Tutti i colori dell'Italia che vale
L’economia moderna ha rinominato e riclassificato le attività attraverso una differenziazione cromatica, si parla di Green Economy per le attività ecologiche, delle sottostanti Blu Economy e White Economy per la protezione e valorizzazione degli ambienti marini e delle riduzioni di emissioni dannose all’atmosfera, della Golden Economy per lo sviluppo del patrimonio culturale, della Orange Economy per la creatività e l’innovazione, della Yellow Economy per il boom dello sviluppo commerciale delle aziende che vendono nei mercati del sud-est asiatico, della Brown Economy, ormai considerata al tramonto, della società consumistica “usa e getta”.
I modelli economici tradizionali sono stati ormai stravolti dalla nuova era del COVID, che genera tuttora dolorose incertezze negli effetti e nella durata, che sta costringendo le imprese alla “navigazione a vista” con la revisione e il cambiamento di tutte le politiche strategiche di breve e medio termine.
Gli italiani definiti da Sandro Pertini come “popolo onesto e laborioso” si ritrova a dover affrontare delle difficoltà fino ad oggi sconosciute, non solo a livello economico, ma più in generale nelle dinamiche sociali, nella libertà di spostamento, nella modalità di lavoro e, più imminente, sulla controversa possibilità per la data di effettiva riapertura delle scuole con modalità idonee alla tutela della salute.
I tanti italiani, eroi silenziosi di tutti i giorni, hanno bisogno anche di esempi positivi per affrontare con coraggio i momenti più difficili, con la forza di reagire alle difficoltà della vita, temi che vengono sapientemente trattati da un punto privilegiato di osservazione da Valentina Bisti, nota giornalista e conduttrice RAI, intervistata da Roberto Pomi, nella suggestiva cornice di Civita di Bagnoregio, nella serata dedicata alla presentazione del suo nuovo libro “tutti i colori dell’Italia che vale”.
Emozioni a tinte forti trasmesse dalla Bisti nei racconti di chi è “sopravvissuto alle sfide della vita”, di persone che danno un messaggio di speranza, fatti di cronaca che si intrecciato con la vita privata, esperienze vissute in prima persona nella professione del reporter che si trova a raccontare sul campo delle tragedie umane, non con la propria voce, ma con la voce dei protagonisti, con le loro paure, la loro disperazione, ma soprattutto con la loro grandissima forza di andare avanti e di ricreare una collettività smarrita dai disastri di un terremoto che ha spazzato in un attimo i luoghi della propria vita.
Il valore dei luoghi è nel cuore e nelle parole di chi riesce a raccontare gli aneddoti della comunità, le caratteristiche di posti unici, a volte in posti straordinari come Bagnoregio e Matera, esempi di storie difficili e romantiche, di sindaci coraggiosi e controcorrente che hanno avuto il merito di aver dato una svolta importante tale da trasformare, nel primo caso un “borgo che muore” ad uno dei borghi più vitali e più belli d’Italia, e nel secondo caso si è passati dalla città “vergogna d’Italia” alla capitale europea della cultura.
Il filo conduttore del libro lo troviamo nel ricordo della frase di Bruno, l’amato nonno dell’autrice, che consegna a ciascuno di noi una soluzione mai cosi attuale “troveremo tutti insieme una grande forza, per farcela, per andare avanti e godere di quello che la vita vorrà ancora regalarci”.