cultura

Con Italia Nostra, nei luoghi etruschi e templari tra Bardano e Rocca Ripesena

lunedì 22 maggio 2017
di Davide Pompei
Con Italia Nostra, nei luoghi etruschi e templari tra Bardano e Rocca Ripesena

Ventisei piedi e quattro zampe. Tante quelle che domenica 21 maggio hanno preso parte alla prima "Passeggiata sui luoghi etruschi e templari tra Bardano e Rocca Ripesena" promossa dalla Sezione di Orvieto di "Italia Nostra" - presente, il presidente Lucio Ricetti - in collaborazione con la Sottosezione CAI Orvieto, Cittaslow e UISP Comitato di Orvieto-Medio Tevere. Un percorso ad anello – lungo circa 10 chilometri, unico dislivello, non affaticante, tra Romealla e Romitorio – che, di per sé, offre parecchi spunti di carattere culturale, storico, architettonico e ambientale, naturalistico. E che ha toccato alcune delle direttrici storiche sulla viabilità antica nei dintorni di Orvieto.

L'anello percorso è inserito, infatti, sul tracciato della Via Romea Germanica – citato "Itinerario Stadense" - che Italia Nostra Orvieto ha definito e rilevato su mandato dell'Associazione Via Romea Germanica, approvato e deliberato dal Comune di Orvieto. Il tracciato segue in parte la sentieristica CAI. Sette, in tutto, le tappe dell'itinerario che ha permesso ai partecipanti di camminare nella storia, alla riscoperta della bellezza, attraversando i sentieri storici dell'Orvietano sulle vie consolari e romee che meriterebbero maggiore attenzione.

Questa, la volontà espressa al termine della mattinata, dai membri dell'associazione di salvaguardia dei beni culturali, artistici e naturali nata nel 1955. Già in via di calendarizzazione altre uscite per conoscere e tutelare territorio e paesaggio. Una, straordinaria, si prospetta già per il pomeriggio di domenica 28 maggio alle 17 in compagnia dei più piccoli nel tratto Rocca Ripesena - Romitorio. E, probabilmente, domenica 11 giugno, nella zona di San Quirico. In agosto, entrerà in agenda l'uscita notturna nella zona Cappuccini - Badia e, da settembre, sarà definito un programma più regolare. Preziosi, già dall'edizione 0, i cenni storici forniti ad ogni tappa da Silvio Manglaviti.

Partenza da Ponte Albergo de La Nona, l'antico ponte sul fosso omonimo – antico Rio Torbido, che raccoglie i fossi di Montacchione-Rio Chiaro e del Leone – a schiena d’asino, rifatto in secoli recenti sulla Via di San Marco che dal Piano veniva ad Orvieto. "Nona – ha spiegato – può riferirsi sia alla stazione di posta al IX miglio da Bolsena, Tabula Peutingeriana, sia alle nonae/nundinae, periodi del calendario lunare dei mercati e delle fiere. Il fosso, forse già canale etrusco con sistema di chiuse per superare i dislivelli nella risalita controcorrente, confluiva presso uno scalo fluviale sul Paglia-Chiani. Le merci venivano fatte risalire da qui al Campus Nundinarum, Campo della Fiera, ovvero da questo raggiungevano il porto".

Carica di fascino, malgrado le condizioni in cui versa, la Chiesa di San Marco, luogo di culto dei Cavalieri Templari, situata in prossimità di un guado sul Romealla, ai piedi del Corno di Bardano. E poi: Bardano – dal longobardo Bard-/Vard-/Gard-, con le tombe etrusche e dongione dell’Ordine dei templari a guardia della viabilità – Ponte Giulio/di Mastro Janne tra le consolari Gioviana e Cassia – e dei fondi nel Piano.

E ancora: il Guado Romealla, tra Bardano-Torre dell’Olfo-Torre della Fame, la villa romana scavata negli anni ’60 dalla Soprintendenza, oggi non più rintracciabile e Romitorio. Nei pressi Ca’ de’ Frati, con riferimento toponomastico ai templari. E Romitorio stesso, con l'elagante Podere San Marco, già sito conventuale medievale. "Nei pressi – ha ricordato Manglaviti – il Cozza ipotizzò un villaggio etrusco satellite di Volsinii, di cui restano vestigia, tra cui una fonte e colombari".

Quindi il borgo di Rocca Ripesena, oggi orfano del Castello ma eretto a "Il Paese delle Rose", ai piedi di una "rupe ignimbritica, gemella della maggiore orvietana che si rimira verso levante e diorama didascalico di tremila anni di storia umana in cui le diverse facies si innestano e si confondono con la storia geologica del sito rupestre", e il ritorno a Sferracavallo attraversando filari, crete e distese di grano non ancora biondo con impareggiabile vista sulla Rupe, illuminata dal sole di metà maggio.

"Antichissimo luogo sacro sin dall’Età del Ferro, perpetuatosi con gli Etruschi e nel Medioevo, Orvieto è la Città del Corpus Domini, meta della leggendaria Via Heracleia che dall’Oriente e dal Mediterraneo, da Caere (Via Ceretana), la raggiungeva per poi proseguire nell’interno della penisola. Nei dintorni sono diversi antichi santuari in cui si venerava anche Heracle/Ercole, dio delle acque e degli incroci viari. Nel Medioevo, vie romee di pellegrinaggio erano la Francigena e la Stadense. Ovvero dell’abate di Stade, dove Orvieto è indicata con Orbete, origine toponomastica ancora presente in Orbetello, nei territori marittimi controllati da Urbs Vetus".

Per ulteriori informazioni:
orvieto@italianostra.org

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