Gli studenti dell'Artistico imparano il lavoro degli archeologi a Ferento
La professione dell’archeologo è forse una delle più affascinanti ed invitanti in quanto il mistero, il piacere della scoperta, imparare ad essere investigatori e detective, impiegare le nuove tecnologie negli scavi, rendono questo lavoro attualissimo e molto amato dai ragazzi. Proprio l’attualità del mestiere dell’archeologo ha portato le professoresse Francesca Pandimiglio e Cinzia Baiocco, rispettivamente docente esperto e docente tutor del Liceo Artistico "Midossi" di Vignanello a ideare un modulo, all’interno dei progetti PON, sul tema della ricerca e della scoperta del nostro passato.
Il dirigente scolastico Franco Chericoni, sempre attento alle innovazioni metodologiche didattiche, ha acconsentito di poter avviare un percorso di conoscenza dei territori e dei siti archeologici della Tuscia ed in particolare, visto che già l'anno scorso gli studenti hanno svolto un iter di Alternanza Scuola Lavoro presso il Museo Archeologico della Rocca Albornoz di Viterbo, di effettuare un monitoraggio per la tutela e conservazione del sito di Ferento. La collaborazione fattiva del liceo con l’Associazione Archeotuscia è stata fondamentale per l’esercizio e la pratica della ricognizione e la ripulitura nella zona delle terme, e inoltre ha consentito uno sviluppo della consapevolezza del valore storico e sociale per la promozione e la fruizione dei siti e dei beni archeologici.
La parte propedeutica del modulo ha riguardato una serie di lezioni tenute dalla professoressa di Storia dell’Arte Francesca Pandimiglio e dalle archeologhe Francesca Ceci, dei Musei Capitolini, e Giovanna Ottavianelli, collaboratrice dei Musei Vaticani e dell’Università La Sapienza di Roma. La professoressa Annalisa Scarponi ha invece condotto una visita guidata ed ha spiegato ai liceali che la città etrusca di Ferento, nata intorno al IV secolo a.C. sul colle tufaceo di Pianicara, tra i torrenti Vezzarella e Acqua Rossa - altra famosa località sita sulla parte opposta sul colle di San Francesco, di origine arcaica distrutta alla fine del VI secolo a.C. - da colonia graccana diventa municipio con uno sviluppo urbanistico imponente in età augustea. In questo periodo vengono costruiti il teatro, un anfiteatro, il Foro, l'Augusteo; invece al II secolo d.C. risalgono la costruzione delle terme e i rifacimenti edilizi relativi al teatro.
Intorno si estendono le necropoli antiche, soprattutto a Pianicara, e sulle attigue alture, dall'età ellenistica all'età imperiale, dove sono state messe in luce numerose tombe a camera a pianta irregolare. Una di queste tombe, di importanza notevole per evidenziare la romanizzazione in Etruria e per gli aspetti linguistici ed epigrafici che rivestono le iscrizioni ivi rinvenute, apparteneva ai Salvii, antenati dell'imperatore Otone, che proprio a Ferento ebbe i natali. In seguito l’abitato, ridotto a piccolo castello, viene distrutto dai Viterbesi nel 1172 con l’accusa di eresia. I ragazzi del liceo hanno consultato in primis la planimetria, realizzata dall’ingegnere Luciano Proietti, presidente di Archeotuscia, per individuare il perimetro murario a blocchi di impianto regolare e hanno poi tracciato, con il rilievo archeologico, l'asse principale del tratto urbano della Via Ferentiensis, ovvero il decumano.
In particolare, Ottavianelli ha tenuto un corso specifico sulla ceramica, sulle tipologie e sulla modalità di censimenti dei beni rinvenuti. I ragazzi hanno anche elaborato una serie di rilievi e di opere ad acquerello dei monumenti presenti in situ, quali il teatro, le terme, il decumano, le cisterne, le domus. Alcuni gruppi di alunni hanno appreso le tecniche della catalogazione e della compilazione di schede, divise per diverse Unità Stratigrafiche riguardanti le varie porzioni di territorio. Altri studenti hanno realizzato una vera campionatura dei reperti ceramici ritrovati nella sezione della cisterna. Gli elementi ceramici sono stati suddivisi per tipologia e i ragazzi hanno poi individuato le parti diagnostiche delle tantissime parti ceramiche.
L’attività della ripulitura e di monitoraggio ha invece interessato l’area del calidarium e del tepidarium all’interno delle terme. E’ stata asportata la vegetazione infestante e un gruppo di ragazzi ha fatto la ricognizione fotografica archeologica, prima, durante, dopo l’indagine. Il modello didattico elaborato sul sito di Ferento evidenza come un sito archeologico fruibile possa costituire il contesto ideale per lo sviluppo di percorsi di educazione al patrimonio la cui finalità principale è fornire gli strumenti necessari a dare senso e valore alle testimonianze culturali, sollecitando negli studenti il senso di responsabilità nei confronti del patrimonio il quale costituisce la base di un’azione di tutela partecipata, contestualizzata, diffusa e soprattutto duratura.
Grazie alla sua caratteristica interdisciplinarità il patrimonio è utilissimo per sviluppare competenze connesse all’apprendimento permanente: intendendo per competenze l’insieme di conoscenze, abilità e atteggiamenti trasversali importanti per l'intera vita; utili alla realizzazione e alla crescita personale e sociale, allo sviluppo della cittadinanza attiva, dell’inclusione sociale e dell’occupazione. Con tale progetto è stato evidenziato come l’educazione al patrimonio culturale svolta all’interno di uno scavo archeologico rappresenti un'esperienza di apprendimento efficace allo sviluppo delle competenze chiave. I percorsi educativi infatti sono pensati per sfruttare approcci metodologici diversificati, come l’apprendimento cooperativo, l’apprendimento a partire dal problemsolving, l’apprendimento interattivo e l’approccio narrativo o “metodo storyline”.
Questi metodi permettono di partire di volta in volta dall’insediamento, dalla sua storia, dalle tracce archeologiche conservate, dalla sua comunità di riferimento per sviluppare competenze trasversali rilevanti quali la capacità di comunicare, di collaborare, di essere creativi e abili pensatori critici. Lo storydoing è senza dubbio la cifra distintiva del percorso educativo proposto a Ferento, basato su un approccio, non solo attivo, ma estremamente pratico. Il progetto ha mirato a coinvolgere gli studenti delle classi 3^B e 4^AB del Liceo Artistico"Midossi" nelle attività relative all’archeologia, soprattutto per sensibilizzarli all'avvicinamento al volontariato culturale e al rispetto del patrimonio culturale immateriale dettato dal principio di cittadinanza espresso nell’articolo 9 della Costituzione Italiana.