cultura

Da Palazzo Cozza Caposavi alle pendici dell'Amiata con le Lavandaie della Tuscia

lunedì 30 luglio 2018
di Davide Pompei
Da Palazzo Cozza Caposavi alle pendici dell'Amiata con le Lavandaie della Tuscia

Bianche lenzuola, che sventolano dalle finestre di Palazzo Cozza Caposavi. Voci di donne che, levando il loro canto, leniscono la fatica del lavoro. Dichiarato monumento nazionale e facente parte dell'Associazione Dimore Storiche Italiane, il palazzo cinquecentesco fatto erigere dal cardinale Tiberio Crispo nel cuore di Bolsena quale dimora personale, si fa così cornice naturale per una delle più suggestive esibizioni della Compagnia delle Lavandaie della Tuscia.

Mandata in archivio sabato 28 luglio anche la quinta edizione della Notte Bianca della Cultura e delle Tradizioni Popolari, un nuovo impegno in notturna attende ora il gruppo fondato in occasione del Festival Lacuaria 2013 e diretto dal Maestro Simonetta Chiaretti. Giovedì 2 agosto alle 21 la Compagnia approderà in terra toscana, portando in quel di Piancastagnaio, alle pendici del Monte Amiata, "Opera Popolare. Lavar Cantando". Questo il nome del nuovo spettacolo.

Cornice d'eccezione, tutt'altro che nuova ad eventi musicali e culturali, le Fonti di Borgo. "La Fonte del Canale così chiamata perché alimentata da un canale derivato dal Fosso dei Frati e che in seguito si chiamerà Bagno degli Ebrei – spiegano dal gruppo – fu edificata poco fuori la Porta di Borgo. Restaurata di recente, ha un’ampia vasca per lavare, un abbeveratoio e cannelle. Proprio alle cannelle, le donne soprattutto le giovani, andavano ad attingere acqua con le brocche.

Le fonti erano anche il luogo di incontri dove ci si scambiavano informazioni e chiacchiere e dove, sul far della sera, facevano sosta i giovani campagnoli per abbeverare gli asini e i muli dopo una lunga giornata di lavoro. Lungo tutta la parete interna del lavatoio corre una robusta mensola dove si appoggiavano i capistei, assi di legno con i bordi leggermente rialzati per trasportare materiali vari e per riportare dalla fonte i panni lavati e attorti".

Non poteva, quindi, immaginarsi uno scenario più appropriato per l’esibizione della Compagnia, al suo quinto anno di attività, nata all’interno del Club per l’UNESCO Viterbo-Tuscia, che a colpi di "Lavate-Cantate" basate sull'improvvisazione teatrale e canora, dimostra una grande vitalità e una capacità di reinventare continuamente la propria intuizione di fondo. Quella di conservare l’uso e l’arte di lavare i panni nelle acque del Lavatoio Pubblico di Bolsena.

Tante le donne che hanno aderito con entusiasmo all’idea di recuperare e valorizzare un’esperienza tradizionale di lavoro e di socializzazione che trova nei lavatoi dell'Alto Lazio ma non solo il suo scenario naturale in cui la gioia e l’orgoglio di esibire la propria maestrìa, la fantasia e lo scherzo, coinvolgono ogni volta il pubblico in conte, filastrocche, nenie, giochi mimati e cantati della tradizione orale, rigorosamente appresi a memoria, senza l'ausilio di spartiti o testi scritti.

Libera e aperta, la composizione del gruppo caratterizzato da una vocalità femminile antica, naturale e volutamente "grezza", con sbavature ritmiche e dal particolare timbro che sembra nascere da una ferita. Niente di più tipico nei canti di lavoro. Niente di più bello quando, ondeggiando nei loro costumi poveri ed essenziali ispirati a quelli di inizi secolo, le lavandaie fanno del loro canto una vera e propria festa dell'acqua.

Nota della Redazione: Orvietonews, giornale online registrato presso il Tribunale di Orvieto (TR) nr. 94 del 14/12/2000, non è una bacheca pubblica. Pur mantenendo fede alla disponibilità e allo spirito di servizio che ci ha sempre contraddistinto risultando di gran lunga l’organo di informazione più seguito e letto del nostro territorio, la pubblicazione di comunicati politici, note stampa e altri contributi inviati alla redazione avviene a discrezione della direzione, che si riserva il diritto di selezionare e modificare i contenuti in base a criteri giornalistici e di rilevanza per i lettori.