cultura

"La Nascita di Orvieto". Nel libro di Gianluca Antoniella, la storia della città

venerdì 25 settembre 2020
di Davide Pompei
"La Nascita di Orvieto". Nel libro di Gianluca Antoniella, la storia della città

Racchiudere 2,5 milioni di anni in 80 pagine, passando in rassegna le oltre 50 chiese censite – nel corso dei secoli – sulla Rupe. Ci è riuscito Gianluca Antoniella che, senza troppo clamore ma con sentimento autentico, da un paio di settimane ha dato alle stampe "La Nascita di Orvieto", agile volumetto di gradevole consultazione, in distribuzione al costo di 10 euro in alcuni punti vendita della città tra cui l'Edicola di Silvia Pollegioni, al civico 304 di Corso Cavour.

Un personalissimo contributo, quello dell'autore, alla città dove è nato e cresciuto. La consapevolezza di vivere in un luogo tutt'altro che anonimo ma, al contrario, ricco di storia e cultura è arrivata con l'età adulta, passeggiando tra vie, vicoli e piazze e, alzando gli occhi, sorprendersi di inaspettati elementi urbani che, al di là del Duomo, sono tutt'uno con il tufo. Chiostri, cortili, chiese e palazzi ma anche scorci e androni privati che invitano a curiosare e a saperne di più.

Ecco, questa pubblicazione – l'ennesima dedicata alla città alta e (sempre più) strana – è prima di tutto una risposta alle legittime domande storiche che tanta contemplazione suscita. Le prime risposte arrivano citando le prime pagine di una guida storico-artistica della città curata nel 1896 da Giuseppe Pardi. "Molte cose – osserva l'autore – sono cambiate, ma la descrizione che ne fa il professore mi è sembrata semplice ed esaustiva. Ha creato in me un interesse curioso.

Anche per la presenza di alcune parole che si usavano alla fine dell'800. Ho cercato di ricostruire la nascita della Rupe, i primi popoli che la abitarono, la conquista romana a scapito degli Etruschi, il periodo longobardo e l'evoluzione religiosa in ambito architettonico". Molto, inevitabilmente, il materiale consultato e citato nelle note bibliografiche del testo che, tuttavia, ha la forza di essere qualcosa di più di un compendio del già detto corredato da foto, mappe e cartine.

Accanto alle immagini resta la forza della ricostruzione storica e il sentimento di attaccamento che portato alla realizzazione del lavoro. L'ordine cronologico scelto muove dal Tempio del Belvedere tra gli edifici di culto disseminati lungo le strade o quello che di essi, oggi, resta. Laddove queste non esistono più, infatti, giungono in soccorso i disegni del Sanvitani del 1662 che testimoniano l'esistenza di una città che non c'è più ma che, ancora oggi, non smette di affascinare.