cultura

Canino celebra le campane "ritrovate". Riportate alla luce le due "sorelle" del 1699

venerdì 13 ottobre 2017
di Davide Pompei
Canino celebra le campane "ritrovate". Riportate alla luce le due "sorelle" del 1699

Per secoli, la loro voce bronzea ha scandito il ritmo delle giornale nel piccolo Comune dell'Alto Lazio. La polvere della storia aveva consegnato le due sorelle "nate" – o meglio, realizzate – nel 1699 all'oblio del dopoguerra. Cure e custodia della Confraternita della Madonna del Suffragio di Canino, antica istituzione di carità, consente ora di restituirle al pubblico. La presentazione alla collettività e l'esposizione delle ritrovate Campane provenienti dalla Chiesa di Sant'Andrea in Arce è attesa per sabato 14 ottobre alle 17.30 proprio nella Chiesa della Madonna del Suffragio di Canino, alla presenza del priore della Confraternita Massimo Marini, del presidente di Canino Info Onlus Giacomo Mazzuoli e di Anzio Risi, membro dell'associazione culturale della Tuscia.

È grazie alle ricerche archivistiche intraprese da quest'ultimo che si è riusciti a "riscoprire" le due opere d'arte, ricostruendo la loro presenza nel paese in cui fu già ritrovata, sul finire dell’800, la più antica campana cristiana italiana: la celebre Campana di Canino, conservata al Museo Pio Cristiano, parte dei Musei Vaticani. A suggerirne i nomi, le dimensioni. La Maggiore ha un diametro alla base di 480 millimetri, un’altezza totale di 560 millimetri, compresa la corona, e un peso di 70 chilogrammi. Adornata da sedici bassorilievi con figure sacre e di santi contornati da motivi floreali, reca l'iscrizione: "Ex Piis Elemosinis Anno Domini MDCXCIX". La Minore, invece, misura 450 millimetri di altezza, corona compresa, ha un diametro alla base di 380 millimetri e un peso di 30 chilogrammi. "Ad Honorem Dei Et Bmw Et Omnium Santorum – AD MDCXCIX", l'iscrizione che si legge in prossimità dei dodici bassorilievi con figure sacre e di santi contornati da motivi floreali.

"La campana maggiore – spiegano da Canino Info – è chiaramente dedicata a San Francesco di Paola, raffigurato con i suoi caratteristici attributi iconografici quali mantello e bastone, ed ai suoi piedi le onde delle Stretto di Messina che egli attraversò divenendo, per questo, patrono della gente di mare d'Italia. All’interno della cornice ottagonale del bassorilievo, si notano due figure ricoperte dal caratteristico saio francescano, a ricordarci che San Francesco da Paola fu colui che fondò la Congregazione eremitica paolana di San Francesco d'Assisi poi successivamente chiamata Ordine dei Minimi.

A corollario di questa rappresentazione una moltitudine di raggi solari conferiscono importanza e centralità al bassorilievo, ed in mezzo ad essi si leggono le lettere S T R C H A I A alle quali, purtroppo, non si è riusciti ancora a dare un significato. Attraverso l’esame di numerose visite pastorali effettuate dai vescovi della Diocesi di Acquapendente, nei secoli passati, si è riusciti ad individuare la devozione a San Francesco di Paola in un altare dell’antica Chiesa di Sant'Andrea che si trovava all’interno della Rocca Farnesiana di Canino, chiesa che poi fu a lui dedicata.

Nel 1808, Luciano Bonaparte acquistò dalla Camera Apostolica la quasi totalità del territorio del Comune di Canino, compresa anche la Rocca Farnesiana e l’annessa Chiesa di San Francesco di Paola, già di Sant'Andrea. Questa chiesa già all’epoca si presentava piuttosto malmessa, e dopo poco tempo il futuro Principe di Canino decise di trasformarla in 'teatro di famiglia', comportando la fine della chiesa come edificio di culto.

Le due campane che non servivano più furono regalate nel 1809 da Alexandrine de Bleschamp, moglie di Luciano Bonaparte, alla Chiesa della Madonna Neve come omaggio forse legato alla nascita del figlio Paolo Maria avvenuta a Canino il 19 febbraio di quell’anno. Sul finire dell’800 anche la Chiesa della Madonna della Neve fu abbandonata perché diruta e le due campane, come i beni e gli arredi sacri della stessa, passarono al Capitolo della Chiesa Collegiata di Canino.

Da questo momento le notizie sulla loro presenza si fanno sempre più rare, ma nel 1927 risultano ancora conservate nella sacrestia della Collegiata e sicuramente vi erano quando il 22 marzo 1941 fu fatto il censimento delle campane, ed ancora nel 1943 quando il Ministero della Guerra, per il tramite della Curia, chiese la consegna del bronzo a fini bellici. Le due campane scompaiono, molto probabilmente nascoste alla furia della guerra da mani pietose e per tanti anni di loro se ne persero le tracce ed anche la memoria. Oggi sappiamo che sono state conservate dalla Confraternita della Madonna del Suffragio di Canino. 'Riscoperte', sarà possibile ammirarle da ora in poi nella loro chiesa".

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