cultura

Tanta Umbria, ancora poco Orvietano nell'Atlante dei Cammini d'Italia

venerdì 17 novembre 2017
di Davide Pompei
Tanta Umbria, ancora poco Orvietano nell'Atlante dei Cammini d'Italia

Ci sono quelli dedicati ai santi – come i cammini francescani, laureatani e benedettini – e quelli dedicati ai briganti, come il sentiero che attraversa l’Aspromonte. Ci sono le mete legate ai padri della letteratura, come il cammino di Dante che attraversa i luoghi dove il Sommo Poeta visse in esilio e scrisse la sua Divina Commedia. C'è il Sentiero della Pace, che ripercorre luoghi e memorie della Prima Guerra Mondiale. E ci sono la Via Appia, la Via Francigena, la Via Romea Germanica.

Sono 44, come i gatti della popolare canzone per bambini, al momento i percorsi censiti dal portale www.camminiditalia.it che, nomen omen, costituisce la prima mappatura ufficiale dei Cammini d'Italia. Pensata per "quei viaggiatori che desiderano vivere un’autentica esperienza nel nostro Paese, immergendosi a passo lento in quel patrimonio diffuso fatto di arte, buon cibo, paesaggio e spiritualità che costituisce il carattere originale e l’essenza dell’Italia". Queste le parole con cui, sabato 4 novembre, lo ha presentato il ministro Dario Franceschini.

"Un contenitore di percorsi e itinerari, pensato come una rete di mobilità slow". Uno strumento – dinamico e in costante aggiornamento, che offre una visione d'insieme e permette di conoscere le connessioni tra i vari itinerari con nuove modalità di percorribilità – non solo per i turisti, arrivato a quattro giorni dalla Giornata Mondiale del Turismo Responsabile, che costituisce "una vera e propria infrastruttura intermodale di vie verdi in cui si potrà scegliere la possibilità di muoversi lungo l’Italia a piedi, in bicicletta, a cavallo o con altre forme di mobilità dolce sostenibile, promuovendo una nuova dimensione turistica".

Parte tutto nel 2016, proclamato dal Mibact "Anno Nazionale dei Cammini", che ha visto insieme impegnati Stato, Regioni, Comuni, Enti locali, pubblico e privato per valorizzare 6600 chilometri di cammini naturalistici, religiosi, culturali e spirituali che, da Nord a Sud, attraversano l’intero Paese. Composto da Ministero, Regioni, Province autonome ed ANCI, il Comitato che ha elaborato gli undici requisti per ammettere nel Portale dei Cammini i singoli itinerari continua a vagliare ulteriori, nuove proposte avanzate da Regioni stesse e Province autonome.

L'auspicio, allora, è che anche l'area dell'Orvietano – attraversata dalla Via Romea Germanica, oggetto di un protocollo d'intesa tra i Comuni attraversati che sancisce la volontà di valorizzare l'antico tracciato e da un'omonima associazione che se ne occupa di cui è entrata a far parte anche Porano, completano la schiera dei municipi soci in Umbria – e quella dell'Alfina con la Via Traiana Nova e la Via Cassia, trovino presto maggiore risalto nell'Atlante dei Cammini, così come il resto dell'Umbria, presente con una decina di percorsi calpestati ogni anno dai pellegrini.

Non solo Assisi, ma anche Città di Castello, Foligno, Spello e Spoleto, la più vicina Norcia e poi Terni, Narni ed Amelia. Di particolare importanza, ai fini dell'inserimento, "la fruibilità dei percorsi, la segnaletica orizzontale e/o verticale, la descrizione online della tappa, i servizi di alloggio e ristorazione entro i 5 chilometri dal cammino, la manutenzione del percorso garantita dagli enti locali, la geo-referenziazione ed un sito in cui siano raccolte le principali informazioni per i viaggiatori".

L’implementazione e lo sviluppo di nuovi modelli di fruizione e gestione sostenibile garantiranno e favoriranno l’integrazione ambientale – paesaggistica, con attività agricole, artigianali e turistico-culturali del sistema Paese, così come indicato nel Piano Strategico del Turismo 2017-2022. Anche in considerazione del fatto che, dopo il 2018, "Anno del Cibo", il 2019 sarà l'"Anno del Turismo Lento", di chi attraversa i borghi dell'Italia nascosta.

E di chi, come Luca Patané, presidente del Gruppo Turistico Uvet ha dato vita alla campagna "Adotta un miglio di Via Francigena", partendo dalla creazione di un'associazione no profit in cui riunire finanziatori, sponsor, operatori turistici, ristoratori e attività di servizi. Ad ogni socio, il compito di "migliorarne un tratto o di organizzarne le strutture di accoglienza realizzando così un network capace di valorizzare un potenziale immenso". Un passo alla volta, Santiago di Compostela docet.