ora, occorre.
Entro la superficie di 40x60 centimetri si circoscrive uno spazio idealmente infinito in cui librarsi. Un non-luogo in cui la potenza iconografica della pittura non è seconda alla musica se va a tinteggiare il folder in cartone che ospiterà il disco, trasparente giacché le trasparenze mutano e vibrano nelle intenzioni. La presentazione del vinile – realizzato in cinquanta copie numerate – potrebbe, in futuro, dar vita ad una performance, en plein air, come il momento trascorso per la realizzazione. Rivivendo l'attimo in cui i passi hanno imboccato il percorso di un divenire unico.
Un'opera-viaggio unica, una cartella composta da vinile e serigrafie e generata da scelte condivise in cui suoni, colori, armonia, forma, ritmo e linea liberano la possibilità di vedere ciò che si ascolta e di ascoltare ciò che si vede. Una sinestesia viva che è espressione di contenuto o filo del significante. Un controcanto di pennellate a tinte evanescenti e suggestive. Un inno alla libertà e alla vita con il grido finale del sassofono. Perché "la vista e l’udito in questo lavoro guidano gli altri sensi e senti il profumo dell’acqua e del vento che gusti e avverti sul tuo viso prima ancora che ti entrino nell’anima".
Per ulteriori informazioni:
www.salvatoreravo.com
salvatoreravo@gmail.com