La lotta tra luce e tenebre

Giovanni Battista, Leonardo
Giovanni detto il Battista che significa il ‘precursore’, colui che prepara la via alla luce. Finalmente la luce. Erano passati ormai cinque secoli da quando l’ultimo dei profeti aveva parlato in nome di Dio. Un tempo lunghissimo in cui i Giudei vivevano la drammatica involuzione di una fede divenuta un complesso opprimente di gesti, norme, prescrizioni da seguire meticolosamente. Il radicalismo religioso era arrivato a tal punto che il pio israelita avevano l’obbligo di osservare ben 615 precetti, 365 positivi e 250 negativi, un sistema questo che Gesù attaccherà frontalmente. Ma il silenzio assordante di Dio si rompe improvvisamente grazie alla missione di Giovanni che lontano dalla capitale della fede, Gerusalemme, annuncia così: “Io sono voce di uno che grida nel deserto: rendete diritta la via del Signore”. Ma la predicazione del profeta aveva suscitato l’allarme dei rappresentati istituzionali del Tempio, sacerdoti e leviti, che partirono immediatamente per interrogare il Battista: “Chi sei?”.
L’intento non era ovviamente quello di ascoltare le sue parole e farsi battezzare, quanto piuttosto di trovare il modo per metterlo a tacere attraverso un’azione ‘poliziesca’, la stessa che pochi anni dopo subirà Cristo prima della crocifissione. Non è dunque un caso che il vangelo inizia esattamente nel modo come finisce. Il Signore sceglie un semplice uomo, e non un esponente della casta sacerdotale o dell’élite spirituale, per annunciare che il regno di Dio non scenderà dall’alto ad opera di un intervento divino, ma esigerà un adeguamento, o meglio un cambiamento interiore che era quello di abbandonare la via vecchia ed abbracciare la nuova. Le travolgenti parole pronunciate da Giovanni “…rendete diritta la via del Signore” dovevano risuonare come un chiaro invito a correggere radicalmente il modo di rapportarsi con Dio, vale a dire “siete voi che l’avete distorto… bene, ora raddrizzatelo!”. Il messaggio del Battista voleva risvegliare nel cuore degli uomini, credenti e pagani, il desiderio di vita rendendoli coscienti dell’esistenza della luce: Dio è luce, e questa luce illumina ogni creatura. Infatti il Dio della rivelazione non apparteneva a una nazione o a una religione, non era il Dio di un popolo incastonato dentro un territorio o dentro una scelta, ma era universale… era il Dio diogni popolo, lingua, nazione e razza.
La voce venuta dal deserto stava quindi annunciando la fine dell’antica Alleanza, la fine della separazione tra sacro e profano, tra il popolo eletto e il mondo intero, una separazione che nel ‘monopolizzare’ Dio lo aveva isolato dal resto dell’umanità. Irritata dall’atteggiamento del Battista, l’inquisizione inviata dai farisei si faceva via via sempre più stringente: “Perché dunque battezzi se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?”. Giovanni stava battezzando senza nessun mandato, senza nessuna autorizzazione. Lì, in quel momento, c’era anche Gesù di Nazareth, un suo discepolo, ma nessuno sapeva ancora che era lui la luce del mondo. Rispondendo ai sacerdoti, Giovanni conclude così: “In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete…”, e si potrebbe aggiungere “che mai conoscerete”. Chi sta nelle tenebre non crede alla luce, anzi la soffoca, perché dovrebbe aprirsi all’azione dello spirito. La testimonianza del Battista, racconta il Vangelo d’Avvento, avvenne in Betània, al di là del fiume Giordano, in terra straniera, come a dire che la terra promessa si era ormai trasformata in terra di schiavitù da cui bisognava uscire, da cui iniziare un nuovo esodo liberatore.
Il battesimo di Gesù, Verrocchio e Leonardo

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