cultura

Addio al "Maresciallo Rocca", Gigi Proietti

lunedì 2 novembre 2020
Addio al "Maresciallo Rocca", Gigi Proietti

Il mondo della cultura e dello spettacolo dice addio a Gigi Proietti, l’indimenticabile "Maresciallo Rocca" che ha portato Viterbo e la Tuscia nelle case di tutti gli italiani. Ricoverato da giorni in una clinica romana per accertamenti, era stato colpito domenica 1° novembre da un grave scompenso cardiaco. Da subito le sue condizioni erano apparse molto serie.

Proprio lunedì 2° novembre Proietti avrebbe compiuto 80 anni. "Nelle prime ore del mattino – hanno fatto sapere i familiari – è venuta a mancare all’affetto della sua famiglia Gigi Proietti. Ne danno l’annuncio Sagitta, Susanna e Carlotta. Nelle prossime ore daremo comunicazione delle esequie".

In una carriera lunga oltre 50 anni ha spaziato dal cinema al teatro. L’incontro con Orvieto ha due tappe significative per altrettanti appuntamenti che riscossero grande successo. La prima volta fu il 6 novembre 1998 per il debutto al Teatro Mancinelli dell’opera teatrale "La Pietà" di Vincenzo Cerami e Nicola Piovani. Uno "stabat mater" concertante per due voci femminili, quelle di Rita Cammarano e Amii Stewart e, appunto, l’inconfondibile e intensa voce recitante di Gigi Proietti, con le musiche di Piovani eseguite dai ventidue elementi dell’Orchestra Aracoeli diretti dall’autore.

La seconda volta di Proietti ad Orvieto fu, invece, agli inizi di settembre del 2002 in occasione dell’apertura della Stagione Teatrale 2002/2003 del Mancinelli. Dopo il grandissimo successo registrato al Teatro Brancaccio di Roma, nello spazio insolito della Piazza d’Armi della ex caserma Piave, il grande mattatore portò in scena, il suo ultimo spettacolo "Io, Toto e…gli altri".

Tra le tante manifestazione di cordoglio non sfugge quella dell'Arma dei Carabinieri che ha reso omaggio all’indimenticabile “Maresciallo Rocca”, serie televisiva Rai girata a Viterbo e andata in onda sulla prima rete del servizio pubblico tra il 1996 e il 2005. In una nota sull’account ufficiale Instagram l’Arma scrive: “Ha saputo farci sorridere con tanti personaggi e mille sguardi, espressioni, battute, barzellette. Noi vogliamo continuare a ricordarti così, col volto del Maresciallo Rocca, che hai interpretato con umanità, passione e la giusta dose di ironia. Ciao Gigi!”

Viterbo aveva ringraziato Gigi Proietti onorandolo, nel 2013, della cittadinanza onoraria con una cerimonia a Palazzo dei Priori. In quell’occasione il grande attore non mancò di ricordare la sua esperienza viterbese ringraziando la città e l’amministrazione con la simpatia che lo ha sempre contraddistinto: “Non si può mai star tranquilli, non me lo aspettavo: una sorpresa molto gradita".

Questo il ricordo del sindaco, Giovanni Maria Arena: "Viterbo piange la scomparsa di Gigi Proietti. Un grande attore, doppiatore, conduttore televisivo, regista, direttore artistico, insegnante e soprattutto cittadino onorario, dal 2013, quando l’allora amministrazione Michelini gli conferì la cittadinanza onoraria. Un figlio adottivo per Viterbo, amato da tutti. 

Tutti noi viterbesi, appena saputa la triste notizia, anche solo per un attimo, ne sono certo, siamo tornati con la mente a quei giorni di ormai tanti anni fa, quando Proietti lo vedevamo girare per Viterbo, vestito da carabiniere nei panni del Maresciallo Rocca. A piazza San Lorenzo, a San Pellegrino, o in tanti altri luoghi della nostra città che tanto piacquero a Proietti e al regista Giorgio Capitani, anche lui cittadino onorario viterbese, con l’allora amministrazione Gabbianelli. 

Viterbo deve molto a Gigi Proietti. Ricorderà le sue energiche e decise strette di mano quando tra una pausa e l’altra della serie tv che stava girando si concedeva per una foto, ricorderà la sua eleganza e la sua ironia. Ricorderà la sua bravura. Sarebbe più corretto parlare di grande professionalità. Ma Gigi Proietti era bravo davvero. Anche e soprattutto a conquistare il consenso e l’affetto del pubblico. Se ne è andato in un giorno importante, lo stesso giorno in cui era nato 80 anni fa. Viterbo, commossa, si stringe al dolore dei familiari". 

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