cultura

"Omaggio a Luis Sepúlveda". Online il podcast del Teatro Null

mercoledì 11 novembre 2020
di Davide Pompei
"Omaggio a Luis Sepúlveda". Online il podcast del Teatro Null

Una voce sospesa tra l'America Latina, a cui apparteneva, e l'Europa, dove si era rifugiato, quella dello scrittore cileno Luis Sepúlveda, attivista instancabile ed eccellente narratore, diventato popolare ai più nel 1989 con "Il vecchio che leggeva romanzi d'amore", dedicato a Chico Mendes, e poi con le favole per raccontare ai bambini i sentimenti universali.

Fino all'ultimo, il "cronista degli ultimi" ha combattuto contro quel Coronavirus che non guarda in faccia a nessuno. Nemmeno a Carmen Yáñez, poetessa e sua moglie due volte. Né a lui che, vigliaccamente, ha prima fiaccato e poi spento, a 70 anni, in un letto d'ospedale del Principato delle Asturie, l'Ospedale Universitario Centrale di Oviedo, tra i Monti Cantabrici e il Golfo di Biscaglia.

A sette mesi dalla dipartita, avvenuta ad aprile, le sue parole rivivono grazie all'attore Gianni Abbate che, nell'ambito del progetto "Open Space Open Mind 2" del Sistema Bibliotecario del Lago di Bolsena, per la Biblioteca Comunale di Valentano, presenta online sul podcast del Teatro Null, "Omaggio a Luis Sepúlveda", disponibile a partire dalle 17 di venerdì 13 novembre.

Esule politico, guerrigliero, ecologista, viaggiatore dal passo ostinato e contrario, "Lucho" esordì con un racconto bollato come pornografia, dal preside del suo liceo a Santiago del Cile. Era il 1963. "Ci innamorammo tutti – ricordò – della nuova professoressa di storia. La signora Camacho, una pioniera della minigonna. Un compagno di classe mi chiese di scrivere una storia su di lei.

Ed io scrissi una quindicina di pagine che finirono però nelle mani del preside. 'Questa è pornografia', mi disse. Provai a replicare dicendo: 'Ma no, questa è letteratura erotica'. Pornografia – tagliò corto – ma scritta molto, molto bene". Nell'omaggio al grande scrittore si ascolteranno racconti scelti dalla raccolta "Tutti i racconti" curata per Guanda da Bruno Arpaia.

"Dopo aver buttato via moltissimi racconti che mi sembravano scritti da un secondo Cortàzar, però meno bravo di lui – disse in un'intervista – mi decisi a raccoglierne alcuni in un libro. E lì imparai che il genere che più mi piaceva, era il genere più difficile: il racconto breve. Quando scrivi un romanzo, a volte può succedere che i personaggi ti sfuggano di mano e va benissimo.

A patto che poi tu riesca a recuperarli e a ricondurli sul sentiero prestabilito. Nel racconto non può accadere neanche questo, non ne hai il tempo e la possibilità, eppure in quel genere mi sento a mio agio perché la sfida è terribile: il racconto è narrazione pura". Di qui, il piacere di leggere. Ed ascoltare e riascoltare, anche scaricando il file disponibile, a giorni, a questo link

Per ulteriori informazioni:
347.1103270